Relazione introduttiva di Domizio Natali
Edicole votive a Campello sul Clitunno
Nel territorio di Campello, ogni piccolo borgo, oltre alla propria chiesetta, conserva anche una edicola votiva, posta a guardia della Via.
La “MATUNNUCCIA” o “PINDURELLA” nel nostro paese veniva costruita sempre in prossimità di un bivio o di un incrocio fra più strade, perché considerato un tempo dalla superstizione popolare luogo di “PAURE”, e quindi popolato di notte da Streghe, Demoni e Spettri di ogni tipo e sembianza.
Nicchie affrescate da anonimi pittori popolari, manufatti in ceramica, croci di legno o semplici stampe a soggetto religioso trovavano posto sulle facciate delle case, da quelle dei “Signori” a quelle più umili, rivolte sempre sulla via maestra, a protezione dei viandanti ma anche degli abitanti della casa.
Piccole costruzioni in muratura che ospitavano l'immagini da venerare o semplici croci di legno e ferro, erano frequenti anche in luoghi isolati e disabitati, lungo i sentieri dei boschi, fra i terrazzamenti degli uliveti o in mezzo ai campi, a protezione delle messi e stazione di preghiera in occasione delle processioni per le “ROCAZIONI” di primavera.
Ad ogni “pinturella”, in passato la profonda fede popolare associava un potere taumaturgico con l'immagine del santo erogatrice di grazie e favori.
Nei piccoli altarini delle edicole o ai loro piedi, venivano posti lumi accesi e fiori di campo, in un barattolo molti viandanti deponevano delle monete per l'acquisto dei lumi.
A Campello, i più anziani associano spesso nei loro racconti, aneddoti e fatti legati ad ogni edicola di strada; di solito sono storie legate alle “PAURE” o a fatti di sangue, a personaggi vissuti nel passato, a filastrocche irriverenti, o a vere e proprie odi al santo venerato nell'edicola.
Visto che il racconto “orale”, quindi non scritto, fa parte a tutti gli effetti della nostra cultura e delle nostre radici, e che rischia più di ogni altra cosa di perdersi, riporteremo alcuni testi che riguardano direttamene fatti accaduti e vicende di alcune “pinture” del nostro territorio.
La pintura delle Cozze
La vicenda ha per protagonisti FILICIOLU e U PORU CHICCU, due poveri braccianti, nemici fra loro, che per sfottersi lasciavano i loro messaggi, come in una sorta di grande murale, sulle pareti della PINTURELLA della strada che dal Castello di Campello Alto portava alle Cozze.
FILICIOLU:
…CHI CRETE IN DIO NON CRETE ALLA MATONNA, COMMO CHI CRETE AL BABBO E NO' ALLA MAMMA…
U PORU CHICCU di risposta: …
Ò INDEGNA MANO CHE TU SCRIVESTI, DOPPO CHE MALE ESEMBIO AL MONDO DASTI…
CREDI COSÌ POCO L'ARIAQUISTI GRAZIE DAL CIELO, DOPO CHE L'IGNORASTI…
FILICIOLU:
…PERSEGUITOR DI CRISTO STATTE QUIETO NON LA SPRECATE VOI LA VOCE E IL FIATO LI CHIODI PER LA CROCE FABBRICASTE E LA MALIZIA L'HAI INVENTATA TECO…
Tra l'Acera e Migghiana
IL CANTO ALLA PINTURELLA dell'Acera fu composta da MECU l'arrotino, vecchio socialista ma religiosissimo, tanto da avere una vera e propria venerazione per la modesta immaginetta della Madonna della Pinturella dell'Acera.
…TRA L'ACERA E MIGGHIANA
CI STÀ NA PINTURELLA
LA PIÙ MIGLIORE È QUELLA
PIÙ AVANTI NON SE VÀ…
TRA L'ACERA E MIGGHIANA
CI STÀ N'IMMAGINETTA
IN QUELLA VALLE PREDILETTA
IO MI FERMAI A PREGÀ…
Oggi la fede popolare non costruisce più edicole sacre, quelle rimaste rischiano di scomparire per sempre, portando con se le speranze e le storie di chi ci ha preceduto.