trevi de planu
... recuperare una disattenzione storica, come quella
subita dal nostro territorio di pianura...
... L'occhio attento ed amorevole di chi vi abita, come
quello del visitatore accorto, saprà allora cogliere...
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Il territorio della Valle Umbra è fecondo di emergenze
storiche, architettoniche e naturalistiche, molto spesso
sconosciute e in troppi casi caratterizzate da un avanzato
stato di rovina...
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Tutti i grandi sono stati bambini una volta (Ma pochi se
ne ricordano) da "Il Piccolo Principe"
di Antoine De Saint-Exupery
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Le edicole sono i più numerosi “segni del
sacro” esistenti nel nostro territorio, sia in ambiente
urbano che rurale.
Il nome deriva dal latino aedicula, diminutivo di
aedes, cioè casa o tempio, casa del dio.
Già nell’architettura classica assume varie forme:
costruzione isolata o addossata alle mura, all’interno o
all’esterno del tempio o della casa, oppure nicchia ricavata
nel muro stesso. In senso più lato veniva chiamata
aedicula qualsiasi piccolo “santuario” che racchiudesse
l’immagine del dio – o del defunto in caso di edicole
cimiteriali –incorniciata con elementi architettonici.
Numerosi esempi si trovano nell’architettura romana
all’interno di templi o case o isolate agli incroci delle
vie.
Nelle case private custodivano le immagini dei lari, anime
deificate dei defunti, divinità alle quali era sacro il
focolare, centro e simbolo della casa. Erano quindi il
piccolo oratorio domestico in cui ardeva sempre la fiamma
della lucerna, necessaria anche per accendere il vicino
focolare.
Altrettanto importanti erano le edicole lungo le strade, a
protezione del crocicchio (dal latino compitum)
intitolate, appunto, ai lari compitali.
Nel bivio era infatti necessaria l’assistenza della divinità
per guidare il viandante a scegliere la strada giusta e per
proteggerlo da brutti incontri. L’eventuale lucerna,
visibile da lontano nel buio della notte, era anche un
sicuro punto di riferimento e di orientamento.
Quando la religione cristiana si è sostituita ai culti
pagani, gli edifici sacri, templi ed edicole, hanno ospitato
le nuove divinità, ed è molto suggestiva l’ipotesi che
alcune edicole delle nostre campagne siano state più volte
rimaneggiate o addirittura ricostruite sulle fondamenta di
tempietti che antichi abitatori di queste terre misero
all’incrocio delle loro strade. Potrebbero avere questa
origine alcune edicole a base quadrata ubicate a mezza
costa, all’incrocio di antiche strade romane con percorsi
naturali di cresta o di valle. Potrebbe avere una remota
origine pagana anche l’edicola alla Fonte della Madonna, a
S.Arcangelo, forse anticamente dedicata al nume tutelare
della fonte sottostante. Sul fondo della valle è
praticamente impossibile trovare situazioni analoghe, poiché
ricorrenti fenomeni alluvionali vi hanno depositato tanto
materiale da innalzare il livello del terreno di alcuni
metri, ricoprendo eventuali resti.
Alcune edicole sono state erette come ex-voto, a ricordo del
committente che ricevette una grazia, come la guarigione da
una infermità o uno scampato pericolo.
Nel nostro territorio esistono edicole delle più varie
tipologie e dimensioni. Le più frequenti sono a tempietto e
le maggiori hanno una gronda aggettante, per ricoprire lo
spazio antistante praticabile, o addirittura il tetto,
sostenuto da un muro o da pilastrini, a copertura della
strada adiacente.
Numerose sono pure quelle a nicchia, alcune piccolissime a
lato o sopra la porta degli edifici, altre, di dimensioni
maggiori, da potere contenere una mensa di altare e alte
oltre tre metri. Esistono degli esempi di nicchie di minimo
spessore, praticamente ricavate nell’alzata di un muro
isolato, che potremmo chiamare a vela.
Varia è la decorazione interna. Non esistono edicole che
contengono vecchie statue o perché deperite, specialmente se
di legno, o perché trafugate e disperse.
Le più frequenti e anche le più interessanti contengono vari
dipinti “a fresco” alcuni molto deteriorati, altri rifatti
in modo più o meno arbitrario.
Dalla nostra gente vengono individuati con vari nomi,
icone (quasi esclusivamente in ambiente urbano),
maestà, cappellette, madonnelle, e più
frequentemente pinture o pinturette,
indicandone con il nome la tipologia.
Esistono infatti diversi manufatti con analoga funzione, e
il linguaggio dialettale, più povero di vocaboli della
lingua, in questo caso ne è sufficientemente prodigo e con
termini precisi. I vocaboli madonna o pintura
e i rispettivi diminutivi indicavano invece i soggetti
dipinti, ed è caratteristica delle edicole locali la
raffigurazione della “Madonna con bambino”, con vari santi
oggetto della devozione popolare locale.
Soltanto in due edicole è dipinta la scena della
crocifissione, e ambedue stavano all’ingresso delle carceri.
In molte edicole si trovano sempre fiori, segno di un’ancor
viva devozione. Alcune, nel raggio di meno di un chilometro
dalla chiesa parrocchiale, ricoprivano un ruolo particolare
essendo meta delle processioni nei giorni delle rogazioni
(vedi paragrafo ad esse dedicato).
In qualche caso, quando l’edicola è intitolata ad un santo
venerato nella parrocchia, tanto che vi si celebra la festa
con la processione, questa giunge fino all’edicola stessa.
Vogliamo ricordare due edicole molto
importanti per la storia locale e non solo.
La prima è l’immagine della “Madonna delle Lacrime”, che fu
dipinta nel 1483 sulla parete di una casa rurale appena al
di fuori delle mura di Trevi. In seguito alla lacrimazione
miracolosa di questa immagine, che poi operò numerosissimi
altri prodigi, fu innalzato il magnifico tempio ad essa
intitolato.
L’altra è quella a casa Bonilli in San Lorenzo. Nelle pareti
laterali sono dipinti la Madonna con il Bambino ed altri
santi, opera di un certo pregio artistico che risale al XV
secolo. Nella parete di fondo invece sono raffigurati la
Madonna con il Bambino e san Giuseppe. Anche questa pittura
è di buona mano ma di tre secoli più tardi. Ci piace pensare
che questa immagine della sacra Famiglia nella casa dei
nonni di Pietro Bonilli abbia in qualche modo influenzato la
sua vocazione e l’amore per i tre divini personaggi.
Successivamente, sotto la guida illuminata di don Ludovico
Pieri, la devozione del giovane Bonilli verso la sacra
Famiglia influenzò tutta la sua vita sacerdotale, al punto
da portarlo a fondare l’ordine delle suore con tal nome.
Altre edicole, seppur meno famose, sono state tanto
importanti da essere individuate come inequivocabili punti
di riferimento sul territorio e di ciò ne resta memoria
nella toponomastica, come via “della Pintura” a Borgo e la
strada “della Rosa” o “della Madonna della Rosa”, ricordo di
un’edicola completamente distrutta da almeno sessant’anni.
Certamente questi piccoli manufatti rappresentano un
inestimabile patrimonio di storia, di arte e di fede.
a cura di Franco Spellani

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Edicola di casa Bonilli a S.Lorenzo
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