trevi de planu

... recuperare una disattenzione storica, come quella subita dal nostro territorio di pianura...

... L'occhio attento ed amorevole di chi vi abita, come quello del visitatore accorto, saprà allora cogliere...

 

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Il territorio della Valle Umbra è fecondo di emergenze storiche, architettoniche e naturalistiche, molto spesso sconosciute e in troppi casi caratterizzate da un avanzato stato di rovina...

 

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Tutti i grandi sono stati bambini una volta (Ma pochi se ne ricordano)

da "Il Piccolo Principe"

di Antoine De Saint-Exupery

 

 

I ponti

 

I romani, come noto, costruirono molti ponti e tanti furono quelli di grande valenza ingegneristica. Ci viene così spontaneo annotare che nella nostra valle, pure percorsa da numerosi fossati, fiumi e torrenti, e attraversata dal principale diverticolo della via Flaminia, oggi non troviamo ponti di epoca romana. È evidente che, come per tutte le costruzioni più antiche – si ricordi come esempio quanto di certo fu edificato in località Pietrarossa e che oggi risulta completamente scomparso – anche i ponti furono soggetti alla rovina indotta dalla sismicità della nostra valle. Qualche struttura, probabilmente, è stata semplicemente seppellita dalle alluvioni e ora può giacere a qualche metro di profondità sotto il piano-campagna. Riportiamo a tale proposito una notizia che leggiamo in “Trevi Antica”: “Le alluvioni si susseguirono potenti, tanto che oggi troviamo il livello della Trebia romana a circa due metri sotto l’attuale quota di campagna”. Ed ancora, nelle relative note a piè pagina (2): “Franco Spellani, calatosi nelle acque dell’Alveolo a ml 100 circa dal ponte sulla comunale di Pietrarossa per controllare l’esistenza di una strada romana che attraversa diagonalmente il canale, trovò il basolato a ml 1,80 dall’attuale piano di campagna”.
Con riferimento a quest’ipotesi, ricordiamo che, in un’area valliva con molti corsi d’acqua ma dove la larghezza e la profondità degli alvei sono di dimensioni relativamente contenute, le opere di attraversamento non devono avere mai raggiunto caratteristiche di particolare grandiosità. È, quindi, lecito supporre un loro possibile interramento. Segnaliamo, ancora, che il primo e più semplice intervento per limitare le rotte dei fiumi, dove gli alvei erano colmati dalle alluvioni, era quello di rimuovere tutto ciò che poteva ostacolare il libero deflusso delle acque. Tra i maggiori impedimenti si annoveravano certamente i vecchi ponti, la cui luce si era ridotta progressivamente per i materiali sedimentatisi nei letti.
L’attraversamento dei fiumi fu garantito, in seguito, con semplici e poco onerose strutture di legno, magari appoggiate sulle spalle murarie delle costruzioni più antiche. Solo successivamente furono sostituite da opere più durature e costose, oltrechè meno impegnative dal punto di vista manutentorio. Nella “Historia universale dello stato temporale ed ecclesiastico di Trevi 1745” di Durastante Natalucci, alla pagina 395 del manoscritto,  leggiamo: “…, che adesso (prima metà del XVIII secolo, n.d.r.) da per tutto sono fabricati con mattoni e non si ponno impedire; e né secoli scorsi erano quasi in ogni parte con legnami posti sopra le spalle delle muraglie, per i quali molto annualmente erogavasi in mantenerli; affitandosi di tanto in tanto il loro mantenimento; venendo locati il 1463 quei alla strada della Madonna di Pietrarossa ed alla Torre di Matigge per certa somma; il 1486 l’altro del fosso di S.Donato per bolognini 50 ed il 1487 quelli della Via Nova per 3 anni e fiorini 14 e mezo, ed il Ponte della Rota per fiorini 2. E cusì l’altri in altro tempo, fin attanto si incominciarono a fabricare come oggigiorno sono o perché maggior sossistenza havessero o perché minor dispendio recassero…”.
Tanti erano i fiumi, che incidevano la nostra valle, e numerose le vie che collegavano i vari abitati del nostro comune tra loro e con altri centri extracomunali. Dovevano, quindi, essere piuttosto frequenti gli attraversamenti e i ponti, che consentivano a quelle strade di superare i corsi d’acqua, principali e secondari, che drenavano la campagna. Nell’opera del Natalucci, “Historia universale dello stato temporale ed ecclesiastico di Trevi 1745”, alle pagine 395 e seguenti del manoscritto, è riportato un elenco dei principali ponti del nostro territorio – che riproduciamo con il solo scopo di invitare il lettore più attento e curioso ad un’indagine di campagna, che anche noi ci siamo divertiti a compiere con l’aiuto della tavoletta topografica I.G.M. della zona: “… Stando nell’Alviolo un ponte alla Via Nova. Altro ponte alla strada di Pietrarossa. Un ponte nella Via Populi. Altro ponte nella strada del Colle ed altro ponte nella via delle Servite che il Comune il 1572 era renitente di pagare. Oltre quello alla strada Fiamenga, comunemente con la città di Foligno per essere né confini. Nella Via Nova, tra il fiume (il Clitunno, n.d.r.)  e l’Alviolo, altri ponti per lo scolo delle acque. Nel Clitunno il ponte alla Chiesa Tonda, che dicesi di Pecato. Il ponte alla via di Bovara che si nomina di S. Pietro. Il ponte alla strada di S. Lorenzo. Altro ponte alla strada sotto ai molini che passava per mezo la Faustana e chiamavasi di Ponte Maggiore, il quale, in oggi solo, conduce alla possessione dè signori Valenti. Il ponte alla Via Nova ed il ponte alla strada di Pietrarossa, che il 1515 si risolse si rifacesse dal comune, con che la balia di Matigge dovesse porre l’arena e le opere. Rimanendo diruto nel medesimo fiume il ponte sotto alla Chiesa di S. Egidio ordinatovi il 1368 ed essendo in tavole. L’altro ponte vi esiste alla possessione de’ signori Ricci, senza sapersi se vi fosse costrutto quello ordinato alla Via Populi il 1355. Nella Sportella il Ponte alla Via Nova ed il ponte alla strada di S. Lorenzo, sopra ai molini, che dicevasi il ponte della Formetta. Mentre vi resta dismesso quello della strada di Pietrarossa. Nella Marroggia il ponte alla istessa strada di S. Lorenzo, nella quale venne risoluto si rinnovasse il 1626 a spesa della colletta di un paulo sopra ciascun fuoco. Conforme ne fu rifatto quello alla Via Nova il 1625 statovi ordinato con mattoni fin dal 1549. Vi rimane di legname il ponte detto de’ Travi nelle pertinenze della Pigge, che ad ella, come a Bovara, volendo ne resta commesso, venendo conceduti loro sc.10 il 1592 a fine fabbricassero coi mattoni e con le pietre. E non si fece l’altro destinatovi, vicino alla casa di Sabatino di Ricci, per passare dalla strada di Pietrarossa ai Prati di Parrano. Nella Roeta il ponte alla strada di S. Lorenzo. Nella Rota il ponte alla strada di Beroide ed il ponte alla medesima strada di S. Lorenzo.
Nella Fiumicella, il ponte alla Via Nova, dove, sotto la medesima strada, vicino al casale del Monastero di S. Croce, per evitare l’inondazioni, il 1571 si disse si rifacesse lì altro ponte, che per allora venne rifatto di legname ed ultimamente si costrusse coi mattoni. Nell’Alveo, il ponte alla strada di S. Lorenzo ed altro ponte alla nominata Via Nova. Nel Fiumicello di Cannaiola il ponte alla medesima via, ed il ponte sotto alle Case Paduli. Nell’istessa Via Nova il ponte alla strada di Cavanello. Nella Fossa Renosa, un ponte verso il fine territorio. Nella Tatarena, il ponte alla Via Nova. Nella Fossa Grande, altro ponte alla detta via. Nel Ruicciano, il ponte alla medesima Via Nova, dove, sopra ancora, si trova l’altro ponte conduce al Castello della Fratta, cusi’ statovi da tempo antichissimo. Nel Cucugno, un ponte alla detta Via Nova. Altro ponte di legname quivi sotto alla strada di Verdeggia, che il Comune il 1550 fece con arco di mattoni e adesso devesi mantenere da quelli ne hanno il commodo. Ed il ponte di legno vi esiste nelle pertinenze di S.Luca, che si deve rifare alle occorrenze da ***. Nel Fiumicello di Fabri, il ponte alla predetta Via Nova ed altro ponte di legname alla strada di Vardeggia per benefizio del popolo di Fabri che lo deve conservare. Conforme altrove e in altre strade si mantengono altri piccoli ponti dalla comunità, da altri popoli e possessori de terreni adiacenti. Non ostante una volta i fornacchiari restassero obligati a far i ponti ai prati di Cannaiola; e non si penetri in qual alveo fosse il ponte cognominato di S. Corrado, che mantenevasi nel territorio della Pigge…

Oggi, se percorriamo la strada che da Borgo Trevi ci conduce in comune di Montefalco, attraversiamo, in media, un ponte ogni 400 m, opere che ci permettono di superare il fiume Clitunno, il torrente Marroggia e ben altri 5 corsi d’acqua.

 

 

 

 

Un ponte ... verso Trevi