trevi de planu
... recuperare una disattenzione storica, come quella
subita dal nostro territorio di pianura...
... L'occhio attento ed amorevole di chi vi abita, come
quello del visitatore accorto, saprà allora cogliere...
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Il territorio della Valle Umbra è fecondo di emergenze
storiche, architettoniche e naturalistiche, molto spesso
sconosciute e in troppi casi caratterizzate da un avanzato
stato di rovina...
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Tutti i grandi sono stati bambini una volta (Ma pochi se
ne ricordano) da "Il Piccolo Principe"
di Antoine De Saint-Exupery
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La benedizione
degli animali nella festa di Sant’Antonio Abate
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In occasione della festa di Sant’Antonio
Abate, 17 gennaio, sul sagrato delle chiese, o sulle piazze
antistanti, si svolgeva la benedizione degli animali. Questa
cerimonia deriva dal fatto che il santo, monaco ed eremita
egiziano, vissuto nel III secolo, è considerato il
protettore dei pastori, dei contadini e degli animali.
Nell’occasione della festa titolare, contadini e pastori
usavano portare una rappresentanza del proprio bestiame alla
cerimonia della benedizione, per favorirne lo stato di
salute, elemento certamente di fondamentale importanza
nell’economia prevalentemente agro-zootecnica di un tempo. A
San Lorenzo, dove il rito era particolarmente sentito, la
cerimonia si concludeva con una breve processione intorno
all’antico castello.
Nelle chiese di alcune frazioni del territorio trevano
questa tradizione continua ancora, seppure in tono minore
rispetto al passato. Annotiamo che mentre una volta la
benedizione era particolarmente rivolta agli animali da
lavoro, oggi sui sagrati delle chiese sono portati
soprattutto cani, cavalli, gatti ed altri animali da
compagnia.
Retaggio di antiche feste e processioni
per Sant’Antonio è anche un modo di dire popolare, usato
nelle nostre campagne: “Che pozzi armané per sant’Antonio”.
È rivolto alle donne non sposate, come malaugurio (ammesso e
non concesso che lo sia veramente) di nubilato a vita.

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Benedizione degli animali
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