trevi de planu
... recuperare una disattenzione storica, come quella
subita dal nostro territorio di pianura...
... L'occhio attento ed amorevole di chi vi abita, come
quello del visitatore accorto, saprà allora cogliere...
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Il territorio della Valle Umbra è fecondo di emergenze
storiche, architettoniche e naturalistiche, molto spesso
sconosciute e in troppi casi caratterizzate da un avanzato
stato di rovina...
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Tutti i grandi sono stati bambini una volta (Ma pochi se
ne ricordano) da "Il Piccolo Principe"
di Antoine De Saint-Exupery
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In tutte le fredde notti invernali, l’unica
fonte di riscaldamento delle case rurali era certamente il
camino. La notte di Natale, in particolare, si usava porre
sul fuoco acceso un ceppo bello grande che assicurasse
calore per l’intera, Santa notte. La mattina successiva, la
cenere del ceppo natalizio era messa da parte. Era, infatti,
considerata “sacra”, alla stregua della festività in cui si
era prodotta. Veniva, quindi, utilizzata per benedire
l’orto, disponendola sullo stesso a forma di croce, oppure
era sparsa sui campi, sempre con il fine di assicurarsi
prosperità e salute.
In “L’Architettura popolare in Italia – Umbria” leggiamo che
l’orto: “… in alcuni periodi dell’anno <era> uno
spazio legato a rituali propiziatori. Durante i tre giorni
che precedevano l’Ascensione era severamente proibito
entrarvi. Le donne facevano le scorte delle verdure
necessarie per i tre giorni consecutivi e poi chiudevano il
cancello d’ingresso. Se qualcuno vi fosse entrato, l’orto
sarebbe stato infestato dai raganacci, grosse lucertole, per
tutto l’anno, oppure invaso dai bruchi”. La tradizione
del ceppo di Natale è riportata anche nel testo sopra
citato, ove si rileva come fosse considerata “benedetta”: “…
anche la cenere del camino acceso per Pasqua … così come il
contenuto dei vasi di lupini o di grano – e anche di
veccia – utilizzati per allestire i “Sepolcri”del Giovedì
Santo”.

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Marroggia in piena
Alveo di San Lorenzo in piena
Esondazione della Fiumicella Trevana
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