trevi de planu
... recuperare una disattenzione storica, come quella
subita dal nostro territorio di pianura...
... L'occhio attento ed amorevole di chi vi abita, come
quello del visitatore accorto, saprà allora cogliere...
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Il territorio della Valle Umbra è fecondo di emergenze
storiche, architettoniche e naturalistiche, molto spesso
sconosciute e in troppi casi caratterizzate da un avanzato
stato di rovina...
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Tutti i grandi sono stati bambini una volta (Ma pochi se
ne ricordano) da "Il Piccolo Principe"
di Antoine De Saint-Exupery
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La storia
geologica più recente
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La storia geologica delle nostre valli
viene a coincidere con la storia di ambienti lacustri,
fluviali e palustri, conosciuti complessivamente nella letteratura geologica
del passato come "lago Tiberino".
Nel Pliocene la Valle Umbra, una delle più vaste dell’Italia
Centrale, è occupata da questo complesso di ambienti, con i Monti Martani, una
catena di vette mai troppo elevate sulla planizie, a
separare la conca ternana (ad occidente) dalla valle folignate-spoletina.
Alla fine del Pliocene, inizio del Pleistocene (circa 2-1,7
milioni di anni fa) questa zona, che riceve le acque di
tutti i fossi che scendono direttamente dai rilievi e quelle
delle aree sorgentizie calcaree, si va approfondendo per
l’attività delle fratture presenti ai bordi orientali della
stessa. Tutto questo avviene mentre la regione è interessata
da un generale fenomeno di sollevamento. All’interno della
conca si accumulano senza sosta i depositi alluvionali che i
torrenti erodono alle montagne. Gli apparati deltizi
dei corsi d’acqua formano depositi coalescenti ai piedi dei
rilievi. In prossimità degli odierni borghi di Morgnano-Santa Croce, il
locale ambiente lacustre presenta un’amena insenatura, ove la tranquillità delle
acque permette l’accumulo di grandi spessori di depositi
vegetali (come muschi, foglie, essenze erbacee, ecc.). I processi sedimentari, attraverso successive
trasformazioni, li hanno mutati in lignite, carbone fossile
di recente formazione e di modesto potere calorico, i cui banchi
sono stati sfruttati sino ad alcuni decenni or sono con le
miniere di Morgnano.
Nei depositi lignitiferi si rinvengono interessanti
ritrovamenti fossili (pollini e
altri resti vegetali in grande quantità ed inoltre resti di
vertebrati quali Mastodon borsoni, Tapirus arvensis,
Mastodon arvensis), importanti anche per lo studio
del paleoclima.
In questo periodo si forma, presumibilmente, anche la
frattura su cui risulta impostato il torrente Tessino. La presenza di faglie, e quindi dei corsi d’acqua secondo le
direzioni dei principali assi montuosi, favorisce il
drenaggio e il progressivo prosciugamento di questo ambiente, peraltro
già parzialmente colmato dai depositi provenienti
dall’attività fluviale.
Nel Pleistocene medio un altro evento tettonico apre un
varco a settentrione e circa alla fine del Pleistocene il sistema idrografico
assume, praticamente, i caratteri odierni. Il vecchio "lago
Tiberino", nella realtà un insieme di ambienti diversi come
fiumi, stagni, paludi, indipendenti tra loro e evolutisi in
tempi e spazi differenti, si prosciuga. Al suo posto
restano locali aree palustri. Queste hanno
continuato ad esistere sino a poche centinaia di anni or
sono, rendendo a lungo malsane alcune zone vallive del
nostro territorio, infestate, sino al passato storico, dalla
malaria: ma di questo parleremo ancora.

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La valle trevana
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