trevi de planu
... recuperare una disattenzione storica, come quella
subita dal nostro territorio di pianura...
... L'occhio attento ed amorevole di chi vi abita, come
quello del visitatore accorto, saprà allora cogliere...
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Il territorio della Valle Umbra è fecondo di emergenze
storiche, architettoniche e naturalistiche, molto spesso
sconosciute e in troppi casi caratterizzate da un avanzato
stato di rovina...
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Tutti i grandi sono stati bambini una volta (Ma pochi se
ne ricordano) da "Il Piccolo Principe"
di Antoine De Saint-Exupery
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La storia
geologica più antica
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Nel Trias superiore (come riferimento
temporale circa 220-210 milioni di anni or sono) la zona
appenninica è un mare di scarsa profondità. Ha, dapprima i
caratteri di piattaforma carbonatico-evaporitica, quindi,
anche per mutamenti climatici, di piattaforma carbonatica.
Nel Giura inferiore (210-180 milioni di anni fa circa) è
presente questo ambiente con bassa energia e scambio con il
mare aperto. Se vogliamo fermare l’immaginazione in un
raffronto con l’attuale, possiamo prendere come esempio
l’ambiente delle Bahamas. In questo periodo, precisamente
nel Lias inferiore, si depone il Calcare Massiccio (calcari
con struttura massiva).
Nel Giura medio e nel Giura superiore (circa 180-140 milioni
di anni fa) la “nostra” area si trasforma in un ambiente di
mare aperto e profondo. È un bacino pelagico che interessa
una zona piuttosto ampia e comprende, approssimativamente,
le attuali Toscana, Umbria e Marche. Si ha la deposizione
di: Corniola (calcari grigi, in strati sottili e regolari) –
Rosso Ammonitico (marne e calcari marnosi, in prevalenza
rossi e verdastri, alternati a calcari rossi, dalla
caratteristica struttura nodulare) e Marne del Serrone (da
argille a calcari marnosi, nel complesso,
caratteristicamente, grigi) – Calcari Diasprigni (livelletti
calcarei associati a sottili strati di selce, talora
prevalenti) e Scisti ad Aptici (alternanze di calcari e
selce di colorazione rossa e verdastra).
Nel Giura superiore e nel successivo Creta inferiore
l’ambiente che ci interessa è sempre più di mare aperto e
profondo, con deposizione di calcari prevalenti.
Successivamente, e sino al Paleocene, la regione
umbro-marchigiana rimane un ambiente di sedimentazione
pelagico.
Complessivamente, in questo periodo (dal Creta al Paleocene
– come riferimento temporale da 140 a 55 milioni di anni fa,
circa) si ha la seguente successione sedimentaria: Maiolica
(calcari bianchi ben stratificati, con livelli di selce
nerastra e grigia che iniziano a deporsi nel Titonico
superiore, in altre parole nel Giura superiore) – Marne a
Fucoidi (marne e argille marnose di colori vari, con, in
subordine, calcari e calcari marnosi ed anche livelli di
argilliti nere) – Scaglia Bianca (calcari bianchi con selce
nera, e, in alto, il livello Bonarelli, costituito
prevalentemente da argilliti nere) e Scaglia Rossa (calcari
rosati e rossi con marne rossastre e livelli di selce, pure
rossastra). In particolare, dal Creta medio-superiore al
Paleocene, la zona estrema assume i caratteri di una fossa
rapidamente subsidente. L’insieme di questi fenomeni
determina un mutamento evidente della sedimentazione. I
calcari, praticamente puri, della maiolica lasciano il posto
a depositi marnosi e calcareo marnosi.
Nell’Eocene-Oligocene (circa tra 55 e 24 milioni di anni
fa), e, ancor più, nel seguente Miocene (fino a circa 5
milioni di anni or sono), il territorio è sede di fenomeni
compressivi.
Nell’Eocene si depositano la parte sommitale della Scaglia
Rossa e la Scaglia Variegata (calcari marnosi e marne
calcaree di colore variabile dal rosa al grigio-verde, con
un intervallo inferiore violaceo).
Nell’Oligocene superiore iniziano i fenomeni orogenetici che
interessano inizialmente la parte interna dell’Appennino
settentrionale. Nell’area umbro-marchigiana avviene la
deposizione della Formazione della Scaglia Cinerea (depositi
prevalentemente calcareo marnosi e marnosi di colore
grigio).
Nel Miocene si deposita la Formazione torbiditica della
Marnoso Arenacea (marne variamente argillose con banchi
arenacei), preceduta dalla Formazione del Bisciaro (marne e
calcari siliceo-marnosi, ben stratificati, prevalentemente
grigiastri, ocracei quando alterati, con liste e noduli di
selce nerastra nella porzione medio-inferiore; sono inoltre
presenti livelli di derivazione vulcanica). Il Flysch, in
pratica, è costituito dai sedimenti che si depositano nelle
fosse antistanti il continente in sollevamento, nel momento
culminante del movimento orogenetico. Nel nostro Appennino,
questo si verifica nel Miocene superiore, con l’emersione di
gran parte del sistema montuoso longitudinale.
I depositi flyschoidi lasciano progressivamente il posto a
delle molasse (che ritroviamo tuttavia solo nella zona
marchigiana esterna), la cui presenza ci racconta come le
giovani montagne, frutto dei movimenti compressivi appena
ricordati, sono facile preda dei fenomeni erosivi. La
conformazione dell’Italia è ormai prossima a quella attuale
e gli ambienti si vanno progressivamente dettagliando. Il
mare torna ad invadere la zona umbra che viene anche
nuovamente interessata da fenomeni distensivi. Questi, nelle
aree interne, conducono alla formazione di conche
intermontane, evolutesi durante il Plio-Pleistocene in
ambiente continentale.

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Trevi e la sua montagna
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