trevi de planu

... recuperare una disattenzione storica, come quella subita dal nostro territorio di pianura...

... L'occhio attento ed amorevole di chi vi abita, come quello del visitatore accorto, saprà allora cogliere...

 

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Il territorio della Valle Umbra è fecondo di emergenze storiche, architettoniche e naturalistiche, molto spesso sconosciute e in troppi casi caratterizzate da un avanzato stato di rovina...

 

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Tutti i grandi sono stati bambini una volta (Ma pochi se ne ricordano)

da "Il Piccolo Principe"

di Antoine De Saint-Exupery

 

 

Francesco Francesconi

 

Francesco Fancesconi nacque a Casco dell’Acqua nel marzo del 1823.
Scienziato, filosofo, politico, fu figura di primo piano anche in campo nazionale.
In sede locale, fu consigliere comunale, membro della Giunta municipale e Presidente della Congregazione di Carità. Favorì lo sviluppo delle scuole e riordinò l’ospedale cittadino, chiamando le suore della Sacra Famiglia, fondata da don Pietro Bonilli, a prestarvi un’opera preziosa, di assistenza e carità.
Alla voce omonima de “L’Umbria si racconta”, leggiamo: ”Si laureò a Perugia in utroque, a 23 anni. … Fu amicissimo del Rosmini del quale curò, la stampa del libro: Le cinque piaghe della chiesa, a Perugia, aggiungendovi (pare all’insaputa dell’autore) due lettere sulle elezioni vescovili. Come politico fu amico di Pio IX, di Tomaseo, di D’Azeglio, cercando di portare avanti il progetto della confederazione italiana tra Roma, Firenze, Torino...
Il Francesconi svolse attività poliedrica, occupandosi di ferrovie, lago Trasimeno, inchieste agrarie. All’epoca in cui si disputava sul prosciugamento del grande lago umbro, fece parte della commissione municipale di Perugia all’uopo nominata, esprimendosi contro l’opera di bonifica.
Nella “Storia di Trevi”, di Carlo Zenobi, l’autore dedica un ampio paragrafo al nostro, in corrispondenza dell’anno della morte, 1892.
Ricordiamo, in particolare, la descrizione dei fatti che fecero presentare al Francesconi il libro del Rosmini: “… Eppure toccò al Francesconi di togliere d’imbarazzo il Rosmini. Egli intimo della corte seppe abilmente cogliere il momento opportuno, e un giorno che si trovava a conversare con Pio IX insieme con Mons. Stella, passò quasi furtivamente il libro “Delle Cinque Piaghe” nelle mani di monsignore, ma con un sotterfugio così poco celato, che Pio IX se ne avvide e disse, come era da aspettarsi,: “Che libro abbiamo?”, e il Francesconi, che non desiderava di meglio, rispose: “È un’opera del Rosmini, molto opportuna, io credo, per i tempi nostri”. E il Papa, toltolo di mano a monsignore: “Va bene, disse, voglio leggerlo per primo io”…
Ancora, citiamo dalla stessa opera: “… Il Francesconi fu di carattere indipendente anche in fatto di politica; i suoi principi professò sempre con la coscienza della convinzione senza riguardi, senza paure, senza servilità, senza secondi fini. … Era quindi naturale che non gli dovessero mancare dei fastidi specialmente da parte delle autorità, a cui non potevano restare occulti il pensiero, le relazioni, gl’impegni del Francesconi…” Ed infine: “… Poco prima del 1870 il Francesconi lasciò definitivamente Perugia e se ne tornò alla sua Trevi, mai dimenticata, largamente beneficandola del suo consiglio e del suo lavoro…”.
Una lapide posta nel palazzo comunale di Trevi così lo ricorda: “Al cittadino prof. cav. Francesco Francesconi – che amor di patria e la scienza unirono – per la propaganda del nuovo pensiero filosofico – e per la riscossa del 48 – a Rosmini Gioberti Tomasseo e Mamiani – Trevi tre anni dopo la sua morte”.

 

 

 

 

Casco dell'Acqua - vecchio casolare