trevi de planu
... recuperare una disattenzione storica, come quella
subita dal nostro territorio di pianura...
... L'occhio attento ed amorevole di chi vi abita, come
quello del visitatore accorto, saprà allora cogliere...
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Il territorio della Valle Umbra è fecondo di emergenze
storiche, architettoniche e naturalistiche, molto spesso
sconosciute e in troppi casi caratterizzate da un avanzato
stato di rovina...
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Tutti i grandi sono stati bambini una volta (Ma pochi se
ne ricordano) da "Il Piccolo Principe"
di Antoine De Saint-Exupery
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Pettirosso, “pittirusciu” - Erithacus
rubecula
Lungo meno di 14 cm con un peso che non supera i 16 g, il
pettirosso è uno degli uccelli più facilmente osservabili
nei giardini, nei boschi, nelle campagne alberate,
riconoscibilissimo per il petto e la gola di colore
rosso-arancio, il ventre bianco e le parti superiori
verde-grigiastre. Nel pettirosso, è compito della femmina
costruire il nido, che realizza con materiali vegetali,
piume e crini, fabbricando una sorta di coppa, nascosta tra
gli arbusti o le radici degli alberi, o anche nelle cavità
delle rocce. Si ciba soprattutto di insetti, bacche e semi,
questi ultimi, tra l’altro, sono l’alimento che preferisce
durante i freddi mesi invernali. Quando è in allerta, pronto
all’attacco, il pettirosso mette in grande evidenza la
colorazione del petto, allargando le ali e rizzando la coda.
Usignolo, “rosignolu” - Luscinia
megarhynchos
Grande più o meno come il passero, lungo circa 16 cm per un
peso di 24 g ed un’apertura alare di 24 cm circa, l’usignolo
ha una colorazione dorsale brunastra, con coda fulva e parti
inferiori biancastre. Il becco è piccolo ed appuntito, di
colore scuro. Ha un volo lento e corto, per questo si vede
facilmente correre via, saltellando. Si nutre di insetti,
vermi, ragni, bacche e frutta. Predilige i luoghi umidi e
boscati, si può trovare anche in quelli aridi, purchè vi
siano alberi e cespugli, ove, timido, ama nascondersi. Canta
specialmente di notte, ma non disdegna i canti diurni. È
l’uccello dal trillo amoroso, forse, più melodioso che la
natura ci ha donato, è il “nightingale” ricordato da
William Shakespeare in “Romeo e Giulietta”: “GIULIETTA -
Vuoi già andar via? Il giorno è ancora lontano. / È stato
l’usignolo, non l’allodola, / che ha colpito l’incavo del
tuo orecchio timoroso. / Canta ogni notte, laggiù, su quell’albero
di melograno. / Credimi, amore, era l’usignolo…”.

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Pettirosso
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