trevi de planu

... recuperare una disattenzione storica, come quella subita dal nostro territorio di pianura...

... L'occhio attento ed amorevole di chi vi abita, come quello del visitatore accorto, saprà allora cogliere...

 

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Il territorio della Valle Umbra è fecondo di emergenze storiche, architettoniche e naturalistiche, molto spesso sconosciute e in troppi casi caratterizzate da un avanzato stato di rovina...

 

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Tutti i grandi sono stati bambini una volta (Ma pochi se ne ricordano)

da "Il Piccolo Principe"

di Antoine De Saint-Exupery

 

 

“La sfojata”

 

Si lessa la bieta, precedentemente ben nettata. In una teglia si soffriggono alcune becche d’aglio in olio d’oliva sino a doratura e quindi si tolgono. In quell’olio si “ripassa” la bieta ben strizzata, aggiungendovi sale q.b. Quando si è freddata, si amalgama con pecorino grattugiato. A parte, sulla spianatoia si lavora ½ kg di farina (inizialmente messa a fontana), 1 pizzico di sale, ½ bicchiere di olio d’oliva, fino ad ottenere una pasta piuttosto morbida. Si lascia riposare un poco e, quindi, si stende in una sfoglia molto sottile sulla quale si pone il composto di bieta e pecorino. Si arrotola il tutto e si taglia a pezzi, lunghi circa 10 cm. Il rotolo si può anche lasciare intero e sistemare a serpente, come già descritto nella ricetta della “rocciata”. La “sfojata”, infine, intera o a pezzi, si dispone in una teglia precedentemente oliata e si passa in forno a 200°, fino ad ottenere una bella doratura della sfoglia. In quest’autentica prelibatezza della nostra cucina tradizionale, al posto della bieta si possono usare anche strigoli, cavoli lessati o un misto di erba campagnola.

 

 

 

 

La sfojata