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TREVI
Iniziamo con qualche cenno storico sul capoluogo del territorio che
avremo modo di percorrere da escursionisti.
Trevi all'inizio della sua storia, come narra Durastante Natalucci nella
"Historia... di Trevi", si estendeva principalmente nella piana, in
corrispondenza del nucleo di Santa Maria Pietrarossa. Qui è ancora
possibile ammirare la bella chiesa omonima (foto di Santa Maria di Pietrarossa 1, 2), che una volta era conosciuta
con il nome di Santa Maria de Pie' de Trevi. Si tratta di un edificio
tardomedioevale (fine XIII inizio XIV secolo). Alcuni elementi
architettonici, situati sotto all'attuale piano di campagna, farebbero
supporre una datazione più antica di questa struttura. La presenza di
reperti tratti da edifici romani si spiega, invece, con l'usanza,
diffusissima nel medioevo, d'impiegare pezzi di vecchie costruzioni per
la realizzazione di nuove.
La curiosità sta nel nome "Pietrarossa" legato ad una pietra, rossa
appunto, che si trova incastrata nel secondo pilastro a destra, entrando
nella chiesa. La devozione di un tempo riconosceva a tale pietra virtù
terapeutiche, sia curative, sia favorevoli alla filiazione. La
tradizione ricorda che, per ottenerne i prodigi, s'introduceva l'indice
della mano nel foro presente al centro della pietra. Per inciso, il
blocco lapideo misura circa 64 x 42 cm ed il foro è profondo circa cm
14. È un pezzo di Scaglia Rossa s.l. che può essere datata, da un punto
di vista geologico e con molta approssimazione, tra 50.000.000 e
100.000.000 di anni or sono. Questa formazione è piuttosto frequente
nell'area trevana. La "pietra rossa", quindi, potrebbe essere stata
estratta in una qualunque delle piccole "cave" che, aperte per le
necessità del momento, in seguito non sono state più utilizzate. Dai
tempi più antichi, piccoli e grandi siti estrattivi costellano il nostro
territorio e potremo incontrarli percorrendo i sentieri montani e
collinari, anche quelli che lasciamo all'intuizione degli escursionisti
più attenti e curiosi.
Di fronte alla facciata della chiesa passava l'antica Via Flaminia.
Questa secolare strada romana, a causa dell'impaludamento della vallata,
fu spostata più a monte e arricchita con diverticoli pedemontani. A
testimonianza degli stessi vi è la presenza di piccole pievi medievali
che avremo modo d'ammirare nella nostra scoperta escursionistica delle
frazioni.
Nel III secolo a.C. l'antica Trevi fu conquistata dai romani. A questa
epoca risale un tempio dedicato a Diana Trivia che qui era onorata con
un culto molto sentito.
Nella zona di Pietrarossa, lungo la riva del sacro fiume Clitunno,
sorgevano i bagni che Augusto donò agli Spellani. Possiamo ricordare che
in quei tempi il
fiume Clitunno aveva, sin dalle sorgenti, una portata
idrica sufficiente a renderlo navigabile, tanto che due barche potevano
percorrerlo in senso opposto. L'energia della corrente era tale che le
imbarcazioni lo discendevano senza l'uso dei remi, mentre occorreva
molta forza, anche di pertiche, per procedere incontro alla sorgente. Il
terremoto del 446 d.C., che devastò la regione, ridusse il Clitunno alla
modesta portata attuale.
In generale ricordiamo che i siti del territorio folignate - spoletino
furono abitati sin dall'età della pietra (circa 9.000 anni or sono),
come attestato da ritrovamenti di pietra scheggiata, punte di lance,
raschiatoi, ecc.
Il nome umbro di "Trebia" testimonia la presenza in zona del
Popolo degli Umbri, di origine pre-indoeuropea, di civiltà
sub-appenninica. Le famose tavole eugubine ci confermano che il termine
"TREBIE" è semplicemente un antico toponimo umbro, che stava ad
indicare un luogo con una o più case di particolare riferimento.
Vogliamo ricordare che gli umbri furono soldati forti, coraggiosi e
fedeli, tanto che diversi imperatori romani scelsero la propria guardia
ufficiale tra gli uomini di quest'antica gente. Il fatto che gli
insediamenti umbri non fossero concentrati esclusivamente nelle aree
vallive, è confermato dalla presenza sulle cime delle montagne di zone
fortificate, come sul Monte Serano.
Torniamo con la nostra storia all'epoca romana e al già ricordato tempio
di Diana Trivia.
Secondo la tradizione, questo fu distrutto con l'introduzione del
cristianesimo su ordine di San Feliciano, vescovo e martire, nonché
patrono di Foligno (si festeggia il 24 Gennaio).
Sempre la tradizione vuole Sant'Emiliano (Miliano nei testi antichi)
quale primo vescovo di Trevi. Di certo ne è ora il Patrono ed è
festeggiato il 28 Gennaio. La sera della vigilia una processione si
snoda per le vie della città, illuminate con fiaccole ad olio. Si tratta
della Processione dell'Illuminata
(nella foto un'immagine della processione con la statua di Sant'Emiliano), forse la più antica
dell'Umbria, risalendo all'alto medioevo o al tardo antico. Alle 18,30 (ca.)
del 27 gennaio la statua di Sant'Emiliano viene portata per le vie
dell'antico borgo, seguendo un percorso inalterato dal 1264, preceduta
dai ceri delle imprese artigiane e industriali (un tempo delle arti e
delle corporazioni); grande è a partecipazione delle congregazioni,
antiche e moderne, che animano la vita sociale e culturale di questo
Municipio.
Trevi appartenne al Ducato Longobardo di Spoleto, in qualità di
gastaldato, subendo nell'anno 881 d.C. l'attacco dei Saraceni e quindi
per due volte quello degli Ungari (915 - 924).
Notizie storiche ci indicano che nel 1059 l'imperatore Enrico III unì la
cattedra vescovile trevana a quella di Spoleto: ancora oggi le
Parrocchie del nostro Comune dipendono dalla Diocesi spoletina.
La storia di Trevi fu corredo quasi ininterrotto di contese, alle quali
provò a mettere fine Papa Innocenzo III restituendola alla Chiesa.
Venne, quindi, ripresa da Ottone IV che la riunì all'impero. Di nuovo fu
oggetto di disputa tra Impero e Chiesa e tornò sotto il dominio dei Papi
con Urbano IV.
Frattanto divenne comune libero: risale al 1213 un documento che ricorda
i consoli di Trevi, il cui territorio si estendeva ben oltre gli attuali
confini. Comprendeva, infatti, anche i castelli di Cammoro ed Orsano,
Castel Ritaldi ed i Monti Martani. Per inciso ricordiamo che la
superficie attuale del comune di Trevi è di poco inferiore a 71,2 kmq.
Nella "Storia di Trevi" di Carlo Zenobi, leggiamo che Fratta, San Luca e
Fabbri passarono al Comune di Montefalco nel 1816, per la riforma
territoriale voluta da Pio VII. Sellano e Montesanto si staccarono con
l'editto del 1831 del Cardinale Bernetti. Pettino passò al comune di
Campello sul Clitunno nel 1925.
Trevi fu fedele alla Santa Sede anche nel periodo in cui i Papi
dimorarono in Avignone. Lottò ripetutamente contro i ghibellini di
Spoleto e per questo Gregorio XI accordò ai trevani importanti privilegi
(1373). Mantenne a lungo la protezione del Papa. In questo periodo fu
dapprima indipendente con Bonifacio IX (1389), per poi divenire, nel
corso dello stesso papato, vicariato retto da Ugolino II dei Trinci,
Signore di Foligno. Questi, nel 1400, in nome della Chiesa, occupò i
fortilizi di San Giovanni e Fabbri, allora trevani. In seguito, Papa
Martino V, per timore della gran forza e acquisita potenza della nobile
famiglia folignate, tentò di sottrargli Trevi e Pissignano, per
ritrovarsi, invece, nella necessità di riconfermargli il vicariato per i
successivi tre anni.
Nel 1424, il Cardinale Giovanni Vitelleschi, Arcivescovo di Firenze e
Patriarca di Alessandria, restituì il territorio di Trevi alla Chiesa,
dopo una breve occupazione da parte di Francesco Sforza, duca di Milano,
con il suo capitano, il Piccinino.
In seguito, Niccolò Maurizi, dei Conti di Tolentino, sottomise la nostra
città in nome del papato.
Dal 1440 al 1518 fu retta dai Cardinali legati dell'Umbria. In questo
periodo torna alla cronaca la chiesa di Santa Maria Pietrarossa. Qui,
infatti, per mediazione di San Bernardino da Siena, le Città di Spoleto
e Foligno firmarono la pace del 3 maggio 1444. Tale Atto sancì la fine
di una guerra che aveva portato ai trevani indicibili distruzioni.
Il periodo migliore di Trevi risale sicuramente al basso Medioevo e al
Rinascimento, quando in questo centro fiorirono importanti commerci
(veniva allora chiamato il "porto secco") e si ebbe un'attività
culturale di rara vivacità. Nel 1469 vi fu eretto uno dei primi Monti di
Pietà e un anno più tardi vi venne impiantata una tipografia, la quarta
nella penisola italiana.
A Trevi dimorarono vari papi. Giuseppe Guerrini, ne "Le fonti storiche e
documentarie sulla chiesa di S. Maria Pietrarossa", ricorda Giulio II,
Clemente VII, Paolo III, Clemente VIII.
Nel 1571, Papa Pio V la sottopose a Perugia; quindi, Trevi, possedimenti
compresi, divenne parte della Delegazione apostolica spoletina. In
seguito Papa Pio VI confermò a Trevi il titolo di Città.
Sino all'Impero napoleonico seguì le vicende di Spoleto. Nel 1814 tornò
pontificia e nel 1860 entrò a far parte del Regno d'Italia.
Oggi si può tranquillamente affermare che il comune di Trevi vive un
periodo positivo, evidenziato anche dall'aumento della popolazione che
sta tornando ad abitare i vari borghi, capoluogo compreso.
Concludiamo queste notizie storiche con Giacomo
Leopardi che, avendo avuto occasione di ammirare Trevi nel corso dei
suoi viaggi da Recanati a Roma, la cantò con questi versi:
"Come chi, d'Appennin varcato il dorso
presso Fuligno, per la culla valle
cui rompe il Monte di Spoleto il corso,
prende l'ameno e dilettoso calle,
se il guardo lieto in sulla manca scorso
leva d'un sasso alle scoscese spalle,
bianco, nudato d'ogni fior, d'ogni erba,
vede cosa onde poi memoria serba:
di Trevi la città, che con iscena
d'aerei tetti la ventosa cima
tien si che a cerchio con l'estrema schiena
degli estremi edifici il pie' s'adima;
pur siede in vista limpida e serena
e quasi incanto il viator l'estima,
brillan templi e palagi al chiaro giorno,
e sfavillan finestre intorno intorno".
Per conoscere meglio e
più approfonditamente la storia di Trevi, rimandiamo alle opere citate
in bibliografia, ed in particolare a:
"TREVI- GUIDA TURISTICA"
SILVESTRO NESSI - II ED. A CURA DI ZARLO ZENOBI - COMUNE DI TREVI - 1991
"HISTORIA UNIVERSALE DELLO STATO TEMPORALE ED ECCLESIASTICO DI
TREVI 1745"
DURASTANTE NATALUCCI, A CURA DI CARLO ZENOBI
ED. DELL'ARQUATA - FOLIGNO 1985 "STORIA DI
TREVI 1746 - 1946"
CARLO ZENOBI - EDIZIONI DELL'ARQUATA - FOLIGNO 1987
"TREVI ANTICA - DAL NEOLITICO AL 1214"
CARLO ZENOBI - MRT EDITORE - FOLIGNO 1995
"LA CHIESA DI SANTA MARIA PIETRAROSSA PRESSO TREVI"
AA.VV. - DAL BOLLETTINO DEP. STORIA PATRIA PER L'UMBRIA
VOL. LXXXVII (1990) - PERUGIA 1991
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