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Fumaria officinalis L., fumaria,
o fumosterno, famiglia delle Papaveraceae - il nome del genere deriva
dal termine latino "fumus" che richiama l'aspetto "fumoso" delle
foglie grigio-verdi finemente pennatosette, in altre parole composte di
più foglioline. Secondo la tradizione antica la fumaria non nascerebbe
da un seme ma come emanazione della terra, quasi fosse un fumo vegetale.
Nell'antichità, infatti, era nota con il termine di kapnos tes ges,
tradotto poi in infumus terrae. Se la strappiamo dal suo
substrato, le radici emanano un olezzo gassoso, un poco acre, che
ricorda i vapori dell'acido nitrico. La pianta, nell'insieme, è molto
ramificata. I fiori sono zigomorfi, quindi non raggiati e disposti
secondo un piano unico di simmetria; le corolle sono rosato-porporine.
S'incontra fino a circa m 900 s.l.m. d'altezza. Ha proprietà toniche,
depurative e aperitive. E' ritenuta utile nella cura dell'ipertensione,
tuttavia le qualità terapeutiche specifiche di questa pianta
impongono che s'utilizzi solo sotto controllo medico. La fumaria è
considerata simbolo della gelosia, sentimento ritenuto amaro e cattivo
come il sapore di questa piantina che in Francia è conosciuta anche con
il termine popolare di "fiele di terra". (Itinerario delle frazioni).
Papaver rhoeas L., papavero
o rosolaccio, famiglia
delle Papaveraceae - una volta questa pianta veniva usata dalla medicina
popolare come calmante. È il papavero che tinge di rosso i campi alla
fine della primavera, inizio dell'estate. La corolla è di grandi
dimensioni, con quattro petali di colore rosso vivo, raramente bianco, e
alla base una caratteristica macchia nera. La pianta si presenta
rivestita di peli. Contiene un alcaloide, un colorante (nei fiori) e
mucillagine. La capsula è glabra e rigonfia. Sembra che possieda
proprietà sedative anche della tosse. Può tuttavia provocare nausea,
vomito e, sembra, anche una leggera reazione di tipo febbrile. Il
nome del genere deriva dalla lingua celtica ove il termine "papa"
significa poltiglia. La tradizione vuole che una poltiglia di petali di
papavero venisse, nei tempi antichi, mescolata alla pappa dei bimbi per
favorirne il sonno (e lasciare così dormire i genitori), ma ovviamente
questo è certamente un esempio da non seguire.
Simile al rhoeas è il Papaver dubium L., in cui la capsula
è pure glabra, però clavata, cioè allungata, le foglie sono doppiamente
pennate e manca la macchia scura alla base dei petali. Nei nostri prati
possiamo incontrare inoltre un altro papavero, più piccolo e meno
appariscente dei precedenti. Si presenta con i quattro petali rossi che
non si sovrappongono e con la capsula clavata, pelosa. Si tratta del
Papaver argemone L., papavero selvatico, dalle proprietà simili a
quelle descritte. Il papavero si è diffuso praticamente ovunque con le
colture (Itinerario delle frazioni).
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