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L'Italia ha un cuore verde: l'Umbria. L'umbria ha uno splendido punto panoramico, da dove lo sguardo si perde...

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Angelica archangelica L., arcangelica, famiglia delle Umbellifere - è una pianta erbacea alta fino a 2 m, molto aromatica. Il fusto è cavo e scanalato, spesso di colore rossastro. La radice è carnosa. Ha foglie bipennate o tripennate, lunghe fino a 50-60 cm, con la terminale in genere trilobata. I fiori sono bianchi-verdastri o crema, riuniti in piccole ombrelle che, a loro volta, formano una grande ombrella. I fiori secernono un liquido zuccherino molto apprezzato dalle api. Il frutto è costituito da due semi provvisti di tre coste molto evidenti. L'arcangelica fiorisce da giugno a settembre. Si tratta di una pianta molto nota, utilizzata sin dall'antichità, tanto da essere considerata rimedio per ogni male. Negli antichi trattati erboristici era chiamata "Radice dello Spirito Santo" e "Erba degli Angeli" poiché si credeva consacrata all'Arcangelo Michele. Negli erbari cinquecenteschi, per preservarsi dal contagio della peste, si raccomandava di annusare la radice di arcangelica imbevuta d'aceto. Nel Rinascimento, si usava bruciarne le foglie per purificare gli ambienti; rimedio questo già conosciuto dai Romani. Ed ora qualche notizia. Iniziamo con la ricetta dell'elisir di arcangelica: prendiamo 50 grammi di radice di arcangelica ridotta in polvere. Li poniamo in infusione per venti giorni in 5 dl di alcool da liquori. Il composto va agitato due, tre volte il giorno. Trascorsi i giorni indicati lo uniamo ad uno sciroppo, ottenuto preventivamente con mezzo litro d'acqua e 250 grammi di zucchero e fatto bollire per qualche minuto. L'elisir è apprezzato per le virtù digestive. Va bevuto al bisogno, con estrema moderazione (come tutti gli alcolici). I rametti giovani, colti all'inizio dell'estate, possono essere canditi, mentre le foglie sono utilizzabili per aromatizzare formaggi molli. Ricordiamo che la ricchezza di zuccheri dell'arcangelica ne sconsiglia l'uso a tutti coloro che debbono seguire una dieta povera di sostanze zuccherine. Le foglie di arcangelica sono indicate per profumati pot-pourri, da miscelare con i fiori desiderati. Specie simile all'arcangelica è l'Angelica sylvestris L., angelica. Si tratta di una pianta poco o affatto aromatica, con ombrelle di fiori bianchi o rosei. Le foglie sono simili a quelle dell'arcangelica, tuttavia la foglia terminale se ne distingue essendo in genere da ovato a bislungo-lanceolata. Il frutto dell'angelica ha le coste dorsali ottuse mentre quello dell'arcangelica, di dimensioni appena superiori, le ha acute. L'angelica fiorisce da luglio ad ottobre. Ovviamente, attenzione a non confonderle (Itinerario delle frazioni).

Conium maculatum L., cicuta, famiglia delle Umbelliferae - si tratta di una pianta erbacea che emana cattivo odore. Può raggiungere la considerevole altezza di due metri. Ha fusto cavo, ramificato, solcato, con macchie di colore rosso vinoso specialmente alla base. Le foglie sono 4-5 volte pennate, di colore verde intenso, simili a quelle del prezzemolo. I fiori della cicuta sono piccoli e bianchi, riuniti in ombrelle, e compaiono da giugno a settembre. Il frutto è lungo fino a 3,5 mm circa, ha forma ad uovo e presenta cinque costole, ondulate e prominenti. Tutte le parti della pianta sono tossiche, ma i semi contengono la maggiore concentrazione di sostanze velenose. Le radici, fusiformi e biancastre, si possono confondere con quelle della pastinaca, che viceversa sono commestibili. I semi sono simili a quelli di varie ombrellifere dall'aroma d'anice, come noto molto apprezzato in cucina. Gli avvelenamenti, pertanto, derivano spesso da un cattivo riconoscimento della pianta che è confusa con specie simili eduli. È dunque necessario prestare la massima attenzione quando in campagna ricerchiamo le piante da utilizzare nelle nostre mense. È quasi inutile ricordare che Socrate, condannato a morte nel 399 a.C., fu giustiziato costringendolo a bere una pozione preparata con la cicuta. Un'ultima annotazione, la cicuta contiene una sostanza la coniina ritenuta cancerogena alla stessa stregua della nicotina.

Daucus carota L., carota selvatica, famiglia delle Umbelliferae - ha minuscoli fiori bianchi riuniti a formare delle ombrellette tutte disposte su un piano unico. Spesso i fiori centrali sono porporino-scuri. Ha foglie pennatopartite, in altre parole composte da più foglioline finemente suddivise. Ha proprietà vitaminizzanti, mineralizzanti, diuretiche, depu-rative, regolatrici intestinali, antinfiammatorie e aperitive; il principio attivo è il carotene. Con la radice fresca, ridotta in polpa e cotta, si curavano i disturbi intestinali dei bambini. Applicata esternamente sulla pelle era utilizzata come coadiuvante nelle piccole infiammazioni dermatologiche, ad esempio in caso di eccessiva esposizione al sole (Itinerario delle frazioni).

 

 

 

Per facilitare il riconoscimento delle specie, per un migliore utilizzo delle schede da parte dei neofiti, abbiamo diviso le piante secondo i colori dei fiori. All'interno di ogni colore abbiamo schedato le famiglie in ordine alfabetico. Infine, abbiamo riportato separatamente le felci e le orchidee. All'interno di ogni famiglia abbiamo ordinato i generi e le specie, ancora una volta, per ordine alfabetico, riportando prima il termine scientifico, secondo la nomenclatura proposta in "Flora Italica" dello Zangheri, e quindi, evidenziato in celeste, il nome volgare.