|
|
Arum italicum Miller, Arum maculatum L.,
gigaro, famiglia delle Araceae - il genere Arum conta 12 specie, diffuse in particolare
nell'Europa centrale e meridionale. La specie italicum si
presenta con un'unica spata bianco-giallastra (si tratta di una
brattea), mentre il maculatum, ha la spata verde-giallastra con
macchie violacee, scure, da cui deriva il nome specifico. Le foglie sono
di colore verde scuro; nel caso del maculatum, con le solite
macchie bruno-violacee. I frutti sono pannocchie di bacche color
rosso-arancio. Gli stimmi dei fiori femminili producono un nettare
dolce. Gli Arum sono velenosi e in particolare sono
pericolose le bacche rosse che attirano, per la vivace colorazione, i
bambini. In letteratura sono effettivamente riportati casi
d'avvelenamento di bimbi per ingestione di bacche di gigaro. Altra parte
abbastanza velenosa di questa pianta è la radice. I veleni contenuti nei
rizomi sono piuttosto labili: una volta bollite, le parti ipogee sono
innocue anche per l'uomo. Si ricorda, ad esempio, che in tempo di
carestia i rizomi bolliti di gigaro scuro (A. maculatum) sono
stati presenti sulle mense più povere. Interessante è conoscere il
sistema d'impollinazione di questo genere. Il vero fiore, in realtà si
parla di un'infiorescenza, è lo spadice, protetto dalla brattea chiara
esterna che l'avvolge a mo' di cartoccio. Lo spadice emette un odore
sgradevole che attira moscerini, mosche ed altri insetti. La parte
superiore dell'infio-rescenza, così come la superficie interna della
spata, è scivolosa. Gli animaletti che vi si posano slittano pertanto
verso il fondo della brattea, precipitando verso la porzione inferiore
dell'infiorescenza, costituita da minuscoli fiorellini femminili che
sono in conseguenza impollinati. Ad evitare che l'insetto s'involi,
senza aver completato la complicata operazione di fecondazione, ci
pensano i fiori intermedi e quelli superiori, sterili. Questi hanno
delle setole ricurve che impediscono all'animaletto d'allontanarsi.
Quando i fiori maschili, che si trovano sopra i femminili e sopra la
prima serie di quelli atrofizzati, arrivano a produrre il polline, i
fiori sterili appassiscono, la spata e lo spadice perdono la
scivolosità. A questo punto gli insetti, ormai imbrattati dal polline,
sono liberi d'uscire per continuare la loro opera, volando e quindi
sdrucciolando all'interno del gigaro successivo. Per inciso, lo spadice
ha la parte apicale gialla nell'italicum e violacea nel
maculatum (Itinerario delle frazioni).
|
|