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Una pubblicazione accurata, utile, stimolante. Una lettura piacevole e curiosa. Un punto di orgoglio per chi ama questo territorio...

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L'Italia ha un cuore verde: l'Umbria. L'umbria ha uno splendido punto panoramico, da dove lo sguardo si perde...

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Di seguito sono riportate le schede descrittive di alcuni altri animali che abbiamo avuto occasione di incontrare (almeno una volta) percorrendo gli itinerari proposti. Queste sono ordinate semplicemente in ordine alfabetico secondo il nome italiano, evidenziato in celeste, con cui l'animale è conosciuto. Il termine volgare è seguito da quello latino e talvolta da quello dialettale, locale.

 

 

 

Il biacco (Coluber viridiflavus), della famiglia dei Colubridi, è un colubro slanciato, con la testa piccola, la pupilla arrotondata e le squame lisce. Le barre trasversali scure, predominanti nella parte posteriore dell'animale, interrompono la colorazione chiara, giallastra, caratteristica della parte anteriore. Si tratta di un serpente vigile, aggressivo, mordace, che si difende facilmente attaccando quando si sente minacciato, ma assolutamente non velenoso. Nella foto, scattata la mattina presto mentre l'animale stava godendosi i primi caldi raggi del sole, si nota il buon mimetismo che permette a questo colubro di "nascondersi" tra gli arbusti di una siepe. (Itinerario delle frazioni).

L'orbettino (Anguis fragilis), della famiglia degli Anguinidi, è una lucertola senza arti, simile ad un serpentello (lunghezza sino a cm 45 circa), di colore grigio o bruno, con linee longitudinali scure. Si alimenta di lumache e lombrichi. Alcuni elementi possono indicare ad un osservatore attento che l'orbettino è un sauro e non un serpente. Tra questi ricordiamo la forma dell'occhio, munito di palpebre, e la capacità di mutilare la coda in caso d'attacco da parte di predatori (Notizia tratta da: "Quaderno di campo - INVITO AL BIOWATCHING" - Progetto di Francesco Mezzatesta e Franca Zanichelli - allegato ad AIRONE n. 178 - Febbraio 1996 - Editoriale Giorgio Mondadori - Milano).

Il ramarro (Lacerta viridis) - raganaccio, in dialetto - è una "lucertola" (appartiene alla famiglia dei Lacertidi) che raggiunge la lunghezza di cm 40, con la coda che è lunga il doppio del corpo. Ha la testa appuntita e gli occhi di colore bruno. È inconfondibile per il caratteristico colore verde azzurro della parte superiore. Nel periodo dell'accoppiamento ha piccoli punti neri che costellano la parte inferiore, generalmente di colore da giallo a bianco. Si nutre di cavallette ed insetti. È comunissimo e s'incontra con gran facilità ai margini delle strade, sui terreni pietrosi, assolati, sulle ripe, tra i vigneti.

Tritone crestato italiano (Triturus carnifex) - (della famiglia delle Salamandride, classe degli Anfibi), è il più grosso tritone presente in Italia. Le femmine possono raggiungere anche 20 cm di lunghezza, mentre i maschi, di solito, non superano i 15 cm. In media gli individui di tritone crestato italiano hanno una lunghezza compresa tra i 10 e i 15 cm. Nei due sessi il colore delle parti dorsali va dal grigio-nerastro, al bruno-olivastro, sino al bruno scuro. Lungo tutto il dorso sono irregolarmente disposte varie macchie, più scure del fondo. La gola è scura, punteggiata di chiaro, mentre la regione ventrale va dal giallo all'arancio-rossiccio, anche intenso, con numerose macchie scure di forme e dimensioni molto variabili. Il maschio si riconosce per la cresta vertebrale. Questa è estesa a tutto il dorso, fino alla base del muso; ha margine dentellato, è alta anche più di un centimetro (durante la fregola) ed è nettamente separata dalla cresta caudale. Sui lati della coda è presente una fascia biancastra. Le femmine e i subadulti della stessa specie hanno linea dorsale gialla o arancione. Questa stria è sempre presente nelle femmine adulte nel periodo fecondo. Nella stagione riproduttiva, il tritone crestato italiano vive in acqua: in stagni, maceri, pozze, fontanili e risorgive, canali, torrenti a lento corso, fossi, raccolte d'acqua temporanee, ecc., tanto in ambiente boschivo quanto aperto. Vi si può trattenere per lungo tempo, anche dopo la stagione degli amori, che avviene, generalmente, fra la fine dell'inverno e l'inizio dell'estate, a seconda dell'altitudine. La femmina depone di solito da 200 a 300 uova. Fuori dall'acqua, il tritone crestato italiano predilige ambienti prativi e boschivi. Nella sua vita terricola, essendo molto lento negli spostamenti, si ciba essenzialmente di vermi, insetti e lumache. In acqua, diviene un animale molto agile che si nutre di invertebrati acquatici ma anche di uova e girini di altri anfibi. Presenta il fenomeno della neotenia, per il quale un individuo raggiunge la maturità sessuale durante il periodo larvale e, arrestando il suo sviluppo, conserva le caratteristiche morfologiche e anatomiche della larva, trasmettendole  anche ai discendenti (dal Dizionario De Mauro - Paravia, on line). Il tritone crestato italiano sverna nel suolo sotto le pietre, in ceppi di alberi o in tane di micromammiferi. In base a ricerche biochimiche, è attualmente considerata una specie distinta dal Triturus cristatus, al quale fino a qualche anno fa era riferita. Diffuso in gran parte dell'Italia continentale e peninsulare, il tritone crestato italiano un tempo era molto comune, mentre oggi è sempre più raro a causa della progressiva perdita degli habitat caratteristici.  La specie Triturus carnifex è inclusa nell'allegato IV della Direttiva CEE 92/43 del 1992 (Specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa) e nell'allegato II della Direttiva CEE 92/43 (Aggiornato con la Direttiva 97/62/CE - Specie animali e vegetali di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione).
Nel nostro territorio comunale, questa specie (foto 1, 2) è presente in diverse pozze d'acqua, ad ulteriore dimostrazione di un ambiente integro, di grande interesse, che merita una salvaguardia attenta e puntuale. 

A chi interessa conoscere più in dettaglio gli animali dell'Umbria consigliamo un'opera citata anche in bibliografia:

"QUADERNI DELLA REGIONE DELL'UMBRIA - CONOSCERE L'UMBRIA - Gli Ambienti - La Fauna" - VOL. I - REGIONE DELL'UMBRIA - GIUNTA REGIONALE - PERUGIA 1987.