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     Scheda morfo-tassonomica

     Praerycites   

Praerycites Venturi, 1981

Specie tipo: Praerycites seranensis Venturi, 1981
Etimologia del nome: da Erycites, ammonite dell'Aaleniano appenninico e tetideo, e da "prae" indicante il precursore del genere. Il nome della specie ricorda il monte Serano.

N.B.: il taxon è molto importante perché esclusivo e tipico dell'area italiana.

Tassonomia: Ammonoidea, Ammonitida, Hammatoceratoidea, Hammotoceratidae, Hammatoceratinae (oppure Rarenodini).

La diagnosi è basata prevalentemente sulla specie tipo, da Venturi e Ferri:

  • conchiglie di piccola e media taglia, mediamente involute,

  • spira crescente rapidamente in altezza e non molto ricoprentesi (r = ¼),

  • sezione tondeggiante ogivale e area ventrale liscia, percorsa da "carena" bassa, stretta e arrotondata,

  • coste semplici nei giri interni, poi partenti da nodi ombelicali poco rilevati, terminanti allargandosi e sfumando leggermente proiettandosi,

  • bordo ombelicale arrotondato,

  • struttura mediamente frastagliata con lobi arborescenti,

  • E meno lungo di L, che è trifido,

  • U2 ben sviluppato e U3 obliquo sospensivo,

  • U1 ben sviluppato e I lungo mono-bipolare (vedi figura),

  • la sella ES è poco più larga di LS1.

 

(Linea di sutura dell'olotipo di Praerycites seranensis Venturi, immagine dell'originale conservato nella bacheca, ubicata nella palazzina di Geologia, Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Perugia)

L'esemplare tipo del genere, proveniente da Piano Pozzo (versante sud del M. Serano), è esposto nell'aula laboratorio della palazzina di Geologia, annessa al Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Perugia; nella stessa teca è esposto anche il tipo di Rarenodia.

(Linea di sutura di Rarenodia sp., immagine dell'originale conservato nella bacheca, ubicata nella palazzina di Geologia, Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Perugia)

  

(Praerycites seranensis, esemplare tipo trovato in un affioramento di Rosso Ammonitico in loc. Piano Pozzo, versante sud del Monte Serano - collezione Università degli Studi di Perugia)

Il genere Praerycites costituisce un esempio importante per valutare l'interesse paleogeografico degli ammoniti, fossili di molluschi marini paleo e mesozoici.
Esiste una scheda dell'esemplare generopitpo e olotipo di Praerycites seranensis compilata da Venturi, nel 2004, molto dettagliata.

Questo genere insieme a Rarenodia (il cui esemplare tipo del genere proviene dai monti della Valnerina) rappresenta sicuramente una sottofamiglia (Rarenodini) della provincia nordafricana italiana, greca e forse turca (Venturi, 2003, 2004).

Dall'esame biostratigrafico di numerose successioni, tetidee prima e mondiali dopo, emerge che gli Hammatoceratoidea sono molto diffusi a partire dal Toarciano superiore e solamente nell'area tetidea mediterranea sono presenti già dal Toarciano inferiore.


 

La motivazione più plausibile è di natura paleogeografica: si considera che il nostro bacino non sia stato in comunicazione con gli altri limitrofi a causa di soglie rilevate. Queste non avrebbero permesso il passaggio di faune marine di media profondità, ma lo avrebbero consentito a faune marine di bassa profondità, come gli Hildoceratidae.

Ciò non toglie che la spiegazione possa essere di natura biologica e connessa con la strategia riproduttiva.

Escludendo, momentaneamente, quest'ultima ipotesi, quella paleogeografica di De Wever durante il Toarciano appoggerebbe la difficoltà dello scambio faunistico, dando l'idea che l'ambiente mediterraneo di pertinenza nord-africana fosse ben separato, tramite piattaforme, dal mare oceanico (Tetide s. s.) orientale, e da quello boreale tramite barriera ecologica.
Separazione che, per quel che riguarda i Rarenodini, in base alle conoscenze attuali, sembra possa esserci stata anche per il dominio betico, della Spagna attuale.

(Bacheca con esemplare tipo di Praerycites seranensis, ubicata nella palazzina di Geologia, Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Perugia)

 

www.treviambiente.it - collaborazione scientifica Federico Venturi Professore associato di Paleontologia - Università degli Studi di Perugia