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Scheda morfo-tassonomica
Hildoceras
Hildoceras Hyatt,
1867
Specie tipo Hildoceras bifrons Brughiere, 1789
Sua distribuzione stratigrafica Giurassico inferiore (Lias),
Toarciano medio
Etimologia del nome: da S. Hilda, badessa inglese, e ceras
= corno
Tassonomia: Ammonoidea, Ammonitida, Ammonitine, Hildoceratoidea,
Hildoceratidae, Hildoceratinae
In
Arkell et al. si ha una diagnosi molto succinta, citiamo letteralmente:
"usualmente
un solco mediano laterale ben inciso. All’interno le coste sono
attenuate o assenti ma, fuori, forti rursiradiate e falcate".
In Appennino la specie tipo non è molto comune, al suo posto è
frequente la specie H. angustisiphonatum, caratterizzata da
conchiglia appiattita, sezione della spira alta, coste fini e fitte
e area ventrale stretta con solchi sifonali poco incisi. Per la
definizione di Gabilly, 1976, gli Hildoceras sono
caratterizzati da coste anguliradiate, per il brusco cambiamento
direzionale tra il segmento interno e quello medio (vedi figura).
Nel Treatise non si parla della struttura, ma Venturi e
Ferri, 2004, trattano ampiamente questo genere, disegnandone le suture
e illustrando varie specie appenniniche. Qui la sutura viene definita
“poco frastagliata, con E più corto di L e lobi ombelicali in
numero di tre (U2,U3,U1)”.
(Hildoceras
tethysi, trovata in un affioramento di Rosso Ammonitico a Monte
Rozzo)
(Hildoceras
tethysi, sulla sinistra sono evidenti segni di predazione)
Qui
aggiungiamo che la sella ES è larga il doppio di LS1 e che il lobo
interno (visibile solo nei frammenti ) è minutamente dentellato
monopolare. Per maggiori dettagli ed informazioni può essere utile
consultare anche la sutura in Venturi e Rossi, 2004, fig. 64.
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