Spoleto
I patriarchi verdi
- Acero minore – Spoleto, Ancaiano – Le Cese, Eremo di San Giovanni Battista (Rocca di Ancaiano)
- Bagolaro – Spoleto, Poreta
- Carpino nero – Spoleto, villa Redenta
- Castagno – Spoleto, Montebibico
- Cedro del Libano – Spoleto, villa Redenta
- Cedro dell’Himalaya – Spoleto, piazza della Signoria, giardini pubblici (1)
- Cedro dell’Himalaya – Spoleto, piazza della Signoria, giardini pubblici (2)
- Cipresso comune – Spoleto, cimitero monumentale
- Cipresso comune – Spoleto, Terraia, villa Pianciani
- Cipresso comune – Spoleto, via Primo Maggio
- Corbezzolo – Spoleto, Terraia, villa Pianciani
- Faggi – Spoleto, San Pietro in Monte
- Gelso bianco – Spoleto, Terraia
- Ginkgo biloba – Spoleto, viale G. Matteotti
- Glicine – Spoleto, Terraia, villa Pianciani
- Leccio – Spoleto, Monteluco
- Leccio – Spoleto, villa Redenta
- Olivi – Licina
- Olivo – Spoleto, Sant’Angelo in Mercole
- Olmo – Spoleto, Santa Maria in Campis
- Orniello – Spoleto, Terraia, villa Pianciani
- Pero – Spoleto, Terraia, villa Pianciani
- Pino domestico – Spoleto, viale G. Matteotti
- Pino strobo – Spoleto, viale G. Matteotti, Casina dell’Ippocastano
- Platano comune – Spoleto, largo Fratelli Cairoli, palazzo Marignoli
- Platano comune – Spoleto, via Fratelli Cervi, ex stazione Spoleto-Norcia
- Roverella – Spoleto, Bazzano superiore
- Roverella – Spoleto, Cimurano, via San Francesco (1)
- Roverella – Spoleto, Cimurano, via San Francesco (2)
- Roverella – Spoleto, Eggi
- Roverella – Spoleto, Montebibico
- Roverella – Spoleto, Oriolo
- Roverella – Spoleto, Santa Maria di Reggiano
- Sequoia – Spoleto, viale G. Matteotti, Casina dell’Ippocastano
- Tasso – Spoleto, Bazzano Superiore
Punti di interesse
CASTELLO DI BAZZANO
Si ha notizia del CASTELLO DI BAZZANO fin dal 1180 quando fu donato da Monaldo, figlio del Conte Sinibaldo, al Comune di Spoleto. Bazzano si divide in due distinti nuclei: Bazzano Superiore e Bazzano Inferiore, di cui sono ancora visibili i resti delle antiche fortificazioni. Questi luoghi furono frequentati fin dal Medioevo dalle genti provenienti dalle Marche e dalla Valnerina in pellegrinaggio verso Assisi. Un’antica via congiunge, infatti, la Valle Spoletana con la Valnerina; oggi parte di questa strada coincide con la via di Francesco – via di Roma. Un crocevia ai piedi del monte Giove, chiamato appunto il Valico dei Pellegrini, ricorda questi antichi viaggiatori che erano soliti inginocchiarsi e farsi il segno della croce giunti in questo sito.
SAN GIACOMO
L’abitato di SAN GIACOMO sorge intorno al caratteristico castello di pianura ancora cinto da mura. Del paese si hanno notizie fin dal 1279 per la presenza di un ospedale che accoglieva i pellegrini in cammino per Roma e per Santiago di Compostela. La fortificazione risale invece al 1378. Nella piazza del paese sorge la chiesa di San Giacomo, arricchita da un ciclo di affreschi di Giovanni di Pietro detto Lo Spagna risalenti al 1526, tra i quali quello che rappresenta il famoso miracolo dei galli di Santo Domingo de la Calzada in Spagna, a dimostrazione di un antico legame con le vie di pellegrinaggio europee. La chiesa, purtroppo, ha subito pochi anni fa un crollo della volta della navata centrale, non ancora restaurata.
MUSEO DELLE MINIERE DI MORGNANO
In frazione Santa Croce è possibile visitare il MUSEO DELLE MINIERE DI MORGNANO. Un’esposizione permanente racconta il lavoro svolto nella miniera di lignite durato all’incirca cento anni. Le miniere furono chiuse dopo un disastroso incidente nei primi anni Sessanta del secolo scorso. Orari e modalità di visita possono essere consultati su www.amicidelleminiere.it
SAN BRIZIO
Lungo la via Tuderte, prima di raggiungere La Bruna di Castel Ritaldi, si trova la frazione di SAN BRIZIO con la pieve omonima. Eretta nel XII secolo conserva all’interno un interessante pavimento ‘cosmatesco’ in cotto, numerose testimonianze di epoca tardo romana, affreschi e la cripta con il sarcofago che, secondo la tradizione, accolse il corpo del santo titolare. Nella chiesa è conservata anche una tavola del pittore Jacopo Siculo, raffigurante san Giuseppe avvertito dall’Angelo, la Vergine e san Brizio.
SAN GIOVANNI BATTISTA - SAN MICHELE ARCANGELO
Percorrendo le stradine di Eggi si possono visitare le due chiese del paese: SAN GIOVANNI BATTISTA, che contiene affreschi cinquecenteschi eseguiti da Giovanni di Pietro detto Lo Spagna, e SAN MICHELE ARCANGELO al cui interno si conservano affreschi di scuola umbra dei secoli XIV e XV del ‘Maestro di Eggi’.
Tra i più interessanti ricordiamo una Madonna della Quercia eseguita da anonimo e datata 1515. La Madonna della Quercia è venerata soprattutto nel viterbese come protettrice dalla peste.Viene rappresentata, secondo la tradizione, su una tegola appesa a una quercia, ricordando la celebre immagine della Madonna intorno alla quale si sviluppò una grande devozione in occasione della pestilenza del 1467.
MONTEBIBICO
La piccola frazione di MONTEBIBICO risale al Medioevo e nasce probabilmente come castello a difesa delle terre del Ducato di Spoleto.
Al centro del piccolo abitato vi è la chiesa parrocchiale dedicata a San Michele Arcangelo. Il toponimo sta a indicare un’antica proprietà collettiva Mons publicus.
CASTELLO DI STRETTURA
Il CASTELLO DI STRETTURA è sorto come fortezza difensiva e di avvistamento. Fu fatto costruire alla fine del XIII secolo da papa Bonifacio VIII per il controllo della strada romana, a quei tempi insidiosa e frequentata dai briganti. Attualmente i resti della fortificazione ospitano una struttura ricettiva.
BOSCO SACRO
Sul piazzale di Monteluco, opposta alla fontanella, si trova la porta di accesso al BOSCO SACRO: un largo sentiero attraversa l’antica lecceta fino al cippo che ricorda la Lex Spoletina. Da qui il percorso si dirama in due direzioni, una scende verso il belvedere, ove si può notare, a conferma della splendida vista, l’iscrizione con la frase attribuita a san Francesco «Nil iucundius vidi valle mea spoletana» [Non ho visto niente di più giocondo della mia valle spoletana], l’altra sulla sinistra sale verso le grotte dedicate a sant’Antonio e a san Bernardino da Siena.
CONVENTO DI SAN FRANCESCO o EREMO FRANCESCANO
Il CONVENTO DI SAN FRANCESCO o EREMO FRANCESCANO con, ancora visibili, le celle dei frati e il vecchio dormitorio che furono approntati dal santo di Assisi e dai suoi seguaci fin dal 1218. Francesco ricevette in dono dai monaci benedettini della vicina San Giuliano una cappella dedicata a santa Caterina di Alessandria che diventò il primo nucleo per l’edificazione del convento.
SENTIERO DA SPOLETO A MONTELUCO
SENTIERO DA SPOLETO A MONTELUCO: ci si accede presso il Fortilizio dei Mulini, superato il Ponte delle Torri di Spoleto. Qui la segnaletica indica vari percorsi: citiamo la mulattiera che sale per circa 2 km fino alla vetta, passando tra i folti boschi di leccio, gli eremi e le ville costruite sulle pendici del monte [‘Da Spoleto a Monteluco’, www.comunespoleto.gov.it].
GIRO DEI CONDOTTI
GIRO DEI CONDOTTI: dal Fortilizio dei Mulini il sentiero che volge sulla sinistra porta a una facile escursione che termina alla Ponzianina. Lungo il percorso si notano, di tanto in tanto, i resti dell’antico acquedotto. Si incrociano, prima di intraprendere la discesa alla Ponzianina, l’antico monastero di Santa Maria inter Angelos e l’eremo di Sant’Elisabetta [‘Giro dei Condotti’, www.comunespoleto.gov.it].
ABBAZIA DI SAN GIULIANO
L’ABBAZIA DI SAN GIULIANO si incontra salendo al Monteluco. Le numerose testimonianze indicano che il luogo era frequentato dagli eremiti fin dal V-VI secolo divenendo sito di un’importante abbazia benedettina e che fu sant’Isacco (monaco siriano) a dare inizio al lungo periodo di eremitaggio sul monte. L’aspetto attuale della chiesa risale al XII secolo. Anche se molto si è perduto della costruzione romanica, rimangono sulla facciata le decorazioni scultoree del portale e una bella trifora che lo sormonta. All’interno sono visibili affreschi che raccontano le storie di sant’Isacco che qui venne sepolto e figure di santi eremiti. Nell’abside sono raffigurati otto santi benedettini, una Madonna con il Bambino, san Benedetto in trono tra i santi Isacco, Mauro, Placido, Giuliano, Scolastica e la beata Gregoria con il cartiglio della donazione (secondo la tradizione, Gregoria è colei che donò a Isacco i propri possedimenti sul Monteluco per avviare la costruzione della chiesa) e nel catino una Incoronazione della Vergine tra angeli.
BASILICA DI SAN PIETRO
La BASILICA DI SAN PIETRO, ai piedi del Monteluco, è considerata una delle chiese più importanti dell’Umbria.
Luogo di sepoltura di vescovi già prima dell’anno Mille, l’attuale aspetto della facciata risale ai secoli XII e XIII. Alla basilica si accede da un’ampia scalinata seicentesca, all’inizio della strada per Monteluco (SP 462), lungo la SS Flaminia. Gli splendidi bassorilievi figurati della facciata si dispiegano in riquadri ai lati del portale centrale come un racconto fotografico o un libro di immagini.Tra le storie rappresentate alcune sono tratte da favole e bestiari medievali come La volpe finta morta e i corvi e Il lupo studente e il montone, mentre le altre raffigurazioni simboleggiano l’eterna lotta dell’uomo contro il male e storie di Pietro.
Nel portale centrale, pure ornato da bassorilievi, l’iconografia medievale si dispiega con racemi, cervi e pavoni. I leoni fiancheggiano l’ingresso principale, gli arieti quelli laterali. In alto il rosone con gli Evangelisti. L’interno riporta la data del rifacimento: 1699. Negli annessi esterni, alla destra della facciata, nelle murature si trovano frammenti di epoca romana, altomedievale e romanica.
PORETA - CASTELLO DI PORETA - SILVIGNANO - VILLA DELLA GENGA - FONTI DEL CLITUNNO
La frazione di PORETA dista da Spoleto circa 9 km. Si raggiunge percorrendo la vecchia SS Flaminia in direzione nord. Il piccolo centro conserva belle case rurali. Da vedere è il CASTELLO DI PORETA risalente al XIII secolo con la sua chiesa dedicata a santa Maria della Misericordia. La posizione dominante sulla piana spoletina permette di volgere lo sguardo su un territorio circondato da estesi oliveti. Lungo la salita che porta al castello, poco sotto l’ingresso, vegeta un olivo di grandi dimensioni. La frazione di Poreta è attraversata dalla via di Francesco – via di Roma.
Poco distante da Poreta, a circa 3 km, sorge il borgo di SILVIGNANO, insediamento di antica origine, di cui si ha testimonianza documentaria a partire dal XII secolo. Nei dintorni ricordiamo anche la VILLA DELLA GENGA (ora struttura ricettiva), della metà del ’600, fatta costruire dal cardinale Annibale della Genga che nel 1823 divenne papa con il nome di Leone XII.
Scendendo sulla vecchia SS Flaminia, a pochi chilometri in direzione di Foligno, si incontrano le FONTI DEL CLITUNNO.
MONTE IL CERCHIO
In questa area dei monti Martani, tra Colpetrazzo (Massa Martana) e Montemartano (Spoleto) con una superficie di circa 1.596 ha, si estende il SIC della rete ecologica Natura 2000 MONTE IL CERCHIO (codice IT5210060).
Interessa i rilievi compresi tra monte il Cerchio e monte Prallongo. La morfologia di questo sito varia da collinare a basso-montana, con numerosi fossi e torrenti, vasti pascoli sommitali e importanti superficie a bosco. Sul versante occidentale, spicca per interesse una lecceta mista con caducifoglie.Tra le specie di rilevante interesse floristico, ricordiamo in particolare alcune orchidee, come il giglio caprino (Anacamptis morio (L.) R.M. Bateman, Pridgeon &
M.W. Chase), l’orchidea gialla (Orchis pauciflora Ten.), l’orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina (L.) Soó), e la poligala gialla (Polygala flavescens DC.).
Tra gli uccelli di cui all’allegato I Direttiva 79/409/CEE: il biancone, il falco pecchiaiolo, il succiacapre, l’averla piccola e l’averla cinerina.Tra i mammiferi di cui all’allegato II Direttiva 92/43/CEE: il lupo, il ferro di cavallo maggiore, il ferro di cavallo minore, il vespertilio di Capaccini, il vespertilio maggiore.Tra gli anfibi e rettili di cui all’allegato II Direttiva 92/43/CEE: il tritone crestato e il cervone.Tra gli invertebrati di cui all’allegato II Direttiva 92/43/CEE: il cervo volante e il cerambice della quercia [[‘IT5210060 – Monte il Cerchio’, www.regione.umbria.it/ambiente/siti-di-importanza-comunitaria-sic].
CASTELLO DI SANT’ANGELO IN MERCOLE
Il CASTELLO DI SANT’ANGELO IN MERCOLE, posto a una quota di 415 m s.l.m., è una fortificazione con mura e torri risalenti al XIV secolo. Di particolare interesse è la chiesetta dedicata a san Bernardino, con affreschi di anonimo umbro del XV secolo raffiguranti la Madonna della Quercia tra san Rocco e san Sebastiano.
BASILICA DI SAN SALVATORE
All’interno del cimitero monumentale si trova la BASILICA DI SAN SALVATORE, iscritta dal 2011 nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco ‘I Longobardi in Italia: i luoghi del potere’. La basilica ha origine paleocristiana del IV-V secolo e fu ampiamente rinnovata dai Longobardi nell’VIII secolo. L’interno, imponente, conserva chiara l’impronta classica, ricca di capitelli e trabeazioni con fregio dorico e colonne doriche e corinzie: è sicuramente uno dei più belli e importanti monumenti della città.
MONASTERO DI SAN PONZIANO
Nella stessa zona si incontra il MONASTERO DI SAN PONZIANO. L’origine del complesso risale al X secolo: la chiesa è consacrata al patrono di Spoleto che, secondo la tradizione, vi fu sepolto verso il 175 d.C. All’interno è conservata la teca che ne contiene il teschio. Per gli spoletini il culto di san Ponziano è legato anche alla credenza che il santo possa proteggere la città dai terremoti.
ITINERARIO A PIEDI O IN MB LUNGO LA VIA DI FRANCESCO – VIA DI ROMA / SENTIERO DEGLI ULIVI DA SPOLETO A TREVI.
Tappa Spoleto-Castello di Poreta: lunghezza 15 km ca., dislivello in salita +500 m, dislivello in discesa –520 m. Si parte da Spoleto all’altezza dello svincolo nord: un’apposita cartellonistica indica l’inizio dell’itinerario. Il primo tratto, fino a Eggi (3 km), segue il tracciato della ex ferrovia Spoleto-Norcia. Lasciato il tracciato della ferrovia, prendiamo un sentiero segnalato che scende sulla sinistra verso la cava di Eggi e da lì raggiungiamo il paese (circa 1 ora), dove, accanto alla chiesetta della Madonna delle Grazie, dimora la grande roverella rilevata. Il percorso prosegue per Bazzano Inferiore e Bazzano Superiore: qui, all’interno di un cortile privato, potremo ammirare il tasso segnalato. Continuiamo quindi per Santa Maria di Reggiano, dove, a un incrocio, incontriamo la roverella censita; proseguiamo oltre fino a raggiungere il Castello di Poreta. Sulla strada carrabile che riporta a Spoleto verso la SS Flaminia, sulla destra si incrocia un sentiero sterrato: in mezzo ai campi coltivati, potremo osservare il grande bagolaro della scheda ‘Poreta’.
Tappa Castello di Poreta-Trevi: lunghezza 12 km circa, dislivello in salita +430 m, dislivello in discesa –400 m. Lungo la tappa si incontrano diversi nuclei abitati e i paesi di Campello Alto e di Bovara, che possono rappresentare possibili tappe intermedie del nostro percorso.
La tappa non è difficile ma con vari saliscendi che possono risultare un po’ stancanti.Trattandosi di un percorso collinare, può risultare molto caldo nella buona stagione. Si raccomanda di indossare un copricapo e di avere sempre una buona scorta di acqua in borraccia [www.treviambiente.it; www.montagneaperte.it].
Ricordiamo che la via di Francesco è un itinerario di pellegrinaggio che collega tra loro alcuni ‘luoghi’ che testimoniano della vita e della predicazione di san Francesco. È un unico cammino che consente di raggiungere Assisi, partendo da La Verna o da Greccio. Da Assisi si può anche di decidere di raggiungere a piedi la Città Eterna seguendo la via di Roma sui passi di san Francesco. Per maggiori informazioni: www.viadifrancesco.it.
Sentiero degli Ulivi. In questa zona coincide per lunghi tratti con la via di Francesco – via di Roma; laddove se ne discosta, generalmente ‘cammina’ a quote leggermente superiori per rimanere sempre immerso nel paesaggio olivetato della Valle Umbra.
[Dati itinerario (di puro riferimento), tappa Poreta-Trevi: lunghezza 13,5 km circa, dislivello in salita +550 m, dislivello in discesa –350 m, tempo di percorrenza 5 ore e 30 minuti circa; trekkingfoligno.blogspot.it; E. Cori, F. Cicio 2002; www.treviambiente.it; www.montagneaperte.it].
CATTEDRALE DI SPOLETO
La CATTEDRALE DI SPOLETO, dedicata a santa Maria Assunta, prospiciente l’ampia piazza del Duomo, sorge sul luogo di antichi e documentati edifici di culto altomedioevali. L’edificio, così come lo vediamo ora, è il frutto di interventi avvenuti in più epoche, fino al ’500, con la costruzione del portico a cinque arcate e l’ancora più recente rifacimento dell’interno. La stessa piazza ha assunto l’aspetto attuale non più tardi del secolo scorso. La facciata romanica presenta un magnifico portale, con decorazioni di ispirazione classica, fiancheggiato da un unico leone, un grande rosone centrale, subito sopra il portico, decorato a mosaico e racchiuso in una cornice quadrata sorretta da una serie di archetti con le figure dei talemoni. I quattro evangelisti sono raffigurati ai vertici della cornice quadrata. Ai lati sono presenti due rosoni più piccoli, simmetrici. Lo spazio sovrastante è adornato da un mosaico centrale raffigurante Cristo con la Madonna e san Giovanni Evangelista, tre rosoni contornano il mosaico e accompagnano gli spioventi della parte sommitale della facciata. A sinistra si erge il campanile del XII secolo costruito con materiali di spoglio romani paleocristiani e altomedievali. L’interno della cattedrale a croce latina risale alla sistemazione avvenuta durante il corso del ’600.Tra i pittori più eminenti che hanno lavorato nella cattedrale ricordiamo Filippo Lippi, con gli affreschi Storie della Vergine nell’abside, il Pinturicchio nella Cappella del Vescovo, Costantino Eroli con Madonna con Bambino fra i santi Giovanni Battista e Lorenzo e un Eterno in Gloria. Sopra il portale maggiore spicca per interesse Ritratto di Urbano VIII, bronzo di Gian Lorenzo Bernini. Della chiesa medievale rimane il pavimento ‘cosmatesco’.
STRANGE III
La scultura sita in piazza del Duomo, dal titolo STRANGE III, bronzo di Lynn Chadwick, fa parte della serie di sculture esposte in occasione della mostra ‘Sculture nella città’, del 1962, organizzata da Giovanni Carandente.
Numerosi altri artisti nazionali e internazionali parteciparono a quell’evento che trasformò la città di Spoleto in un palcoscenico all’aperto, con l’esposizione di 102 opere contemporanee.Tra i tanti artisti ricordiamo Giacomo Manzù, Leoncillo Leonardi, Hans Harp, Alexander Calder, Ettore Colla, Henry Moore, Beverly Pepper, Arnaldo Pomodoro, David Smith. Alcune opere sono rimaste alla città di Spoleto.
TREKKING LUNGO IL TRACCIATO DELLA FERROVIA SPOLETO-NORCIA
TREKKING LUNGO IL TRACCIATO DELLA FERROVIA SPOLETO-NORCIA. Presso lo svincolo nord di Spoleto, a destra dell’ingresso di un albergo, si accede al vecchio tracciato della ferrovia, percorso da numerosi appassionati di trekking e mountain bike.
TEODELAPIO - COLONNA DEL VIAGGIATORE
Il TEODELAPIO è la grande scultura di Alexander Calder, realizzata per la mostra ‘Sculture in città’ del 1962, collocata in piazza Polvani, antistante la stazione ferroviaria di Spoleto. Il nome Teodelapio fu dato dall’artista stesso, ispirandosi a un’immagine del citato duca longobardo di Spoleto.
Dalla parte opposta di viale Trento e Trieste, nella rotonda, è collocata la COLONNA DEL VIAGGIATORE, opera di Arnaldo Pomodoro, anch’essa realizzata nel 1962 per la mostra ‘Sculture in città’.
GIARDINO PENSILE PIPERNO
Di fronte all’ingresso dell’Hotel dei Duchi, al di sopra dell’uscita del percorso meccanizzato per la ‘Spoletosfera’, ricordiamo l’antico GIARDINO PENSILE PIPERNO che conserva resti della cinta muraria romana di Spoleto. Su un tratto in ‘opera quadrata’, un’iscrizione monumentale riporta i nomi dei quattuorviri che fecero restaurare le mura nel I secolo a.C. (una copia dell’iscrizione è esposta nel sottostante percorso meccanizzato).
TEATRO ROMANO
Dalla piazza della Libertà alcuni ‘finestroni’ affacciano sulla cavea e il prospetto del TEATRO ROMANO. La costruzione risale al I secolo d.C., ma l’area fu così trasformata da costruzioni posteriori che il sito fu identificato da Giuseppe Sordini solo verso la fine dell’800, grazie a un disegno di Baldassare Peruzzi eseguito nel XVI secolo. Prima degli scavi, iniziati intorno al 1938, i ‘finestroni’ erano gli ingressi delle scuderie di palazzo Ancaiani.