Adiacente alla basilica di San Francesco negli ultimi anni è stata restituita alla visita ‘La selva di San Francesco’, situata in quella parte del territorio assisano conosciuto fin dal ’200 con il nome di Colle dell’Inferno e che Francesco scelse come sito per la sua sepoltura (Leggenda Maggiore VI-2 Bonaventura). Fu papa Gregorio IX, dopo la morte di Francesco, a rinominare l’area Colle del Paradiso e ad accogliere la volontà di frate Elia di costruirvi una chiesa per custodire le spoglie del santo e ospitare i pellegrini.
Questo luogo, dopo un attento restauro dei complessi architettonici, dei sentieri e delle aree forestali a cura del FAI (Fondo Ambiente Italiano), per un area di oltre 60 ettari, è di nuovo percorribile in un susseguirsi di ambienti che vanno dal bosco, ai campi coltivati, alle radure e agli oliveti, alla scoperta di un perfetto esempio di paesaggio rurale italiano. Si accede alla Selva dalla piazza San Francesco e da qui si percorre uno sentiero che attraversa l’area boschiva fino a raggiungere il fondovalle, luogo con più ampi spazi ove ancora è possibile leggere le testimonianze dei monaci che l’abitarono a cavallo tra XIII e XIV secolo. Sulle rive del torrente Tescio si trova la piccola chiesa di Santa Croce del XIII secolo, costruzione che faceva parte del monastero delle benedettine e dell’annesso Ospedale del Ponte dei Galli, di cui rimangono i muri di cinta.Vicino, il Pons Gallorum ci consente di attraversare il torrente: la leggenda vuole essere stato percorso da Carlo Magno e dai suoi soldati durante il viaggio da Aquisgrana a Roma per essere incoronato dal papa imperatore del Sacro romano impero nella notte di Natale dell’anno 800 (IX secolo). I sentieri del bosco sacro portano ancora presso un mulino e un’antica torre da dove si può ammirare un’opera realizzata da Michelangelo
Pistoletto nel 2010, Il terzo Paradiso.Varie specie di alberi si incontrano nel cammino, da quelli tipici della macchia mediterranea, roverelle, aceri, carpini e faggi, fino agli spazi olivati tanto caratteristici del territorio umbro. La visita al bosco sacro di San Francesco è accompagnata da una specifica segnaletica, da pannelli informativi e il centro accoglienza è dotato di wi-fi per l’uso di strumenti tecnologici. Si accede al bosco partendo dall’alto (un ingresso è situato nella piazza superiore di San Francesco, accanto alla basilica) o dal fondovalle (dalla chiesa di Santa Croce). Numerosi gli enti e i privati che hanno contribuito al recupero dell’area: tra questi la Comunità montana dei Monti Martani, Serano e Subasio che si è occupata del ripristino dei sentieri e della bonifica del bosco.
Informazioni più approfondite sul progetto di recupero e sulla storia del bosco si possono trovare al sito del FAI [‘Bosco di San Francesco’, www.visitfai.it].