Nome botanico della specie: Acer opalus subsp. obtusatum (Waldst. & Kit. ex Willd.) Gams
Circonferenza tronco: alla base 5,7 m – misurata sotto la cicatrice di un vecchio ramo tagliato; dalla base comune partono due branche principali: la circonferenza del tronco n. 1 (a monte, più piccolo) è di 2,3 m, la circonferenza del tronco n. 2 (a valle, più grande) è di 2,9 m
Altezza pianta: 20,0 m
Ampiezza chioma: 23,0 m
Stato di salute (a vista): complessivamente buono
Altitudine (m s.l.m.): 1316
Rilevatore/autore della scheda: Giampaolo Filippucci, Tiziana Ravagli; con la collaborazione di Alvaro Paggi per la determinazione della specie
Il grande acero è radicato nella parte sommitale dell’impluvio, che scende in direzione nord-est verso il piano di Rio Secco ed è compreso tra il monte Brunette e il monte Galandino. Nelle vicinanze di questo grande acero, annotiamo la presenza di un bel sorbo e di altri aceri con circonferenze dei tronchi comprese tra 2,5 e 2,8 m.
Alcuni di questi aceri sono radicati ai margini di piccole conche, delimitate da argini chiaramente artificiali: si tratta, probabilmente, di vecchie neviere, buche realizzate per mantenere più a lungo possibile una riserva di neve e quindi di ghiaccio. In questi luoghi la neve veniva ammassata e compattata, quindi ricoperta con strati di paglia e vegetazione per conservarla più a lungo possibile. Una volta trasformatasi in ghiaccio, questo veniva prelevato a blocchi, coperto e protetto generalmente con sacchi di juta. Era quindi trasportato in città dove era molto richiesto da ospedali, negozi, trattorie ecc.
Poco distante, ai margini di un sentiero (segnavia CAI 572) vegeta un altro gruppetto di aceri con due esemplari dalle dimensioni decisamente importanti: il primo ha una circonferenza di 3,4 m, mentre il secondo supera 3,8 m. Il riferimento geografico (latitudine/longitudine) per raggiungerli è il seguente: 42.88972/12.80812.
Il grande acero lo abbiamo incontrato per la prima volta nel lontano 1997, mentre perlustravamo in lungo e in largo il territorio montano di Trevi per il volume Trevi quattro passi tra storia e natura: nel retro della sovracopertina di quel libro mettemmo l’immagine del grande acero con la piccola Guenda Camilla, che ben esprime la monumentalità di questo patriarca verde; oggi lo riproponiamo con piacere in questo nuovo lavoro. Per raggiungerlo, ricordiamo l’itinerario di cresta (12.1, 12.2, 12.3) descritto nel volume citato, pubblicato anche su www.treviambiente.it e scaricabile dal ‘Catalogo’ di www.montagneaperte.it.