Villa Redenta, che deve il suo nome evocativo a una serie di passaggi di proprietà, si trova a nord di Spoleto lungo il diverticulum pedemontano che collega l’antica via Flaminia alla città. La sua ubicazione, in un’area sensibilmente trasformata dall’espansione urbanistica dal secondo dopoguerra in avanti, la rende una dei più notevoli esempi di villa suburbana. È immersa in uno splendido parco di oltre due ettari, oggi pubblico. La villa, di origini cinquecentesche, appartenuta all’antica casata spoletina dei Martorelli, si trova descritta in un documento dei primi del ’600 come perpulchrum palatium. I secoli successivi vedono mutare le sorti della villa sia per i numerosi passaggi di proprietà che per le sostanziali modifiche agli edifici e all’area del parco. La proprietà passa dai Martorelli a Fabrizio Loccatelli (patrizio di Cesena e fratello di Francesco Maria vescovo di Spoleto) fino a entrare in possesso di Francesco Marignoli nel 1823. Questi, appena un anno dopo, la vende al marchese Annibale Sermattei della Genga, futuro papa Leone XII. Alla morte del Papa, avvenuta nel 1829, la villa passa agli eredi e verso la fine dell’800 viene di nuovo acquistata da Filippo Marignoli, figlio di Francesco, che per celebrare la rinnovata acquisizione la chiama ‘Redenta’. Nel Novecento la villa è stata di proprietà e residenza dei padri Minori conventuali che ne fecero la sede del convento missionario di Sant’Antonio. Dal 1973 villa Redenta è di proprietà della Provincia di Perugia. L’attuale aspetto si deve all’epoca in cui è stata della famiglia Loccatelli. Il parco ha visto sia nei Loccatelli sia nei Marignoli i principali realizzatori. Tra il 1760 e il 1772 Fabrizio Loccatelli incarica l’architetto e scalpellino Giuseppe Fabri di Fossombrone di realizzare alcuni arredi del parco, le balaustre dei viali d’ingresso, la fontana con obelisco, due fontanelle ai lati della Cafè House; l’assetto del giardino formale o all’italiana prende cosi corpo allineandosi davanti alla facciata interna della villa, con l’atrio formato da tre archi bugnati. Sullo sfondo fa da contraltare il tempietto a finti ruderi intercalato dalla fontana con l’obelisco, disposta al centro del parterre erboso.
Il resto del parco, a raccordare e incorniciare la platea erbosa, è formato dalla lecceta e dal ‘bosco’, realizzato secondo i canoni del giardino paesaggistico in cui la natura è intesa come modello da copiare. Sentieri che si snodano tra gli alberi lasciati crescere in libertà, piccole alture, sinuosi laghetti e angoli ombrosi dove riposarsi.Tra i sentieri, il piccolo ‘bosco’ della villa conta una meridiana con i segni zodiacali, una neviera accanto a uno stagno ormai privo di acqua, sedili a esedra per rilassarsi e conversare, una piccola grotta e vari frammenti di epoca romana e medievale a formare sedili e appoggi.
I viali che percorrono il lungo muro di cinta mostrano agli angoli decorazioni in stile ‘grotta’ realizzati con ciottoli di fiume.
Alla famiglia Marignoli si deve il miglioramento del giardino d’inverno, posto al lato destro della facciata interna della villa, dove sul fronte della serra un piccolo giardino è nascosto da una balaustra in pietra.
Un accurato censimento del patrimonio arboreo è stato eseguito negli anni settanta. Il parco all’epoca contava 855 latifoglie e 66 aghifoglie. Gli esemplari di maggior pregio sono il grande cedro del Libano, il leccio lungo il viale di cinta di fronte alla serra, la bella magnolia grandiflora ultrasecolare accanto alla Cafè House, i bambù disposti accanto alla peschiera e, sempre nei pressi di questa, una ceppaia di carpino nero probabilmente antecedente la villa, e molte altre specie.
- L’Umbria degli alberi, M. Fratteggiani, L. Rosi Bonci (a cura di), Petruzzi Editore, Città di Castello 2000
- L’Umbria. Manuali per il territorio, L. Gentili, L. Giacché, B. Ragni, B. Toscano (a cura di), Edindustria, Roma 1978
- T. Laurenti, M. Bartoli, E. Falconi, Spoleto 100 anni. Immagini della città 1901-2001, Del Gallo Editore, Spoleto 2001
- B. Ragni, Relazione sulla vegetazione arborea e arbustiva di Villa Redenta, 1973, dattiloscritto presso la Biblioteca Comunale di Spoleto
- G. Silvestri, Villa Redenta. Genesi, arte, documentazione relativa all’acquisizione alla mano pubblica della residenza spoletina,Tipografia Grifo, Perugia 2008