La località è citata a partire dalla fine del secolo XI. Intorno al 1090, infatti, esisteva già la chiesa di Santa Maria.
Il nome attuale è ingannevole: proviene dal latino “in Vallem” o “ad Vallem” che significa “verso la Valle”. Questo perché, con tutta probabilità, la zona si inseriva lungo un importante asse stradale che dalle montagne di Coste scendeva verso la Trebiae romana (Pietrarossa) in direzione del versante opposto 🛣. Questa direttrice fu persino rinvenuta, nel tratto urbano, durante gli scavi di emergenza del 1980 a Pietrarossa. La chiesa di Santa Maria, ricostruita in epoche recenti, ingloba anche sculture altomedievali che potrebbero suggerire la presenza di un edificio religioso gia’ intorno al IX-X secolo d.C. ⛪️.
▪️ In epoca antica, è probabile che il nome della zona fosse “Berbiccianum” (o simili). Sappiamo questo dal nome dell’Abbazia di Sant’Angelo di Berbicciano (o Verbicciano), che sorgeva in località Camponi ⛪️. Nel XII secolo era alle dipendenze dell’Abbazia di Sant’Angelo di Limigiano, nelle colline tra Bevagna e Cannara. Dell’Abbazia sappiamo pochissimo, se non che la chiesa rimase attiva fino ad epoca relativamente recente, quando il monastero era gia’ scomparso da tempo.
▪️ Stando al nome, la zona potrebbe essere stata comunque interessata da proprietà terriere di famiglie romane. D’altra parte Santa Maria in Valle gravitava naturalmente sulla città romana in valle. Ad oggi, la gran parte dei ritrovamenti della zona sono stati di natura epigrafica 🪦. Un’epigrafe funebre, indicante le dimensioni di un modesto sepolcreto, è stata reimpiegata in tempi molto remoti nella chiesa di Sant’Andrea, presso Collecchio. Un’importante epigrafe funebre e’ stata recentemente rinvenuta nella proprietà Terenzi (ora donata al Museo di San Francesco a Trevi). Ricordava il sepolcreto acquistato da una liberta di nome Clodia, una schiava liberata di lontane origini. Il monolite era stato successivamente riutilizzato come battente di una porta.
▪️ La più interessante prospettiva in merito a presenze di epoca antica è echeggiata dalla chiesa di San Giovanni di Giano: una struttura oggi scomparsa ma di cui conosciamo la collocazione approssimativa 🕍. Si trovava non lontano dalle fontane del Castelluccio, già citate dal Natalucci a metà Settecento, sul versante meridionale dello stesso fosso ovvero direttamente a monte della chiesa di Santa Maria in Valle. Il nome potrebbe ricordare la presenza, in antico, di un tempio dedicato a Giano Bifronte 🏛: divinità romana degli inizi o dei passaggi (come il passaggio montano posto a breve distanza, lungo la Val Migiana, tra Santa Maria in Valle e Coste). La possibilità andrà vagliata con future ricerche.
▪️ La zona nel Medioevo non andò mai incontro a un accentramento, come per i castelli, ma rimase organizzata in piccoli abitati, tutti disposti lungo la viabilità 🏘. Tra questi, il principale fu Collecchio: una località già menzionata nel XIII secolo, quando dovette essere edificata la chiesa di Sant’Andrea 🕍. L’insediamento si organizza in senso E-O, lungo lo stesso asse che, in epoca antica, saliva da Pietrarossa verso il colle. Allo stesso tempo, era anche attraversato da direttrici N-S: sentieri di mezza costa che, con la nascita di Trevi in collina, diventeranno di notevole importanza per le comunicazioni verso la porzione nord del comune e Foligno.
▪️ In epoca moderna, la zona ospitò anche alcune delle ville più importanti del territorio trevano: Villa Nova dei Valenti e Villa Poli (poi Bovarini) entrambe subito a monte della strada tra Santa Maria in Valle e Malborghetto, le quali vennero costruite nel Seicento 🏫.
Curiosità: alla fine degli anni Quaranta, Santa Maria in Valle ebbe un suo Palio! Fu una corsa con i cavalli 🎠. Chi ne sapesse di più… è pregato di scriverci!
Note bibliografiche
- (1973-1976). Le Carte del Monastero di Santa Croce di Sassovivo, I-VII
- P. Sella (1952). Rationes Decimarum Italiae (…)
- D. Natalucci (1985). Historia Universale (…)
- S. Nessi (1991). Trevi: guida turistica (…) a cura di C. Zenobi
- C. Zenobi (1995). Trevi Antica (…)
- T. Ravagli et al. (1998), Trevi: quattro passi tra storia e natura (…)
- S. Cerquiglini (2018), Il fenomeno del reimpiego a Trevi (…)
- S. Bordoni (2019). Statuto Vetustiore (…)