Si spellano le rane e si puliscono attentamente.
Quindi si passano nella pastella di uova e farina e si tuffano nell’olio bollente sino a cottura e perfetta doratura.
È uno dei “piatti forti” tradizionali della Festa della trebbiatura di Cannaiola, retaggio della grande ricchezza di acque, come fossi, torrenti e più o meno piccoli stagni, che ha sempre caratterizzato la morfologia della nostra valle.