Festa delle candele, festa della purificazione della Madonna, celebrata 40 giorni dopo il Natale…
In questo giorno si benedicono le candele, lunghe e sottili, fonte di luce e di illuminazione, simboli del Gesù, che ancora Bambino, viene chiamato ‘luce del mondo’ dal vecchio profeta Simeone. La Presentazione di Gesù al Tempio avvenne 40 giorni dopo la sua nascita, come è scritto nel Vangelo di Luca, richiamando la Legge di Mosè (Lc 2, 22-39).
La Candelora, ricorda anche il rito di purificazione prescritto nel Levitico per ogni madre che avesse dato alla luce un figlio maschio: la neo-mamma era considerata impura per i primi 7 giorni dal parto, mentre per i successivi 33 non poteva essere ammessa a qualsivoglia rito religioso.
Questo valse anche per la Vergine Maria, dopo aver dato alla luce il Bambin Gesù.
A Trevi, il 2 febbraio è il giorno in cui si ricorda l’episodio del cittadino trevano che, incarcerato per ordine del duca Theopoldo di Spoleto (non sappiamo per quale motivo), fu liberato miracolosamente da fra’ Leone, discepolo di san Francesco, proprio nel giorno della celebrazione della ‘Madonna della Candela’, come narra semplicemente fra’ Bartolomeo da Pisa e come viene riportato ne ‘Le memorie francescane di Trevi’ di don Aurelio Bonaca; a noi è stato raccontato da Franco Spellani.
Tante le tradizioni locali legate alle candele della Candelora…
Per scongiurare l’arrivo della grandine si bruciavano le palme (fronde d’olivo tradizionalmente consacrate durante la celebrazione della Domenica delle Palme) e si accendevano le candele, propriamente, benedette il 2 febbraio.
Queste stesse candele erano utilizzate anche nelle croci di giglio o croci dei campi, ma di questo abbiamo parlato recentemente in un altro post e alla cui tradizione, pertanto, semplicemente rimandiamo.
Tanti i detti popolari…
Il primo, che troviamo bellissimo, ce lo ha ben raccontato anche Angelo Velatta in un suo post su FB: «Alla Candelora, metà paglia e metà fieno», per ricordare che ‘dovremmo’ essere a metà della stagione più fredda e buia e quindi nel periodo in cui un tempo si dovevano misurare le provviste per gli animali, allora necessariamente ricoverati nella stalla (causa il gelo e il mal tempo solitamente imperanti in questo periodo dell’anno).
Un altro recita più o meno così ‘Candelora Candelora dell’inverno semo fora, se piove e tira vento nell’inverno semo dentro, ma se c’è lu solicillu 40 giorni d’invernicillu’.
Inutile dire che in questo giorno, 02.02.2020 [come noto data palindroma… in cui ci troviamo ad aggiornare questo post…], non si può certamente uscire da qualcosa (l’inverno nella fattispecie) nella quale, da un punto di vista meteo, ci sembra davvero di non essere ancora entrati (salvo per alcune notti di gelo e sottozero…). Ma come suggerisce il detto, attendiamo di vedere come sarà il tempo nei prossimi 40 giorni, dopo la pioggerellina della notte e ‘lu solicillu’ del mattino e del primo pomeriggio…
Alla fine… il detto che preferiamo (un detto, che come spesso accade, viene declinato in più modi a seconda dei luoghi e dei ricordi): ‘per la Candelora il giorno s’allunga di un’ora’ e ancora… ‘mezza la mattina e mezza la sera’.
Il 2 di febbraio, infatti, le giornate sono più lunghe di circa un’ora rispetto al giorno in cui la notte ha soverchiato nel suo massimo il povero giorno e questo, a dire il vero, è per noi fonte di gioia pura!
