Itinerario: CAMMINANDO CON MONTAGNEAPERTE: DA TERRIA A SCHEGGINO LUNGO LA GREENWAY DEL NERA
Distanza: 7 km ca.
Dislivello salita: 120 m ca.
Dislivello discesa: 120 m ca.
Tempo: 2 ore (più le visite ai vari borghi)
Difficoltà: E/T
Rilevatore: Tiziana Ravagli, Giampaolo Filippucci [rilevato con GPS, Montana] con l’Associazione ‘MontagneAperte’
Autore della scheda: Tiziana Ravagli, Giampaolo Filippucci per l’Associazione ‘MontagneAperte’
È segnalato sul terreno – segnavia GREENWAY del NERA
Con questa escursione percorriamo un’altra parte della ‘Greenway del Nera’ nel tratto che va da Sant’Anatolia alla Cascata delle Marmore, costeggiando la sponda sinistra del fiume Nera…
Dopo aver lasciato una automobile a Scheggino (ci servirà poi per andare a riprendere le altre), proseguiamo verso Terni sulla strada statale Valnerina fino al bivio per Terria.
Quattro passi tra storia e natura...
La Valnerina da sempre importante via di comunicazione, anche per questo soggetta a invasioni barbariche, a razzie e depredazioni come quella subita nell’anno 890 a opera dei Saraceni.
Tra il XIII e il XVI secolo fu percorsa da truppe di ogni genere dirette verso Roma o provenienti dalla Città Eterna, con tutta la scia di devastazioni e malattie al seguito. Vicende testimoniate dagli insediamenti ubicati alle pendici scoscese dei monti, tutti fortificati, e dalle numerose torri di avvistamento erette in modo che ognuna fosse a vista dell’altra o di qualche castello.
In Valnerina trovarono ospitalità alcuni monaci siriaci emigrati da Antiochia di Cesarea, forse per sfuggire alle persecuzioni dell’imperatore Anastasio Dicoro o forse con l’intento di trovare un luogo dove poter liberamente professare il loro credo. Fu nei pressi delle laure da loro fondate che sorsero importanti abbazie come Sant’Eutizio, Santi Felice e Mauro, San Pietro in Valle.
In Valnerina trovarono rifugio anche bande di briganti di ogni risma.
Fra il 1778 e il 1800 fu praticamente occupata da gruppi di renitenti alla leva obbligatoria imposta dai francesi. Furono chiamati Insorgenti; tennero testa a lungo alle truppe regolari, giungendo a occupare anche Norcia e Cascia.
Giunti al bivio per Terria attraversiamo il ponte sul Nera (se lo avessimo fatto prima del 1884, anno della abolizione di questa tassa, avremmo dovuto pagare un pedaggio a favore della comunità del paese) e saliamo sino al piccolo borgo per una breve ma interessante visita.
Terria è costituito da due insediamenti, posti uno difronte all’altro.
Il primo che incontriamo è Terria de Contra; continuiamo a salire e arriviamo al castello di Terria ubicato più in alto e al di là del Fosso delle Pescolle. Si tratta di un tipico castello di poggio a forma triangolare, con una imponente torre al vertice superiore a mo’ di cassero.
Le case sono arroccate le une alle altre, collegate da una stretta strada che risale il pendio e vicoli ancor più stretti che regalano magnifiche viste sulla sottostante valle e anche sul sovrastante Colle la Bernara.
Al visitatore attento non possono certo sfuggire i forni a legna che si affacciano lungo le stradine; sono probabilmente privati ma tra questi ce ne sarà sicuramente qualcuno di uso pubblico a beneficio dell’intera comunità.
Riprese le automobili, scendiamo a valle e prima di riattraversare il ponte parcheggiamo di nuovo.
Zaino in spalla iniziamo la nostra escursione, imboccando una carrareccia che risale la valle.
Il percorso è ben indicato con i segni della Greenway del Nera, per lunghi tratti ombreggiato, con continui saliscendi ma facilmente percorribile, anche in bike.
Il gorgoglio dell’acqua che scorre veloce ci accompagnerà per tutto il percorso.
A tratti nei pressi di qualche coltivo, dove la vegetazione ripariale si dirada, il fiume si manifesta con le sue fresche, limpide acque e ci invita a una sosta ristoratrice.
A circa metà percorso giungiamo a Osteria di Ceselli.
Quattro passi tra storia e natura...
Il paese di Ceselli merita di per sé una visita; si trova al di là del Nera.
Restò, con vicende alterne, sempre nell’orbita del Ducato di Spoleto, fu poi libero Comune fino al 1875 quando fu unito a Scheggino.
Continuiamo la nostra escursione seguendo la segnaletica fino a giungere, dopo altri circa 3,5 km, a Scheggino, dove abbiamo lasciato l’automobile con cui andremo a riprendere le altre.
Ma di Scheggino, altro interessantissimo castello di poggio, parleremo in occasione di un’altra bella escursione di Camminando con MONTAGNEAPERTE: Quattro passi tra storia e natura!
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