Percorrendo la strada che da Borgo Trevi conduce alla frazione di San Lorenzo e da qui a Castel San Giovanni (nel comune di Castel Ritaldi) si trova isolata nella campagna la chiesa dedicata a sant’Apollinare.
È un piccolo edificio di culto in stile romanico, a unica navata e abside semicircolare, coperto da un semplice tetto a capanna.
All’interno due archi a tutto sesto ne sorreggono la travatura mentre nell’abside rimane l’unico affresco della chiesa, peraltro molto deteriorato, raffigurante il santo titolare.
Come si osserva in quasi tutte le chiese dell’epoca, anche Sant’Apollinare è disposta con l’abside a oriente, alla levata del sole, e l’ingresso a occidente, a raccogliere le ultime luci del tramonto.
La dedicazione a sant’Apollinare, santo particolarmente caro ai Longobardi, ha suggerito agli storici che l’origine della chiesina possa risalire al VI-VIII secolo quando Spoleto era un ducato longobardo (dal 570 al 774).
La prima notizia storicamente documentata di questo luogo di culto risale, tuttavia, al 1177, quando Sant’Apollinare è citata in un ‘breve’ di papa Alessandro III, che la riconosce, insieme ad altre cento chiese, sotto la giurisdizione del monastero benedettino di San Pietro di Bovara.
Nei documenti più antichi è ricordata come Sant’Apollinare di Porcaria, dal vecchio nome con cui era conosciuta la località in cui sorge che solo in seguito prese il nome di San Lorenzo.
Nella costruzione di questa antica chiesa furono riutilizzate una ventina di grosse pietre squadrate, provenienti da costruzioni romane ormai scomparse. Su quattro di esse troviamo incise iscrizioni di particolare interesse per l’epigrafia latina.
Sant’Apollinare si trova all’incrocio di due importanti vie di comunicazione che attraversavano la valle trevana.
Ci riferiamo alla vecchia strada che da La Bruna (nel comune di Castel Ritaldi) conduce alla località Faustana e a un antico tracciato (diverticolo) della via consolare Flaminia «[…] tanto antico e da tanto tempo abbandonato che se ne era persa memoria».
La prima, in particolare, segnava probabilmente il limite settentrionale di un bosco un tempo considerato ‘sacro’: una sacralità scolpita indelebilmente in un’antica pietra (riportante alcuni dettami per la conservazione del bosco) che fu ritrovata nel 1913 a Picciche.
TREVI, SAN LORENZO, CHURCH OF SANT’APOLLINARE
Along the road that leads from Borgo Trevi to the hamlet of San Lorenzo and from there to Castel San Giovanni (in the municipality of Castel Ritaldi), isolated in the countryside, we find a small church dedicated to Saint Apollinare.
It is a small Romnesque-style church, with a single nave and a semicircular apse, covered by a simple gable roof.
Inside, two round arches support the truss while in the apse there is the church’s only fresco which has deteriorated, depicting the titular saint.
As can be seen in almost all the churches of the time, Sant’Apollinare is also arranged with the apse facing east, at sunrise, and the entrance to the west, to gather the last rays of the sunset.
The dedication to Sant’Apollinare, a saint particularly dear to the Lombards, has suggested to historians that the origin of the church can be traced back to the 6th-8th century when Spoleto was a Lombard duchy (from 570 to 774).
The first historically documented accounts of this place of worship dates back to 1177 when Sant’Apollinare is mentioned in a ‘brief’ by Pope Alexander III, who recognized it, together with one hundred other churches, under the jurisdiction of the Benedictine monastery of San Pietro di Bovara.
The most ancient documents remember it as Sant’Apollinare di Porcaria, from the old name of its location which only later took the name of San Lorenzo.
In the construction of this ancient church, about twenty large square stones were reused, coming from Roman constructions that have now disappeared. On four of them we find particularly interesting engraved inscriptions of Latin epigraphy.
Sant’Apollinare is located at the intersection of two important communication routes that crossed the Trevana valley.
We refer to the old road from La Bruna (in the municipality of Castel Ritaldi) which leads to the Faustana locality and to an ancient route (diverticulum) of the Flaminia consular road «[…] so ancient and abandoned for so long that it was forgotten».
The first probably marked the northern limit of a wood once considered ‘sacred’: its sacredness indelibly carved in an ancient stone (bearing some dictates for the conservation of the wood) which was found in 1913 in Picciche.
The translation of this post is edited by Patrizia ANTONELLI