Iconografia
Vincenzo è rappresentato con gli abiti da vescovo, con mitra e pastorale, e la palma; Benigno con la dalmatica e, talora, la palma.
Vincenzo fu il primo vescovo di Bevagna, visse intorno al IV secolo.
Vita
Nel suo apostolato fu aiutato dal diacono Benigno che la storia ricorda come suo fratello.
Subirono il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano e Massimiano.
Furono catturati e portati in catene davanti a Capitulino, pretore della Toscana.
Questi fece uccidere Benigno e gli altri cristiani, ma risparmiò sul momento Vincenzo.
Le spoglie mortali di Benigno furono riportate a Bevagna e qui seppellite.
Vincenzo fu sottoposto a interrogatori sfinenti e a incredibili sevizie, tra cui si narra che gli furono conficcati ben sette chiodi nella testa e che fu tenuto sommerso in acqua, riuscendo però a liberarsi.
Morì, secondo la tradizione, il 6 giugno.
Protezione
Come accadde per le spoglie mortali di san Feliciano, anche quelle di Vincenzo e Benigno furono trasferite a Metz, per volere del vescovo di quella città (come già ricordato, parente dell’Imperatore).
Lucio III, nel 1183 fece portare parte di quelle reliquie (con quelle di altri santi) nella natia Lucca; da questa città, in seguito, alcuni resti furono restituiti a Bevagna, mentre altre reliquie del Santo sono conservate nella chiesetta del Furlo.
La festività di san Vincenzo, patrono di Bevagna, cade il 6 giugno.