STORIA DEL LUOGO
Eretta “da un bizzarro spoletino, certo Soldoni”, secondo Angelini-Rota, sicuramente l’Antonio Soldoni ricordato da Sansi intonare il Te deum al rientro dei Gesuiti in Spoleto nel 1831 (Sansi, 1886, p.182), l’edicola dà il nome alla località tuttora conosciuta come le Tre Madonne ed ha la funzione originaria di segnacolo del nodo viario in cui la via della Spina si distaccava dalla Flaminia vecchia, alla volta di Colfiorito
EDIFICIO
DESCRIZIONE
Alto basamento triangolare in pietre e laterizi su cui si aprono tre nicchie, ognuna inquadrata architettonicamente da lesene e da fronte timpanata, completato da una guglia sormontata dalla sfera e dalla croce, prelevate nel 2003 dai Vigili del Fuoco di Spoleto e collocate presso l’amministrazione ferroviaria di Foligno
DATAZIONE
XIX secolo
STATO DI CONSERVAZIONE
Pessimo
IMMAGINE
ICONOGRAFIA
Tre targhe per ognuna delle tre nicchie. Raffigurano l’Addolorata, la copia della Madonna del Cardellino di Raffaello, probabilmente in sostituzione di immagini più antiche, e la Madonna col Bambino e cherubino, entro la cui nicchia si riscontrano tracce di decorazione dipinta seicentesca, modellata a rilievo, di un tipo molto diffuso non solo in Umbria, ma in tutta la dorsale appenninica (Chiuini G., 1986, fig. 140; Busti G., Cocchi F., 1998]
DATAZIONE
XIX secolo
TECNICA E STATO DI CONSERVAZIONE
Targhe in ceramica di Deruta dipinte; stato di conservazione pessimo
OSSERVAZIONI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Riferimenti bibliografici: Laureti, 1917, p. 23; Angelini Rota, 1929, p. 127; Manuali, 1978, p. 563, 566; Quirino, 1987, p. 84; id., 1996, p. 30
RILEVATORE
Roberto Quirino
DATA DI RILEVAZIONE
22/02/2003
SCHEDA TRATTA DAL VOLUME
1. Addolorata
2. Madonna del cardellino
3. Madonna con Bambino e cherubino
Ceramica dipinta, XIX secolo
Eretta «da un bizzarro spoletino, certo Soldoni» (G. Angelini-Rota, 1929, p.127), sicuramente l’Antonio Soldoni ricordato da Sansi intonare il Te Deum al rientro dei Gesuiti in Spoleto nel 1831 (A. Sansi, 1886, p. 182), l’edicola dà il nome alla località tuttora conosciuta come Tre Madonne e ha la funzione originaria di segnacolo del nodo viario in cui la via della Spina si distaccava dalla Flaminia vecchia, alla volta di Colfiorito.
Essa consiste in un alto basamento triangolare in pietre e laterizi su cui si aprono tre nicchie, ognuna inquadrata architettonicamente da lesene e da fronte timpanata, completata da una guglia sormontata dalla sfera e dalla croce, prelevate nel 2003 dai Vigili del Fuoco di Spoleto e collocate presso l’amministrazione ferroviaria di Foligno.
Le tre targhe in ceramica dipinta raffigurano l’Addolorata, una copia della Madonna del cardellino di Raffaello (poste probabilmente in sostituzione di immagini più antiche) e una Madonna con Bambino e cherubino modellata a rilievo, di fattura derutesca, di un tipo molto diffuso in Umbria, in tutta la dorsale appenninica, entro la cui nicchia si riscontrano tracce di decorazione dipinta (G. Chiuini, 1986, fig. 140; G. Busti, F. Cocchi, 1998).
Iscrizione
P. Laureti, 1917, p. 23
R. Quirino, 1987, p. 84
R. Quirino, 1996, p. 30
Manuali, 1978, pp. 563, 566