EDIFICIO
DESCRIZIONE
Struttura realizzata in muratura col tetto a capanna, adattata alla curva stradale mediante l’abbattimento di una sua parte
DATAZIONE
XIV secolo
STATO DI CONSERVAZIONE
Buono: il tetto è stato rifatto nel 2000
IMMAGINE
ICONOGRAFIA
Nella parete di fondo è la Madonna in trono col Bambino, frontale e benedicente, affiancata dai santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista; nello spessore dell’arco sono rappresentati, a sinistra S. Giacomo, a destra S. Antonio Abate e in alto l’Agnus Dei
DATAZIONE
2002
AUTORE/ATTRIBUZIONE
Pittore della scuola del Maestro di Fossa
TECNICA E STATO DI CONSERVAZIONE
Affresco; stato di conservazione pessimo: il dipinto manca di un’ampia porzione inferiore
OSSERVAZIONI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Si tratta sicuramente della più antica edicola del territorio spoletino
ISCRIZIONI
Numerose scritte costellano la superficie del dipinto: graffiti dei trigrammi del nome di Cristo e della facciata di una chiesa, vicino al volto della Madonna, sotto al quale in gotico corsivo è scritto “sca maria”
RILEVATORE
Roberto Quirino
DATA DI RILEVAZIONE
14/02/2003
SCHEDA TRATTA DAL VOLUME
Madonna in trono con Bambino fra i santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, san Giacomo, sant’Antonio Abate, Agnus Dei
Affresco, Maestro di Fossa (?), XIV secolo
L’edicola in muratura con tetto a capanna, sicuramente la più antica del territorio spoletino, si trova sulla strada che dalla via della Spina entra in Silvignano, adattata alla curva stradale mediante l’abbattimento di una sua parte.
Nella parete di fondo della nicchia è la Madonna in trono con Bambino, frontale e benedicente, affiancata dai santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista; nello spessore dell’arco sono rappresentati a sinistra san Giacomo, a destra sant’Antonio Abate, in alto l’Agnus Dei.
Il dipinto manca di un’ampia porzione inferiore, ma quel che resta basta a far comprendere che si è alla presenza di un inconfondibile testo della pittura spoletina trecentesca, vicino alle opere attribuite al Maestro di Fossa.
Con questo nome convenzionale si designa un importante pittore anonimo del quarto decennio del XIV secolo, ricostruito da Longhi (1973, pp. 39-44) a partire da un buon numero di affreschi che ornano la chiesa di Santa Maria di Fossa (L’Aquila) e dagli sportelli di un tabernacolo con le Storie di Cristo, da questa stessa chiesa provenienti e conservati al museo nazionale del capoluogo abruzzese.
Lo stesso Longhi gli attribuì altri due affreschi spoletini: il san Michele Arcangelo con due oranti nella cripta di San Ponziano e la Madonna fra i santi Michele e Lorenzo con committente nell’Arcivescovado, nei quali lo storico dell’arte riconobbe una componente francese dovuta ai rapporti con l’Abruzzo.
Al Maestro di Fossa è attribuita anche la forte e affascinante tavola con san Pietro Martire in San Domenico a Spoleto (Manuali, 1978, p. 172).
L’attività del Maestro di Fossa dovette svolgersi anche in relazione con la pratica della scultura lignea dipinta: a Spoleto tracce in questo senso sono la statua della Madonna con Bambino nella cappella delle reliquie del Duomo e il bellissimo crocifisso in San Domenico (E. Lunghi, 1994 pp. 38-42; C. Fratini, 1995, pp. 287-292; idem, 1999, pp. 43, 52; F. Marcelli, 1999, p. 153; S. Nessi, 1999, pp. 17-19).
Gli studi più recenti sulla pittura umbra fanno del Maestro di Fossa un notevole discendente dei maestri operosi ad Assisi e un riferimento per il tardogotico nell’area umbromarchigiana (C. Fratini, 1986, p. 621; F. Todini, 1989, I, p. 141 e II, ill. 316.331; C. Fratini, 1990, p. 127; idem, 1998, p. 214; F. Marcelli, 1999, p. 31; La basilica di San Gregorio Maggiore […], p. 164).
Per la tipica inclinazione del capo della Madonna, per i suoi tipici gesti, per la posizione frontale del Bambino, dalla caratteristica fisionomia, l’affresco di Silvignano è di esempio per le successive immagini mariane che si trovano per le strade di Spoleto, come l’affresco del 1375 in via Salara vecchia e in quello in largo A. Fratti.
L’edicola è custodita, ma l’affresco versa in pessime condizioni: ha bisogno di essere restaurato e consolidato per la caduta dell’ampia porzione inferiore; il tetto è stato rifatto da privati nel 2000. Testimonianze della sua frequentazione sono numerose scritte, anche ottocentesche, che costellano la superficie del dipinto, i graffiti del trigramma del nome di Cristo e della facciata di una chiesa, vicino al volto della Madonna, sotto al quale in gotico corsivo è scritto «sca maria».
Infine, lungo il bordo dell’aureola di Maria, sono evidenti i fori per l’applicazione di decorazioni.
Iscrizione
S. Ceccaroni, 1975, p. 81
S. Nessi, S. Ceccaroni, 1979, p. 37
R. Quirino, 1987, pp. 82-83
F. Todini, 1989, I, p. 361