EDIFICIO
DESCRIZIONE
L’edicola è una nicchia inserita in un edificio di civile abitazione (recentemente ristrutturato) a Mosciano; al suo interno vi è un quadro con l’immagine del Santo. La nicchia è chiusa da un semplice sportellino di vetro con cornice metallica. Le immagini di Google Street View, ottobre 2011, ci mostrano l’edificio con la nicchia vuota e i lavori di ristrutturazione (apparentemente) volgenti al termine dopo gli eventi sismici del 1997.
Abbiamo intervistato alcuni gentilissimi abitanti ed ex abitanti del posto, che ci hanno raccontato una tradizione tramandata oralmente secondo la quale qui sorgeva l’antica abitazione ove il Santo visse gran parte della sua breve vita; un edificio distrutto, come altre costruzioni della zona, in occasione di uno dei tanti eventi sismici che hanno sconvolto questa area dell’Umbria. Gli stessi abitanti, ci hanno, tuttavia, sottolineato che non tutti concordano con questa ‘ricostruzione’.
In ogni caso, in questi stessi luoghi vi era una vecchia edicola votiva con l’immagine del Santo, a memoria della quale è stata realizzata questa da noi censita. L’immagine originaria è andata distrutta proprio a causa di eventi sismici.
In particolare, ci hanno anche raccontato che l’immagine attuale è la riproduzione di un vecchio quadretto, opera di un pittore locale.
Dal settimanale ‘La Voce’ del 7 agosto 2015, gentilmente messo a nostra disposizione dall’insegnante Maria Vittoria Cucchiarini e da sua sorella, abbiamo appreso che l’edificio in cui è inserita la nicchia è di proprietà della famiglia Angelini; seguendo la volontà degli abitanti di Mosciano, che non volevano perdere definitivamente l’icona del Santo locale, i cugini don Francesco Angelini e Augusto hanno commissionato l’opera (oggi esposta nell’edicola) all’artista Giampiero Magrini di Cannara che ha, dunque, eseguito il quadro che possiamo ammirare entrando nell’abitato di Mosciano.
IMMAGINE
ICONOGRAFIA
Nella nicchia è conservato un quadro raffigurante san Felicissimo di Mosciano, qui rappresentato come un giovinetto che regge con la mano destra una verga fiorita di candidi fiori, mentre con la sinistra stringe al petto una palma simbolo del martirio. Sullo sfondo è presumibilmente rappresentato l’abitato di Mosciano. Il dipinto è opera di Giampiero Magrini di Cannara.
DATAZIONE
Non conosciuta con esattezza, ma sicuramente, per quanto da noi descritto in narrativa, seconda decade del XXI secolo, benedetta in occasione della processione del 9 agosto 2015 (‘La Voce’, 7 agosto 2015).
TECNICA E STATO DI CONSERVAZIONE
Stato di conservazione buono.
ISCRIZIONI
S. FELICISSIMO
RILEVATORE
Tiziana Ravagli & Giampaolo Filippucci – durante una escursione di MontagneAperte
Non lontano da Mosciano – Serre di Mosciano è presente una sorgente nota come ‘Sorgente di San Felicissimo’.
Narra una delle tante tradizioni che si tramandano localmente che il piccolo Felicissimo doveva accompagnare giornalmente la mamma a prendere l’acqua in una fonte lontana, oltre la montagna. Un giorno mentre tornavano a casa, il bimbo stanchissimo e piangente si fermò esausto e si sedette a riposare: in quello stesso punto iniziò a sgorgare l’acqua. Da quel giorno la vita della famiglia di Felicissimo e degli altri abitanti di questi luoghi divenne sicuramente un po’ meno difficile!
Vivere non lontano da una sorgente, un tempo era una vera benedizione…