Castel Ritaldi – La Bruna, Santa Lucia de Nido [CAS013]

1024 684 Edicole sacre. Nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano
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STORIA DEL LUOGO
La piccola chiesa è registrata negli elenchi diocesani delle decime (Archivio storico diocesano di Spoleto, Codice Pelosius, 24 febbraio 1393, De Plebatu Castri Ritaldorum: “Eccl. S. Lucie de Nido estimatur libras 5 florenos 12 Est sine cura. Ad collationem Episcopi”), ma è certamente anteriore. Situata sul confine del territorio di Spoleto, è stata parte integrante della parrocchia di Castel S. Giovanni fino alla creazione della parrocchia di S. Maria della Bruna, il 1 ottobre 1950. Ha dato la denominazione topografica all’area circostante e alla strada d’accesso proveniente dalla provinciale “Tuderte” Spoleto-Montefalco

EDIFICIO

DESCRIZIONE
Chiesa con facciata in conci rettangolari di pietra a filari regolari, mentre gli altri muri sono a mattoni. Con orientamento est-ovest sulla facciata romanica a due spioventi si alza un campaniletto a vela privo di campana; la porta a conci di buona fattura è conclusa da arco a pieno centro; nella parte sinistra una pietra romana di recupero. Vi si accedeva normalmente dalla strada Castel S. Giovanni-La Bruna per la “Viaccia”; è stata luogo di pratiche religiose fino ai primi anni ’60, cui partecipavano le famiglie circostanti. Appartenuta al barone Ancaiani di Spoleto, poi cappella privata della famiglia Marroni di Petrognano che possedeva appezzamenti di terreno nei pressi, alla fine del XIX secolo era annualmente officiata (don F. Benedetti Valentini, Inventario dei beni stabili della chiesa di S. Giovanni…1873, manoscritto in folio presso l’archivio parrocchiale)
DATAZIONE
XIII secolo
STATO DI CONSERVAZIONE
Pessimo: pericolo di crollo generale
USO ATTUALE
Da tempo ridotta a rimessa privata di attrezzi agricoli, dopo il crollo del tetto si presenta come un ripostiglio in disordine
DIMENSIONI
Edificio m. 9×5,4×3,5. Porta larga m. 1,15

IMMAGINE

TECNICA E STATO DI CONSERVAZIONE
Una decorazione a stampino copre interamente la parete di fondo, dove era collocato l’altare, ora distrutto
OSSERVAZIONI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Il titolo dell’edicola si correda della connotazione “de Nido” che caratterizza anche la chiesa scomparsa di S. Andrea de Nido, anch’essa dipendente dalla Pieve di S. Gregorio in Nido. L’irrisolto titolo appare nei documenti medievali (XIV-XV secolo) degli elenchi delle decime ecclesiastiche tra i quali il noto Pelosius dell’archivio diocesano di Spoleto, ma risale più indietro, all’istituzione della canonica della cattedrale per la quale il papa Alessandro II riconosceva,privilegium del 6 gennaio 1069, l’istituzione e il possesso tra i beni elencati della Pieve di S. Gregorio in Nido (vedi pergamena 347, “eidem canonicae tradidit atque concessit…ac plebe S. Gregorii in Nido” operata dal vescovo di Spoleto Andrea nel 1607]

RILEVATORE
Alfiero D’Agata
DATA DI RILEVAZIONE
15/9/2005

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