L’ambiente naturale di questo territorio è segnato nella direzione nord-sud dalla stretta valle del piccolo fiume Naia e dall’antica via Flaminia che, almeno fino al ponte Fonnaia, ne segue il corso, dai monti Martani ad est e dall’articolato sistema collinare calcareo-argilloso a ovest.
L’alta percentuale di zone montane, circa la metà dell’intero comune, e la giacitura di esso nel suo complesso ne hanno influenzato negativamente, soprattutto nel passato, l’economia che è stata piuttosto povera con una densità di popolazione modesta.
Il rigido microclima dominante, con inverni prolungati e brinate tardive, ha determinato un’agricoltura estensiva basata sulla cerealicoltura nelle aree collinari e di valle e sulle attività silvo-pastorali in quelle montane.
Questi fattori hanno portato ad uno sviluppo lento basato su una produzione agricola di sostentamento e su attività artigianali ad essa complementari.
Il territorio aveva come sistema viario principale la via Flaminia romana e i suoi diverticoli che lo collegavano, e tuttora lo collegano a Terni, Spoleto, Amelia e Todi.
Inoltre la rete stradale che univa il capoluogo Acquasparta alle sue frazioni era integrata da un sistema di strade vicinali che raggiungevano gli insediamenti rurali sparsi.
I tracciati viari, pressoché naturali e pertanto rispettosi dei caratteri morfologici del terreno, erano segnati da caratteristiche siepi, alberature a querce, muretti a secco e da non frequenti e povere testimonianze religiose costituite da edicole o da nicchie con immagini.
Nel territorio ora descritto, rimasto troppo spesso ai margini degli avvenimenti storici succedutisi nell’Umbria meridionale, fatti salvi il Trecento dei Bentivenga e il Seicento dei Cesi, questi piccoli manufatti stavano a significare la spiritualità diffusa tra la nostra popolazione che desiderava una vita nelle strade e sui campi protetta dalla sacralità delle immagini e dei simboli devozionali.
Tali manufatti possono essere distinti in due tipi:
- edicole propriamente dette, perché piccole costruzioni isolate in muratura realizzate lungo le strade di comunicazione o in corrispondenza dei crocevia come a Macerino località Castagneto
- nicchie con immagini sacre ricavate nelle murature dei fabbricati prospicienti le strade pubbliche come ad Acquasparta, corso Umberto I 13
Alcuni di questi reperti censiti ad Acquasparta e nella sua campagna sono a ricordo di particolari avvenimenti che hanno distinto la vita e le vicende della comunità.
Altri, più legati alla trama viaria, scandivano con la loro presenza l’andare delle genti insidiato dai pericoli reali delle strade del tempo e reso meno tranquillo dalle molte paure conseguenti ad una religiosità semplice e ingenua invocante la benedizione della Provvidenza e dei santi (vedi edicola di via San Francesco ad Acquasparta).
Infine, altri ancora erano connessi alle processioni delle rogazioni che si svolgevano lungo le strade della campagna e con le quali si chiedeva la protezione sulle persone e sui raccolti quasi continuando i riti delle antiche celebrazioni pagane (vedi edicola a Casteldelmonte).
La ridotta consistenza numerica dei reperti acquaspartani e la loro stessa modestia stanno ad indicare, oltre alla marginalità del contesto già enunciata, una realtà di contraddizione per cui insieme a una misurata attenzione verso «opere» pubbliche o private di notevole importanza, realizzate nel territorio nel corso dei secoli, è esistito ed esiste un atteggiamento ben diverso nei riguardi delle piccole «opere» e della loro conservazione.