Domenico di Guzmàn

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Domenico di Guzmàn (Gualdo Cattaneo, scheda 057)

Domenico di Guzmàn (Gualdo Cattaneo, scheda 057)

Iconografia

Nell’iconografia è generalmente rappresentato in veste bianca, con il mantello nero dell’ordine dei Domenicani, la tonsura e, spesso, una stella in fronte, quale simbolo della sapienza (e in ricordo della visione che la sua nutrice ebbe durante il battesimo del futuro santo); spesso è raffigurato con un giglio in mano: solitamente simbolo di verginità e più frequentemente associato alle sante vergini.
Nelle rappresentazioni più tarde regge una fiaccola ed è accompagnato da un cane, per assonanza con il nome dell’ordine monastico di appartenenza: Domenicani, Domini canes, i cani del Signore, predicatori nel mondo.
Il piccolo cane, di colore bianco e nero, è presente anche nella storia che ci narra il sogno fatto dalla madre del Santo, Giovanna d’Aza, futura beata: nella visione onirica si vide mentre partoriva un cane che incendiava la terra, gli stessi elementi che ritroviamo nell’iconografia di san Domenico sopra descritta.
Tra i suoi attributi iconografici compaiono, talora, anche il bastone e il libro: questi ricordano i simboli che gli furono consegnati durante una visione nella Basilica vaticana dai due santi Pietro e Paolo. Il bastone è l’attributo del suo peregrinare, a piedi nudi, per convertire le genti; il libro rappresenta le Sacre Scritture.
Insieme attestano l’opera instancabile del Santo per evangelizzare tutti i popoli e in ogni paese, sino ai confini del mondo: tra gli elementi fondamentali dell’ordine domenicano ricordiamo, infatti, la predicazione, lo studio, la missione di evangelizzazione nel mondo, la povertà mendicante.
Una descrizione orale della suora Cecilia Cesarini, futura beata, che lo frequentò di persona, lo ricorda magro, di media statura, con un bel viso, l’incarnato rosa, occhi grandi, capelli e barba di colore biondo rame.

Vita

Domenico nacque in Spagna, a Calaroga, nel 1170 (circa) e morì a Bologna nel 1221, dove l’anno prima si era tenuto il primo Capitolo generale dell’ordine da lui fondato, l’ordine dei Frati predicatori, approvato da papa Onorio III e legato alla regola di sant’Agostino.
Si curò, in particolare, dell’istruzione dei religiosi: voleva, infatti, realizzare e promuovere centri di cultura cristiana che favorissero la diffusione della parola di Cristo e la lotta all’eresia. È protettore di astronomi (per la stella simbolo della sapienza), oratori, cucitrici.
Canonizzato nel 1234, fu venerato da subito a Tolosa (dove predicò) e a Bologna (dove morì).

Protezione

La festività cade l’8 agosto.

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