Titolo: Trevi de planu Sottotitolo: Arte, storia, natura, usanze e tradizioni della valle trevana
Autori: Tiziana Ravagli, Giampaolo Filippucci, Alvaro Paggi
Editore: Associazione Pro Trevi, Associazione Pro Cannaiola, – Festa della trebbiatura, G.A.L. Valle Umbra
Anno di pubblicazione: 2001
Composizione grafica: Tiziana Ravagli, Danilo Rapastella
Stampa: Tipografia Trevana, Trevi
Descrizione fisica: 302 pagine, illustrazioni, interessante appendice fotografica a colori, 21x cm (chiuso), rilegatura filo refe, copertina in cartoncino, allegata cartina su base IGM scala 1:25.000
Descrizione
Trevi de planu è il titolo che abbiamo scelto per questo lavoro che tratta di storia, arte, natura e tradizione della valle trevana.
Molti ricorderanno che Trevi de planu è il termine con il quale in qualche testo antico è indicato il nucleo principale, la città di Trevi in pianura, posta, allora, là dove oggi troviamo Pietrarossa località di cui peraltro trattiamo diffusamente nel libro.
Noi con questo titolo abbiamo voluto suggerire, soprattutto, un percorso di conoscenza, di presa di coscienza di una realtà tanto antica e dal passato così importante. Una realtà che ha perduto nel tempo troppe troppe sue ricchezze e peculiarità, rischiando di smarrire anche, in parte, la propria identità culturale.
Esiste, per noi, la Trevi collinare-montana, con il Municipio, le chiesole disseminate lungo importanti viabilità medioevali, i paesi abbarbicati sulla costa rocciosa, forti delle loro fondamenta e delle loro tradizioni. La Trevi ricca di storia, arte e cultura, conosciuta ed ammirata ovunque, la città dei musei, una delle più apprezzate città dell’olio, forse la più fotografata delle città umbre. La Trevi generosa di una natura quasi incontaminata, pur permeata dalla presenza e dalle attività dell’uomo.
A valle della via Flaminia troviamo la Trevi di pianura che il trascorrere dei secoli, il divagare a volte tumultuoso e libero di fiumi e torrenti, la rapida trasformazione dell’agricoltura e, non ultima, l’incuria dell’uomo hanno contribuito a depauperare di gran parte dei suoi tesori, del suo patrimonio storico ed artistico. Si tratta comunque di una parte importante e vitale del nostro territorio, ricca di tradizioni che appartengono indissolubilmente alla storia e alla cultura di tutta la gente trevana: Trevi de planu, arte, storia, natura, usanze e tradizioni della valle trevana.
Dalla presentazione di Don Luciano Gregori (Trevi, teatro Clitunno, Sabato 18 maggio 2002, ore 17.30)
…E’ nato così da Tiziana Ravagli, Giampaolo Filippucci assieme ad un altro loro amico, Alvaro Paggi questo secondo lavoro come necessario complemento del precedente.
“TREVI DE PLANU”.
Il termine “De planu“, è un modo di dire, secondo il linguaggio di antichi documenti, per significare il territorio abitato della pianura sottostante. Senza dimenticare che proprio Trevi ebbe la sua origine in pianura nei pressi di S. Maria di Pietra Rossa e che poi si ricostituì come città su quel meraviglioso colle ammirato anche dal Leopardi che transitava sulla vecchia via Flaminia sottostante….ma anche ammirata da quei viaggiatori del Sei-Settecento che amavano descrivere con entusiasmo le meraviglie della nostra regione umbra.
Ancora oggi, chi viaggia sulla nuova Flaminia, può imbattersi con qualche turista che stupefatto sta fotografando la città di Trevi.
Ma erano stupefatti i grandi viaggiatori del passato come Michel de Montaigne, scrittore francese che ci ha lasciato scritto. “La più bella pianura tra i monti che sia da vedere” aggiungendo di trovarsi di fronte “alla città olifera” di Trevi degna di essere ammirata, era l’anno 1581.
August von Kotzebue, romanziere e drammaturgo tedesco (1761 – 1819), rimase colpito nel suo viaggio verso Roma dalla posizione della cittadina di Trevi, così messa in alto che la paragonò alla Torre di Babele e potrei ricordarne tanti altri che erano ammirati dal paesaggio, per la bontà della sosta…:che sostavano quasi religiosamente poi alle sorgenti del fiume Clitunno : Cristina regina di Svezia, lo scienziato inglese Jon Ray, lo scrittore francese Francois Maximilien Misson, lo scrittore e politico inglese Joseph Addison, il giornalista e commediografo francese Michel Guyot de Merville…altro famoso scrittore francese Charles de Brosses, lo scrittore e medico scozzese Jon Moore,il grande poeta tedesco Wolfgang Goethe e tanti altri come George Gordon Byron, principi, Papi, pellegrini, invasori e conquistatori.
Tanti illustri viaggiatori per ammirare la valle umbra e in particolare modo la valle del Clitunno, uno dei luoghi più venerandi dell’Umbria.
L’armonia del paesaggio, la dolce pace delle montagne che sovrasta senza opprimere, il fervore della vita in pianura, i colori e le sfumature sempre diverse dell’atmosfera, la tranquilla solennità dell’orizzonte e la splendida policromia dei piani coltivati.
Terreno solcato da arterie assai antiche, questa pianura fu percorsa e frequentata da tanti popoli nel passato che qui vennero anche da regioni lontane a celebrare feste e a tenere mercati; fu santificata da monaci eremiti, resa celebre dal sangue di Emiliano vescovo e di un altro vescovo martire moderno Antonino Fantosati e più recentemente da Pietro Bonilli, umile parroco di Cannaiola.
Attraverso le testimonianze, leggiamo ancora la storia di millenni, le vicende alterne, le rovine, i segni di ogni tempo, dell’impero romano, del mondo pagano, cristiano, medioevale e moderno, un mondo passato che palpita nell’umanità di oggi presente in questa pianura.
Tiziana Ravagli, Giampaolo Filippucci e Alvaro Paggi hanno completato con questo libro “Trevi de planu” la conoscenza di ciò che mancava al comune di Trevi della sua pianura.
Questo è un libro vero, cioè di una realtà non inventata, ma osservata, narrata con semplicità senza disdegnare il rigore scientifico in ciò che riguarda l’aspetto geologico, botanico, faunistico e storico.
Il libro è ricco di nozioni, non fredde nozioni, ma calde nozioni che riportano a percorrere il tempo e lo spazio in cui è sorto un monumento, dove scorre un fiume, dove è coltivato l’ulivo…dove si è vissuti con una certa tradizione…e naturalmente con tante cose dimenticate.
Questo libro ci apre uno scenario sul presente e sul passato, facendoci riflettere se tutte queste cose le dobbiamo far rinascere, oppure soltanto rimpiangerle, assillati da un progresso così veloce che non sempre può essere vero progresso.
Questo lavoro è nato non solo per conoscere e ricordare, ma anche come tentativo ad arginare questo modo di trasformazione che può cancellare una cultura, un modo di essere che rappresenta la nostra civiltà.
Dall’habitat meraviglioso del fiume Clitunno, dai ricchi segni archeologici che emergono qua e là nella pianura, dalle culture antiche che si tramandano da padre in figlio, dai personaggi illustri per cultura e santità, il tempo e la ragione si legano insieme, ricordando che ciò che sta per svanire deve essere salvato.
Questo è un libro di ricordi, ma anche di speranza. Non è un libro di narrativa, ma un libro che va letto e consultato con interesse e amore, a volte con linguaggio semplice a volte specializzato.
Non è un documentario televisivo che possiamo anche dimenticare, ma un documento che deve restare nelle nostre case, come ogni buon libro, per un nostro arricchimento spirituale e culturale.
Ritornando a questo libro vorrei sottolineare la seria e meticolosa parte scientifica, riguardante il paesaggio fisico e geologico, con riferimento alle mutazioni geofisiche o che hanno avuto problemi di movimenti sismici.
Interessantissime sono le schede naturalistiche riguardanti la flora e la fauna e ci possiamo meravigliare di aver visto dalla nostra fanciullezza tanti fiori selvatici e tanti piccoli animali nella nostra campagna e non ne conoscevamo il nome.
Molto importante è la descrizione del paesaggio rurale che ha elementi comuni con la campagna umbra, il cui studio sotto questo aspetto lo si deve al grande studioso sacerdote francese Henry Desplanques e tradotto dal francese dal prof. Alberto Melelli.
Sarebbe auspicabile uno studio di approfondimento del terzo capitolo dove si tratta della viabilità con riferimento all’antica Flaminia e ai viaggiatori del Sei-Settecento.
Di tanto in tanto si scoprono nelle raccolte d’arte,specialmente private, dipinti e incisioni riguardanti il paesaggio umbro e impressioni e descrizioni delle località come Trevi.
E’ eppure vero che le raffigurazioni artistiche di questi viaggiatori non sono sempre rispondenti alla realtà, erano fantasiose, essendo state fatte spesso dopo il loro ritorno al paese di origine, ma proprio in questo sta l’originalità delle opere, perché certe forme del paesaggio e certi particolari erano rimasti fortemente impressi nella loro memoria.
Sarebbero da valorizzare, attraverso una seria ricerca, le edicole sacre, ricordate nel volume da Franco Spellani, espressione queste della devozione popolare ma che sono a volte delle autentiche opere d’arte.
Gli abitanti della pianura trevana con questo libro conosceranno notizie dei loro centri abitati e di illustri personaggi riguardanti la loro comunità: Francesco Francesconi, scienziato, filosofo, politico; Federico Cionchi, il bambino che si incontrò con la Madonna ; l’indimenticabile Don Pietro Bonilli, parroco di Cannaiola, del quale tutta la comunità trevana ha un dolcissimo ricordo della sua umiltà e della sua testimonianza evangelica a favore dei bisognosi.
Nel libro non sono dimenticati i rapporti tra Trevi e San Francesco, con quegli episodi indimenticabili che non si possono cancellare nella memoria dei trevani.
Curiosità particolari in questo libro ce ne sono tante circa le usanze e le tradizioni popolari, ancora radicate specie nelle nostre campagne.
A chi poi interessa la cucina della nonna e di quei sapori ormai scomparsi sarà esaudito pienamente sia per i primi piatti che per i secondi.
E ora è l’occasione per ringraziare quanti hanno favorito questo prezioso libro: gli autori innanzitutto che vi hanno lavorato: Tiziana Ravagli, Giampaolo Filippucci e Alvaro Paggi.
Poi si ringrazia Franco Spellani, che ha suggerito questa iniziativa; la Pro Trevi con il Dr. Luigi Andreani, con Sandro Verzari e Franco Spellani, IL GAL Valle Umbria, il dr. Carlo Cattuto del Dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Perugia, la Dr.ssa Mariagrazia Possenti della Regione dell’Umbria, Palma Areni come consulente per la cucina e chi tecnicamente ha favorito la stesura del lavoro tra i quali da non dimenticare Raffaello Ravagli, Erica Ravagli e Danilo Rapastella.
E per concludere una breve nota aggiuntiva che riguarda la persona che vi parla, che si considera un estimatore della città di Trevi e che soprattutto è stato un assiduo frequentatore delle montagne di Trevi.
Il 15 aprile 2000, anno del grande Giubileo è iniziata con un gruppo di miei amici, la serie dei pellegrinaggi a piedi, non è il momento di parlare di queste bellissime esperienze vissute in giorni di cammino per tanti chilometri, ma vorrei parlarvi di quello che abbiamo provato quel 15 aprile 2000, quando nella prima tappa Foligno- Spoleto, diretti verso Roma, costeggiando il torrente Marroggia di questa meravigliosa pianura trevana, abbiamo provato l’angoscia di un temporale imminente.
Le nuvole, quando stavamo già nei pressi di S. Maria di Pietrarossa, si erano talmente addensate da mettere in pericolo il nostro pellegrinaggio giubilare.
Giunti sotto Borgo Trevi il cielo si è aperto e un raggio di luce ha illuminato improvvisamente la città di Trevi…tornava il tempo buono…cinque giorni dopo eravamo a Roma.
Questo è uno dei più bei ricordi che conservo della vostra bella città.
E con questo abbiamo terminato?
Direi di no, abbiamo solo parlato un po’ della nostra realtà.
C’è da fare qualcosa?
Direi di sì; cerchiamo di conoscere la nostra storia, il nostro territorio, se lo conosciamo di più, sapremo apprezzarlo e allora sapremo anche amarlo.
Don Luciano Gregori
Come
Per acquistare questa pubblicazione il riferimento è l’Associazione Pro Trevi, piazza Garibaldi, Trevi: www.protrevi.com