Le attività finalizzate alla richiesta della Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.) per il Trebbiano spoletino iniziano nel 2005 quando l’interesse comune della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano, di alcuni agronomi del territorio e della Cantina Spoleto Ducale – Casale Triocco, si concretizza nella costituzione di un Gruppo di Lavoro che si poneva come finalità quella di salvaguardare un vitigno autoctono di sicuro pregio quale è il Trebbiano spoletino e valorizzare adeguatamente i vini prodotti da tale vitigno chiedendone la Denominazione di Origine Controllata.
In seguito il Gruppo di Lavoro si è ampliato con l’ingresso del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia, del Centro per la Documentazione e la Ricerca Antropologica in Valnerina e nella Dorsale Appenninica Umbra (il CEDRAV), delle Organizzazioni di Categoria in agricoltura e di alcune cantine già produttrici di vino Trebbiano spoletino IGP. La scelta di utilizzare la denominazione “SPOLETO”, che nel mondo significa storia, cultura, arte e bellezza del territorio, ha giocato un ruolo essenziale e imprescindibile nel sostenere e avvalorare il processo che il gruppo di lavoro aveva messo in atto.
Le diverse fasi del lavoro per la richiesta della DOC sono state presentate in due diversi convegni nelle edizioni del 2005 e del 2007 di “Vini nel Mondo”. Queste iniziative hanno riscosso grande successo e sono state uno stimolo per l’impianto di nuovi vigneti e per avviare la vinificazione e l’imbottigliamento del Trebbiano spoletino IGP da parte di altre cantine del territorio.
Il vitigno “Trebbiano spoletino” per la sua specificità, è oggi iscritto nel Registro Nazionale delle Varietà di vite con il numero 243 e il lavoro del Gruppo è stato coronato con il riconoscimento della DOC da parte del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e con la pubblicazione, il 30.11.2011, del disciplinare di produzione dei vini della DOC SPOLETO.
Il territorio della DOC SPOLETO comprende parte dei comuni di Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Foligno, Montefalco, Spoleto e Trevi ed ha una superficie di circa 23.600 ettari compresa tra i 200 ed i 550 metri di altitudine.
Dalle uve di Trebbiano spoletino prodotte e raccolte nell’areale di produzione, possono essere prodotti i seguenti vini DOC:
Spoleto Bianco
- Trebbiano Spoletino – minimo 50%
- Altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione per la Regione dell’Umbria – massimo 50%
Spoleto Trebbiano Spoletino
- Trebbiano Spoletino – minimo 85%
- Altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione per la Regione dell’Umbria – massimo 15%
Spoleto Trebbiano Spoletino Superiore
- Trebbiano Spoletino – minimo 85%
- Altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione per la Regione dell’Umbria – massimo 15%
Spoleto Trebbiano Spoletino Spumante
- Trebbiano Spoletino – minimo 85%
- Altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione per la Regione dell’Umbria – massimo 15%
Spoleto Trebbiano Spoletino Passito
- Trebbiano Spoletino – minimo 85%
- Altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione per la Regione dell’Umbria – massimo 15%
Le operazioni di vinificazione, appassimento, invecchiamento ed imbottigliamento devono essere effettuate esclusivamente all’interno della zona di produzione. Tuttavia è consentito che tali operazioni siano effettuate nell’intero territorio dei comuni compresi, anche parzialmente, nella zona di produzione, da parte di quelle aziende vitivinicole che hanno effettuato la vinificazione di Trebbiano Spoletino IGP prima dell’entrata in vigore della DOC. In seguito al riconoscimento della DOC del Trebbiano spoletino, è stato presentato al TAR del Lazio un ricorso da parte di alcune aziende vitivinicole della zona DOC del Sagrantino e Rosso di Montefalco e dal Consorzio di Tutela dei Vini di Montefalco.
Con il ricorso si chiedeva sostanzialmente l’allargamento dell’areale di produzione della DOC SPOLETO ad un’altra parte consistente di territorio dei comuni di Montefalco e Bevagna.
Il TAR del Lazio si è espresso positivamente in merito al ricorso presentato ed ha rimandato al Ministero competente le conseguenti determinazioni. Si è ricorsi, successivamente, al Consiglio di Stato dal quale siamo in attesa delle determinazioni definitive.
Indipendentemente da cosa sarà deciso in merito all’allargamento dell’areale di produzione della DOC SPOLETO, resta comunque valido e vigente quanto già approvato. Ne consegue la necessità di adoperarsi con sollecitudine per adeguare i vigneti così da avere una disponibilità sufficiente di Trebbiano spoletino da vinificare, di sostenere con opportune azioni la produzione di tutti i vini previsti dal disciplinare della DOC SPOLETO e di avviare un’adeguata azione promozionale di questi vini.
Nota bene: la parte tecnica di questo post è stata curata dal dott. agr. Alvaro Paggi