Novembre 2021: camminando con @MONTAGNEAPERTE, un percorso tra i vigneti di sagrantino e non solo… il foliage in Valle Umbra
L’itinerario percorso, o meglio uno dei tanti itinerari possibili: UN PERCORSO TRA I VIGNETI DI SAGRANTINO E NON SOLO… IL FOLIAGE IN VALLE UMBRA
In questo autunno in cui il tempo meteorologico ci ha donato belle giornate di sole, con l’Associazione MONTAGNEAPERTE abbiamo girato in lungo e in largo nel territorio del sagrantino per riuscire a cogliere la bellezza di colline ricche di colori e sorprendenti sfumature offertaci dall’insieme di ciascuno dei singoli filari che compongono questi paesaggi…
Abbiamo goduto di ogni occasione offertaci dal nostro peregrinare, per ricercare la migliore inquadratura per immagini che probabilmente non ci restituiranno le stesse percezioni visive colte nel cammino, ma sensazioni e bei ricordi certamente sì!
Il percorso che proponiamo… attraversa uliveti intervallati da piccoli vigneti e ci permette di ammirare dall’alto la variegata geometria della pianura fatta di prati e di campi arati pronti per la semina; sullo sfondo possiamo seguire con lo sguardo la fascia fascia olivetata Assisi – Spoleto, con Spello, Trevi, Pissignano e altri piccoli paesi, fino ad arrivare (da Nord a Sud) al monte Subasio e alla dorsale montuosa del Serano- Brunette.
Queste passeggiate, quella che proponiamo come percorso in ITINERARI E LUOGHI, ma anche tante altre rese possibili dalla fitta rete di strade che collegano le varie frazioni del comune di Montefalco, generalmente poco trafficate, e le numerose vie sterrate, vicinali, interpoderali… ci permettono di organizzarci a nostro piacimento con il semplice aiuto di una cartografia di questi luoghi per tanti itinerari di conoscenza [Difficoltà: T/E].
E a proposito di conoscenza…
L’itinerario e una serie di digressioni suggerite ci hanno permesso di andare a conoscere luoghi ricchi di storia e antiche suggestioni:
La fonte di Vecciano o di San Francesco
In località VECCIANO, avremo modo di trovare e fermarci a osservare un’antica fonte di acqua ‘magnesiaca’ di francescana memoria. La tradizione narra, infatti, che fu san Francesco a far sgorgare l’acqua nel 1215; ce lo ricorda anche una lapide, messa in posto nel 1936, che riporta le parole del Bullarium Franciscanum: «sanctus Franciscus anno Domini MCCXV hanc mirabilem fontem oriri fecit cuius aqua ad fugantas febres morbosque pellendos mirabiliter operatur».
La Madonna di Vecciano
In questa stessa località, ricordiamo ancora la presenza di un’antica edicola votiva, oggi racchiusa in una piccola chiesa denominata ‘chiesa della Madonna di Vecciano’ dal nome dato dai fedeli all’edicoletta, o ancora ‘chiesa della Maestà di Vecciano’ come recita una targa apposta sulla facciata dell’edificio.
Silvestro Nessi ci racconta che l’edicola originaria è del XVI secolo e che l’affresco, conservato nella chiesina, attribuito al pittore Francesco Melanzio, è datato al 1510. Raffigura la Madonna con Bambino fra due angeli musicanti, san Pietro, san Paolo, san Francesco e san Sebastiano.
E a Camiano Grande di Montefalco…
La chiesina di San Rocco
Non lontano dalla fonte ‘di san Francesco’, in località Camiano troviamo l’antica CHIESINA DI SAN ROCCO, inizialmente intitolata Santa Maria della Selvetta.
Nei pressi di questo luogo sorse il primo insediamento francescano di Montefalco e in questa chiesetta con annesso convento ebbe il riconoscimento il Terzo ordine regolare di San Francesco, che nel 1448 vi tenne il primo capitolo generale…
Ma come si è passati da Santa Maria della Selvetta a San Rocco?
Qui ci piace raccontare una storia…
Correva l’anno 1516, quando i santesi di questa chiesina rurale commissionarono al pittore Francesco Melanzio un dipinto raffigurante san Rocco, pellegrino e terziario francescano a cui i terziari stessi erano particolarmente devoti. Il pittore montefalchese si impegnò a realizzare un’opera di sicura bellezza e così fu. Successivamente all’esposizione del dipinto, la chiesa cambiò intitolazione: divenne la chiesa di San Rocco, uno dei santi maggiormente invocati in tempo di peste, e in generale di epidemie, insieme a san Sebastiano.
E per non farci mancare un GRANDE ALBERO, come da tradizione di MONTAGNEAPERTE, presso SAN ROCCO troviamo il LECCIO DI SAN FORTUNATO o LECCIO DELLA SELVETTA...
L’albero attuale non può certamente essere l’originale di san Fortunato; il culto popolare era, tuttavia, così forte che molto probabilmente i fedeli decisero di piantare in questo stesso luogo «[…] dove il pungolo divenne albero, [detto] ‘all’albero santo’ […]» un’altra pianta, in sostituzione dell’antico leccio della Selvetta [S. Nessi 2006]. Secondo alcune storie locali, l’albero originario del IV secolo d.C. fu sradicato e abbattuto dal vento e dalla neve probabilmente nell’inverno del 1870, quando era ormai quasi secco [S. Fortunato di Montefalco, opuscolo].
Così si può immaginare che la pianta attuale, peraltro già molto sofferente all’atto della nostra visita con Silvestro Nessi, può avere comunque un’età abbondantemente superiore al secolo.
E per tutti coloro che amano i PATRIARCHI VERDI, ricordiamo la pagina dedicata a questo magnifico LECCIO, che come spesso accade alle piante di una certa età avrebbe certamente necessità di interventi manutentori urgenti e soprattutto mirati e da realizzare con grande competenza.
Una annotazione necessaria: al momento, sia la chiesetta di San Rocco sia il leccio di San Fortunato si raggiungono solo attraversaversando una proprietà privata.
Questo li rende purtroppo praticamente irraggiungibili, se non si ha la fortuna di incontrare i gentili proprietari del sito di accesso che aprono i loro cancelli…
Così, camminando con MONTAGNEAPERTE ancora una volta siamo andati alla scoperta di tesori splendidamente racchiusi in Valle Umbra, nel 💚 cuore verde d’Italia… Buon Cammino a tutti!!!