Si sente spesso dire che Borgo Trevi è un abitato moderno, anonimo, quasi senza storia. Non è del tutto così!
Già nel 1177, vi sorgeva la chiesa di Sant’Egidio e il suo Ospedale per i viandanti, entrambi controllati dall’Abbazia di San Pietro in Bovara.
La struttura si collocava lungo il principale asse viario verso Trevi: la strada di Bocca del Termine, che giungeva a Porta San Fabiano.
Intorno alla chiesa e sotto l’ex Pastificio Bonaca, comunque, vennero rinvenuti negli anni ’70 sarcofagi in terracotta databili a cavallo tra il IV e il VI secolo d.C.; l’area, infatti, si trova già nell’immediato suburbio della Trebiae romana (Pietrarossa).
Più tardi, tra XIII e XIV secolo diventerà la dogana del Terziere Castello lungo la Strada Romana (attuale Via Sant’Egidio). Borgo, infatti, faceva parte della balia della Piaggia ed era considerato una sorta di estensione della città lungo la via. La dogana era protetta da una torre, dei quali esistono tuttora alcuni resti. Questa era costruita con conci regolari di calcare e recuperava alla base anche blocchi di età romana, trovarti certamente nei paraggi.
Ma Borgo era soprattutto noto per le sue malfamatissime taverne: luoghi di contrabbando del vino, frodi e criminali. Già nel ‘300, vi esisteva la locanda gestita dall’ebrea Chiaruccia e nei secoli successivi il Comune dovette più volte intervenire affinché i prezzi fossero chiari e il vino non annacquato.
Solo nel 1864, con l’inaugurazione della linea ferroviaria Roma-Ancona, Borgo inizierà la sua ascesa come principale abitato del nostro comune [comune di Trevi (PG)].
Il Catasto Gregoriano, intorno al 1820 ci mostra ancora una Borgo composta di soli 8 edifici, tutti ancora esistenti e ben identificabili.