Giugno 1940... anche i cittadini trevani (insieme a tutte le donne e a tutti gli uomini del Regno) si preparavano ad affrontare la guerra che avrebbe dovuto essere 'breve'...
Molti tornarono diversi, alcuni (36, per la precisione) non tornarono per niente. Sarebbe importante, per salvarne memoria, sapere qualcosa su di loro: dove e quando persero la vita, su che fronte si batterono, se esistano ancora loro lettere per raccontarne il sacrificio con la loro voce…
I caduti trevani del Secondo conflitto mondiale (immagine a cura di Stefano BORDONI)
[…] A 4 anni esatti dall’inizio del conflitto, terminava l’occupazione nazista sulla nostra cittadina.
Gli Alleati bombardavano il territorio trevano da marzo e con sempre maggior insistenza.
Agli inizi di giugno l’esercito della Germania nazista, consapevole di non poter contrastare ulteriormente il nemico, ripiegava verso Nord dopo essersi dato al sabotaggio per rallentare l’avanzata americana.
Vennero distrutti i ponti principali, la centrale elettrica di Pissignano, il deposito di carburante a monte di Borgo Trevi, i mulini della Faustana e altre infrastrutture.
Ma un ultimo, terribile ‘regalo’ venne ‘donato’ alla nostra comunità il 10 giugno 1944…
Subito prima di lasciare per sempre Trevi, i nazisti fecero saltare in aria il deposito munizioni posto accanto al Convento di San Martino.
L’enorme esplosione scagliò proiettili sin dentro Trevi, con grandi rischi per i civili; e se uno dei frati non avesse coraggiosamente tagliato la miccia che conduceva al deposito principale, si sarebbero probabilmente contate vittime. E vittime alla fine si contarono in ogni caso, dato che 4 dei nostri caduti perirono durante l’occupazione: Tito Maggiolini, Alfredo Silvestri e i fratelli Amedeo e Sante Battistini.
Dell’evento ci rimane un dipinto di Vincenzo Giuliani, oggi di proprietà della PRO TREVI (http://www.protrevi.com/protrevi/Giulian2.asp), su cui si è basato il fotomontaggio qui postato.
Lo scoppio del deposito munizioni nei pressi di San Martino a Trevi (immagine a cura di Stefano BORDONI): il fotomontaggio è basato sul dipinto di Vincenzo Giuliani citato nel post
Il fronte bellico per Trevi terminava finalmente lì!
Rimanevano tutte le tragedie famigliari dei morti, feriti e prigionieri sparsi tra Europa e Africa, dei quali non si sapeva (e per alcuni non si sarebbe saputo) niente. Alcuni, specie i prigionieri del fronte russo, tornarono addirittura negli anni ’50.
Una narrazione degli eventi trevani della II Guerra Mondiale è disponibile in C. Zenobi, Storia di Trevi: 1746-1946, Foligno 1987, pp. 370-377
Un post a cura di Stefano Bordoni, redattore del MOST e archeologo