La SORGIVA DELL’AISO è un SITO DI INTERESSE COMUNITARIO - SIC IT5210043: ha una superficie di circa 0.27 ha e rappresenta la più piccola area tutelata tra i SIC di Natura 2000 dell’Umbria.
Una bassa collina con il convento dell’Annunziata sovrasta il luogo delle risorgive bevanate in un contesto antropizzato ma ancora di grande valore e interesse ambientale oltreché storico e culturale.
In questo angolo di paesaggio agrario tipico della Valle Umbra, tra il fiume Topino e il fiume Timia, troviamo il lago Aiso: siamo in prossimità della località Capro (216 m s.l.m), circa 2 km a Nord dell’abitato di Bevagna.
L’Aiso è un piccolo lago legato a una risorgiva artesiana; ha forma sub-circolare, un diametro di circa 25 m e una profondità massima, al centro, di circa 13 m.
Indagini con ecoscandaglio hanno permesso di definire una forma pressoché cilindrica, con pareti praticamente verticali; queste sono costituite da alcuni dei litotipi tipici presenti nelle aree planiziali della Valle Umbra: ghiaie, sabbie, argille, limi argillosi.
Il laghetto, noto anche con il nome di Abisso o dell’Inferno, non subisce variazioni stagionali di livello ed è alimentato da acque provenienti da circuiti profondi che interessano gli acquiferi carbonatico-arenacei.
Le acque sorgive emergono a una temperatura di circa 14° e sono smaltite da un piccolo canale emissario.
Lo studio degli acquiferi indica la presenza di una falda superficiale e di una più profonda attestata a circa 40 m dal p.c. ma che risale sino a 8 m circa, che interessa, dunque, anche l’Aiso. Siamo di fronte a un acquifero multistrato comune in questa area dell’Umbria.
Lo sprofondamento che ha dato origine a questo laghetto planiziale dovrebbe essere avvenuto in epoca pre-romana.
Numerose sono le leggende legate all’Abisso, così come a quasi tutti i sinkhole formatisi in epoca remota.
Nel caso del ‘nostro’ laghetto si narra che un contadino di nome Chiarò volle trebbiare nel giorno della festa dedicata a sant’Anna, mamma della Madonna, che secondo tradizione doveva essere una festività di riposo e preghiera. Durante i lavori l’aia dove Chiarò era intento a trebbiare sprofondò con tutti gli uomini che lo stavano aiutando. In quello stesso luogo si formò subito un laghetto, l’attuale Aiso o Abisso. Ma la tradizione assume toni ancor più cupi e mesti. La leggenda racconta, infatti, che dallo sprofondamento si salvarono solo la moglie di Chiarò, una pia donna, e il loro bambino: ben presto, tuttavia, l’acqua fuoriscì dall’Abisso appena formatosi e raggiunse mamma e figlioletto, sommergendo il piccolo in un luogo poco lontano dal primo sprofondamento dove scaturì una nuova sorgente e si formò un nuovo laghetto detto Aisillo, il piccolo Aiso.
In prossimità delle sponde dell’Aiso, già alla fine del XIX secolo furono ritrovati bronzetti votivi risalenti al VI-V sec a.C che farebbero confermare la vetustà dello sprofondamento.
Questi gli habitat di interesse comunitario identificati all’interno del sito (da www.regione.umbria.it/documents):
- habitat 3140 – Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.
- habitat 3150 – Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition
- habitat 3260 – Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho–Batrachion
- habitat 6430 – Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile
Alcune delle specie osservate in zona
Uccelli specie di cui all’allegato I Direttiva 79/409/CEE
- martin pescatore (Alcedo atthis)
- averla piccola (Lanius collurio)
Anfibi e Rettili specie di cui all’allegato II Direttiva 92/43/CEE:
- tritone crestato (Triturus carnifex)
Pesci – specie di cui all’allegato II Direttiva 92/43/CEE:
- Rovella (Rutilius rubilio)