La storia della città di Spoleto e di tutta la Valle Umbra è stata caratterizzata quasi per cento anni dal lavoro nelle miniere, finalizzato all’estrazione della lignite a Gubbio (Branca), Cottanello, Aspra, Terni (Colle dell’Oro), Torgiano, Tavernelle e Pietrafitta, Fontivecchie, Collazzone, Dunarobba e Collesecco...
L’area mineraria più importante è stata senza dubbio quella di Morgnano (Spoleto), con i cantieri Orlando, Santa Croce, San Silvestro, Sant’Angelo, Uncinano.
Numerosi pozzi di estrazione giungevano fino a quasi 400 metri di profondità, con centinaia di chilometri di gallerie che si intersecavano da Sant’Angelo in Mercole fino a Maiano; una teleferica portava il minerale dai cantieri di Bastardo fino a Morgnano, ove una ferrovia mineraria serviva tutta l’area di coltivazione, connettendola alla rete ferroviaria statale.
Nell’area di Morgnano, in corrispondenza del cantiere centrale, si sviluppò praticamente una cittadina, con numerosi impianti (tramogge, essiccatoi, cava di argilla, fornace per mattoni, officina elettrica, infermeria, mensa), di cui oggi restano ancora alcune testimonianze, progressivamente deteriorate dal tempo e dall’oblio.
Quella delle miniere, per Spoleto fu una vera epopea operaia e contadina che vide protagonista gran parte della popolazione, anche se con ruoli diversi.
Questo post è tratto da:
A CURA DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DELLE MINIERE: Bruno Mattioli, Aurora Gasperini, Lamberto Gentili, Tiziana Ravagli
Con l’Associazione Amici delle Miniere, fondata a Spoleto grazie al contributo della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano e per la volontà di tanti cittadini che quell’epopea l’hanno vissuta direttamente o attraverso i ricordi di genitori e nonni, abbiamo raccontato la storia delle miniere di Spoleto (e non solo) nel volume LA POESIA DEL DIVENIRE…