Hildoceras

240 209 Ambiente e Biodiversità
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Hildoceras Hyatt, 1867
Specie tipo: Hildoceras bifrons Brughiere, 1789
Diffusione temporale – Distribuzione stratigrafica: dal Lavinianum (Domer inferiore) all’Aalensis (Toarciano superiore); genere tipico del Toarciano medio
Etimologia del nome: da S. Hilda, badessa inglese, e ceras = corno
Tassonomia: Hildoceratoidea, Hildoceratidae, Hildoceratinae

Descrizione
In Arkell et al. si ha una diagnosi molto succinta, citiamo letteralmente: conchiglia liscia involuta appiattita con un ventre arrotondato e costrizioni periodiche sigmoidi sul modello interno con o senza verruche nella metà esterna del lato, traversanti l’area ventrale sul guscio (quando è conservato)“.

In Appennino la specie tipo non è molto comune, al suo posto è frequente la specie H. angustisiphonatum, caratterizzata da conchiglia appiattita, sezione della spira alta, coste fini e fitte e area ventrale stretta con solchi sifonali poco incisi.
Per la definizione di Gabilly, 1976, gli Hildoceras sono caratterizzati da coste anguliradiate, per il brusco cambiamento direzionale tra il segmento interno e quello medio (vedi figura).
Nel Treatise non si parla della struttura, ma Venturi e Ferri, 2004, trattano ampiamente questo genere, disegnandone le suture e illustrando varie specie appenniniche.
Qui la sutura viene definita “poco frastagliata, con E più corto di L e lobi ombelicali in numero di tre (U2,U3,U1)”.
Aggiungiamo che la sella ES è larga il doppio di LS1 e che il lobo interno (visibile solo nei frammenti ) è minutamente dentellato monopolare.
Per maggiori dettagli ed informazioni può essere utile consultare anche la sutura in Venturi e Rossi, 2004, fig. 64.

Morfologia: ha sezione subrettangolare, più alta che larga, spesso compressa, avvolgimento da evoluto a mediamente evoluto, carena non molto rilevata e area ventrale tabulata, talora arrotondata, senza costrizioni. Ornamentazione spesso con semplici coste, ad arco di falce; il segmento ombelicale può presentare un solco o delle fossette.

Distribuzione: molto frequente negli strati nodulari del Rosso Ammonitico.

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