Edera, ellera

409 307 Ambiente e Biodiversità
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Nome comune: edera, ellera, abbracciabosco
Specie: Hedera helix L.

Famiglia: ARALIACEAE

Si tratta di una specie arbustiva, lianosa sempreverde, che possiamo trovare facilmente allo stato naturale, ad esempio nei fossi, e nei luoghi freschi ed ombrosi, così come nella faggeta, ma che viene anche usualmente coltivata per spalliere, rivestimenti verdi e mascheramenti vari. Può raggiungere i 20 m di lunghezza.

  • I fiori sono riuniti in infiorescenze costituite da 2÷3 piccole ombrelle nude con 8÷20 fiori di colore verdastro. Fioriscono in autunno e sono particolarmente ricchi di nettare. Ogni fiore è costituito da 5 petali lanceolati ripiegati verso il picciolo. 5 sono anche gli stami, alternati ai petali; si presentano con antere gialle e 1 pistillo.
  • Le foglie sono coriacee e persistenti a margine liscio; di colore verde intenso, presentano nervature biancastre sulla pagina superiore. Le foglie dei rami giovani hanno forma palmato-lobata; quelle dei rami più vecchi, alti e fioriferi, sono ovato-romboidali. In generale sono picciolate.
  • I fusti  giovani sono erbacei; invecchiando, diventano semilegnosi e presentano radici avventizie. Per questo la corteccia inizialmente è liscia, poi rugosa e infine fessurata e di colore grigiastro.
  • I frutti compaiono in primavera; si presentano come bacche di forma ovoidale che diventano da verdi a rossastre, a nero-bluastre a maturazione. Contengono 2, 3 noccioli con semi oblunghi, rugosi e rossicci. I frutti sono velenosi per l’uomo, ma appetiti, ad esempio, da varie specie di uccelli.

Note

Oltre alla sottospecie nominale sopra descritta, nel nostro territorio è segnalata anche la sottospecie Hedera helix subsp. poëtarum (Bertol.) Nyman: si distingue dall’edera più comune per i frutti che a maturità presentano bacche di colore giallo-brunastro; si tratta di specie archeofita, cioè di una specie la cui dispersione è dovuta all’uomo, in tempi remoti (per convenzione prima del 1500).

Nome comune: edera dell’Algeria, edera algerina
Specie: Hedera algeriensis Hibberd

Famiglia: ARALIACEAE

Specie esotica.

Tossicità

Diverse parti di questa pianta risultano tossiche, ma in particolare i frutti sono velenosi contenendo vari glucosidi tra cui l’ederina.

Curiosità

Nel linguaggio dei fiori, l’edera è il simbolo della fedeltà, ricordando la tenacia con la quale i rami di questa specie si avvinghiano ai muri o alle piante su cui si arrampica.
Nell’antica Grecia, per questo motivo, i giovani sposi ricevevano in dono ghirlande di foglie d’edera con le quali venivano incoronati durante la cerimonia nuziale.
Giovanni Pascoli così canta l’edera:
Ora che il Verno spoglia le foreste
e le tue foglie per le vie disperde;
o vecchio ornello te ricopre e veste
l’edera verde
.
Secondo un’altra tradizione, l’edera è il simbolo della passione sfrenata: con questa pianta, infatti, le Menadi (seguaci del dio Dioniso) si cingevano il capo durante le orge dionisiache.
L’edera è un vegetale particolarmente longevo, potendo vivere anche centinaia di anni.
Quando si abbarbica ad una pianta può comprometterne la sopravvivenza, potendo in pratica soffocarla con l’abbraccio tenace dei suoi rami.
Un detto francese ci ricorda che dove si attacca, muore: Je meurs où je m’attache.
Ricordando che si tratta di una specie tossica, e sconsigliando pertanto un qualsiasi uso interno della stessa, ricordiamo un’antica ricetta per un pediluvio rinfrescante che potrà dare sollievo alle nostre estremità stanche: alcune manciate di foglie fresche tritate in una bacinella di acqua calda.
In questa immergeremo i piedi al termine di una faticosa giornata lavorativa, o al ritorno da una lunga passeggiata sui monti nostrani.

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Wikipedia
Disambiguazione – "Edera" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Edera (disambigua).
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Edera comune
Hedera helix
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineApiales
FamigliaAraliaceae
SottofamigliaAralioideae
GenereHedera
SpecieH. helix
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineApiales
FamigliaAraliaceae
GenereHedera
SpecieH. helix
Nomenclatura binomiale
Hedera helix
L., 1753
Hedera helix in erbario

L'edera comune (Hedera helix L., 1753) è una pianta che appartiene alla famiglia delle Araliacee.[2]

Descrizione

Nei rami non fioriferi ha foglie caratteristiche a 3 o 5 lobi di colore verde chiaro e scuro, ideale per ricoprire muri o tronchi di alberi. Nei rami fioriferi le foglie invece sono ovato romboidali.[senza fonte]

I fiori sono formati da cinque petali di colore verde riuniti in ombrelle sferiche. Caratteristica dell'edera è la prima fioritura a circa 10 anni di età.

I frutti sono costituiti da bacche globose di colore nero a maturazione lungamente peduncolate e riunite in formazioni sferiche. Gli uccelli se ne cibano abbondantemente nei periodi invernali mentre per l'uomo contengono una saponina che irrita le pareti gastriche.

La fioritura avviene a settembre e le bacche maturano a novembre, rimangono sulla pianta tutto l'inverno.

Distribuzione e habitat

La specie è diffusa in Europa e in Turchia[2]; in Italia è presente in tutte le regioni.

Si trova a ridosso di ruderi, su alberi ma anche nei sottoboschi ombrosi. Può crescere sia strisciante che abbarbicata.

Usi

L'edera è una pianta mellifera, il cui fiore è bottinato intensamente dalle api. Si può ottenere un miele, ma anche se comune l'edera non è abbondante e la produzione di monoflora si ha solo in piccole aree. Molto importante perché è una delle ultime piante a fornire quantità cospicue di nettare e polline prima dell'inverno, fiorendo a settembre-ottobre. Una peculiarità di questo miele che ne rende difficile l'estrazione è dovuto alla cristallizzazione rapida, spesso già nei favi dentro l'arnia, rendendo inutile la normale centrifugazione. Indi per cui spesso si lascia come ultimo rifornimento per le scorte invernali dell'alveare. Inoltre, per il periodo autunnale, il miele tende ad avere troppa umidità.

L'edera comune è molto apprezzata in cosmetica[3] per le sue proprietà tonificanti e drenanti, è utile contro cellulite, ritenzione idrica e gonfiori, ma anche per la cura dei capelli e piccole irritazioni o scottature.[4] Fra i prodotti cosmetici più apprezzati ricavati da questa pianta vi è l'estratto di edera.

Moltiplicazione

L'edera può essere moltiplicata per talea, margotta o può essere riprodotta da seme.

Moltiplicazione per seme

I semi vengono preparati nel periodo invernale per poi essere interrati con l'arrivo della primavera. Per questo possono essere raccolti a fine febbraio / inizio marzo per poi essere piantati. All'interno di ogni bacca troviamo da 2 a 3 semi che potranno essere piantati per dare vita a 3 piante differenti.

Questo metodo viene principalmente scelto se si desiderano delle piante con caratteristiche differenti dalla pianta madre; infatti le piante nate da seme avranno una genetica che tende a fondersi migliorandosi nelle generazioni successive in base ai fattori ambientali cui la pianta viene esposta.

Un esempio di miglioramento può essere dato dal fatto che la pianta madre è stata esposta a problemi climatici (siccità o gelo) e le nuove piante nate da seme avranno nel loro genoma un'informazione migliorativa sul clima che ha quel determinato territorio.

Moltiplicazione per talea

Anche in questo caso il periodo migliore per moltiplicare l'edera è in primavera quando vi sono temperature tra 20 e 25°; poiché la pianta è provvista di radici aeree, si può prelevare un pezzo di ramo che contenga almeno 3 internodi e riporlo in un vaso con umidità e luce costanti. Dopo circa 10/15 giorni il rametto avrà prodotto delle radici che permetteranno alla pianta di crescere e assorbire i nutrimenti del terreno.

Se si adotta questo metodo di moltiplicazione, bisogna avere l'accortezza di utilizzare strumenti ben puliti e disinfettati, mentre le piante che si vanno a prelevare non devono presentare malattie fungine o parassiti.

Note

  1. ^ (EN) Hedera helix, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 4 luglio 2024.
  2. ^ a b (EN) Hedera helix, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 4 luglio 2024.
  3. ^ (EN) (PDF) Anticellulite efficacy of Trichilia catigua and Ptychopetalum olacoides Bentham extracts: Eficácia anticelulite de extratos de Trichilia catigua e Ptychopetalum olacoides Bentham, su ResearchGate. URL consultato il 21 agosto 2019.
  4. ^ Flowertales.it - Edera comune (Hedera helix) scheda botanica, su flowertales.it. URL consultato il 23 gennaio 2014.

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