Le indagini passate mostrano la presenza di giacimenti di lignite nelle porzioni costiere dell’antico lago, ma solo in corrispondenza di sue articolazioni che consentissero l’instaurarsi di ambienti a bassa energia. Nei tratti di costa rettilinea, maggiormente esposti al moto ondoso del regime lacustre, come quello ipotizzabile tra Bevagna e Bettona, non sono presenti depositi di lignite di qualche rilevanza.
Provando a riassumere la situazione ambientale e morfologica dei due bacini lignitiferi in studio, risulta che:
- il bacino del Bastardo costituiva quasi un piccolo specchio lacustre a se stante generalmente di acque calme
- l’area di Sant’Angelo-Morgnano si presentava come un’ansa lacustre, sviluppata forse su di un’area a bassa acclività, con una situazione generalmente di acque calme.
L’analisi geomorfologica di questa area, però, suggerisce che l’attuale percorso del T. Tessino nella stretta tra il Colle S. Elia e il Monteluco può essere conseguenza di una cattura fluviale da parte del Fosso di S. Pietro, mentre l’originale corso doveva scendere dal Testaccio verso Ponte Bari.
Analogamente il Marroggia devia bruscamente il suo corso presso Colle Pizzuto, per infilarsi nella stretta di Colle Ferretto; non si può escludere, anche in questo caso, una possibile cattura fluviale, mentre l’originario percorso potrebbe essere stato tra S. Angelo e Colle Ferretto.
Per confermare tali ipotesi sarebbe necessario ed auspicabile un approfondimento delle indagini, pur con le inevitabili difficoltà di analisi per l’antropizzazione dei luoghi e le profonde modifiche subite dal paesaggio e senza dimenticare l’influenza di fattori, talora determinanti, quali la litologia e l’assetto strutturale nel disegnare l’evoluzione morfologica di un territorio.
C’è da aggiungere ancora che i due bacini, e soprattutto il secondo, hanno dimensioni tali da poter essere interessati da eventi idrologici importanti e che le litologie dei versanti, con la diffusa presenza di marne e arenarie mioceniche potevano portare all’antico lago un contributo solido non lieve.
Inoltre, le acclività elevate, ieri sicuramente più di oggi, potevano esser causa di correnti canalizzate con elevate velocità del flusso idrico.
Queste considerazioni, con le altre sopra esposte, conducono a formulare diverse ipotesi di lavoro sulla formazione dei banchi di lignite xiloide presenti nel bacino di Morgnano-Santa Croce… che potremo leggere nel paragrafo che segue…
QUESTO POST È TRATTO DA: LA FORMAZIONE DEI GIACIMENTI – Miniere di lignite in Umbria [QUADERNI DEL LABORATORIO DI SCIENZE DELLA TERRA nn. 2-3/2006], VOLUME A CURA DI BRUNO MATTIOLI
CAPITOLO CURATO DA: Antonella Manni, Bruno Mattioli, Tiziana Ravagli