Lampyris noctiluca – Linnaeus, 1767
Descrizione
È un coleottero appartenente alla famiglia Lampyridae, che si presenta con un evidente dimorfismo sessuale:
- il maschio ha l’aspetto di un piccolo coleottero alato, con corpo, appendici, pronoto giallastri ed elitre brunastre, talvolta con bordi e sutura parimenti giallastre; emette la luce, da cui deriva il nome popolare di lucciola, a intermittenza per brevi istanti
- la femmina è priva di ali ed ha l’aspetto di una larva, lunga anche 2,5 cm. Il pronoto è simile a quello del maschio, mentre i segmenti addominali sono di colore bruno scuro con agli orli un disegno geometrico rosato; emette una luce pressoché fissa per ore
Le femmine della lucciola sono anche note come “verme luminoso” per l’aspetto più simile a un verme (che emette luce) che non a un coleottero.
Le larve sono molto simili alle femmine; vivono per due o tre anni cibandosi prevalentemente di chiocciole e limacce che attaccano iniettando un fluido digestivo tossico, di colore marrone. Questo paralizza lentamente la vittima, trasformandola in una sorta di pappetta predigerita che la larva praticamente risucchia. Gli stadi larvali sono quattro o cinque. In inverno, le larve si nascondono in posti riparati dal freddo, pronte a risvegliarsi al ritorno del caldo e della luce nella primavera successiva.
Il termine lucciola, con cui viene popolarmente chiamato anche questo coleottero, andrebbe forse più correttamente assegnato solo al genere Luciola.
In generale, in questi coleotteri la luce emanata, più correttamente indicata come bioluminescenza, deriva dalla combinazione di un enzima (la luciferasi) e di una proteina (la luciferina) con l’ossigeno e un acido naturale (l’adenosintrifosfato).
La luce ha la funzione di richiamo tra individui di sesso diverso, ma anche come avvertimento per il cattivo sapore che spesso si accompagna alla bioluminescenza e quindi come possibile meccanismo di difesa contro eventuali predatori…
Lampyris noctiluca Linnaeus, 1767 è un coleottero appartenente alla famiglia Lampyridae.[1] Assieme ad altre specie di questa famiglia è comunemente chiamata lucciola.
Descrizione
Lampyris noctiluca presenta un vistoso dimorfismo sessuale.
Il maschio è alato, con il corpo e le appendici giallastre, il pronoto giallastro, dotato di una grande macchia scura, le elitre bruno opaco, talvolta giallastre lungo i bordi e la sutura.
La femmina ha invece aspetto larviforme ed è priva di ali. Può arrivare a 25 mm di lunghezza. Il pronoto è simile a quello del maschio, mentre i segmenti addominali sono bruni scuri e orlati di rosa.
La femmina può emettere luce per ore, il maschio solo per brevi istanti.[senza fonte]
Biologia
A differenza delle più comuni lucciole, le Lampyris noctiluca compaiono spesso in individui isolati. I maschi volano alla loro ricerca emettendo lampi di luce. Le femmine, molto più rare e difficili da vedere, strisciano al suolo facendosi notare per la loro luminosità.
Luminescenza
Tra le 10 e le 12 di sera, nei mesi di giugno e luglio, le femmine larviformi si spostano in una zona in cui possono essere viste e raggiunte da un maschio, e attivano la luminescenza dei tre segmenti terminali, sollevandoli per metterli bene in vista. La luce emessa è di un bel verde brillante e rimane accesa per due ore circa, se non arriva un maschio; dopodiché la femmina si ritira nel suo nascondiglio, e riemergerà la notte successiva. Questo rito si può ripetere per 10 notti consecutive.[senza fonte]
Le sostanze chimiche coinvolte nella produzione di luce sono la luciferina e la luciferasi, la cui composizione esatta è condizionata geneticamente, producendo sottili variazioni da individuo a individuo. In questa trasformazione chimica, quasi tutta l'energia viene trasformata in luce, e solo il 2% viene disperso in calore. Il maschio può percepire questa luce da 15 metri di distanza.[senza fonte]
Larve
Le larve vivono per due o tre anni, cibandosi prevalentemente di chiocciole e limacce. La preda viene attaccata a morsi, iniettandole un fluido digestivo marrone tossico. Il fluido agisce lentamente, paralizzando la vittima e trasformando parte di essa in una pappina marrone, che la larva risucchia. In alcuni casi la vittima riesce a trascinarsi via e a sopravvivere al pasto.[senza fonte]
La larva attacca lumache che sono spesso 200 volte il proprio peso[senza fonte], e si attiva nelle stesse ore di maggior attività delle prede, ossia di notte e in condizioni climatiche umide. La larva muta quattro o cinque volte nel corso della propria esistenza. Durante l'inverno si nascondono in posti riparati, al buio e vanno in ibernazione, per poi risvegliarsi in primavera.[senza fonte]
Note
- ^ (EN) Taxon details: Lampyris noctiluca, in Fauna Europaea version 2.6.2, Fauna Europaea Web Service, 2013. URL consultato il 3 gennaio 2019.
Voci correlate
Altri progetti
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