Risulta difficile stabilire da dove provenga il progenitore selvatico del sedano coltivato. Sappiamo, però, che il sedano era coltivato nell’antichità per usi non alimentari e che è stato ‘ridomesticato’ come ortaggio in Italia alla fine del XVI secolo, diffondendosi poi in Europa nel XVII secolo, quindi abbastanza recentemente.
Alla specie Apium graveolens L. appartengono tre varietà di sedano:
Apium graveolens L. var. dulce (Miller) Pers., sedano da costa
Apium graveolens L. var. rapaceum (Miller) DC., sedano rapa
Apium graveolens L. var. secalinum Alef., sedano da taglio
Trevi, sedano nero
[foto di Bernardino Sperandio, per gentile concessione dell’autore per il progetto IL NERO DI TREVI, 2018]
Di certo il sedano, Apium graveolens L., è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Apiaceae, meglio conosciute come Ombrellifere, caratterizzata da una tipica infiorescenza a ombrella spesso composta.
In particolare il sedano da costa, come è il sedano nero di Trevi, è una pianta erbacea a ciclo biologico biennale: il primo anno si sviluppa la parte erbacea mentre il secondo anno la pianta produce il seme.
Senza volerci addentrare ulteriormente in nozioni botaniche, ci piace ricordare quanto scritto in un piccolo trattato (che alcuni attribuiscono a Oddone di Meung), secondo il quale l’‘Appio’ (il sedano) è così chiamato perché la corona del vincitore era realizzata con questa pianta (‘Appio’ in questo caso deriverebbe da apex, termine qui inteso nel significato di ornamento del vincitore), ma anche che ‘Appio’ potrebbe derivare da apis, l’ape mellifera che ama nutrirsi del nettare dei suoi fiori.
Più correttamente, Apium è da collegare al termine celtico ‘apon’, acqua.
Per capire quanto sia importante questa pianta per la nostra salute, citiamo quanto riportato nel sito della ondazione Veronesi [www.fondazioneveronesi.it, 28.12.2016]:
«Il sedano è uno degli alimenti più apprezzati nelle diete, per la sua leggerezza, per la capacità di contrastare i grassi, specie quelli cattivi, e combattere la ritenzione. Ancora poco conosciute restano le altre proprietà benefiche di questo ortaggio dall’aroma intenso, con poche calorie (solo 20 in 100 g), tanta acqua, potassio e vitamina A […]. Le fibre di cui il sedano è ricco aiutano a ridurre trigliceridi e colesterolo; la sedanina, una sostanza aromatica stimolante, e altre molecole (fenolo, mannite, inositolo) ne potenziano le capacità digestive e di assorbimento dei gas nell’apparato digerente, mentre gli ftalidi, dei particolari fitonutrienti, permettono di controllare gli ormoni che regolano la pressione del sangue e lo rendono adatto nel trattamento di molti casi di ipertensione».
Come hanno scritto il professor Alessandro Menghini e altri [Il Sedano nero di Trevi. Un prodotto umbro di eccellenza, 2008], il sedano è notoriamente indicato in presenza di malattie epatiche e di meteorismo, ma anche in occasione di fenomeni infiammatori di tipo reumatico; l’attività terapeutica sembra possa estendersi anche al trattamento dell’asma bronchiale e di varie forme catarrali.
La radice di sedano è tra le cinque radici aperitive (insieme a quelle di prezzemolo, finocchio, asparago e pungitopo) note per la preparazione di uno sciroppo della medicina tradizionale.
Nel Medioevo il sedano era usato per combattere la ‘melanconia’ e un antico proverbio ci ricorda: «se il contadino conoscesse tutte le virtù del sedano, ne riempirebbe l’orto e il giardino».
Per riassumere: ricco di sodio, calcio, fosforo, potassio e vitamina A, il sedano può rivelarsi un buon depurativo, un efficace aiuto in caso di costipazione leggera e ritenzione idrica, un rimineralizzante dopo un’intensa attività fisica.
Il succo di sedano può rinfrescare l’organismo, aiutando a superare la spossatezza che assale quando le giornate sono troppo umide e afose, e favorire un buon sonno ristoratore; aiuta anche a superare i crampi notturni che talora possono colpirci specialmente dopo abbondanti sudate.
Sembra, infine, che questa pianta meravigliosa possa favorire l’assimilazione dei principi nutritivi degli alimenti che accompagna, stimolando le ghiandole annesse all’apparato digerente.
Questo lo rende incomparabile, come suggeriamo nel prosieguo della storia, gustato insieme a un altro prodotto straordinario del nostro territorio: l’olio extravergine di oliva di Trevi.
E anche questo non ci sembra poco…
N.B.: I nostri non sono assolutamente consigli medici (e non potrebbe essere diversamente). Ricordiamo che solo uno specialista preparato, dopo una diagnosi medica puntuale, può definire l’utilizzo più appropriato delle piante per ciascun disturbo, valutando attentamente anche la diversa tolleranza individuale; questa considerazione vale per tutti, ma in particolare per bambini, malati, anziani e donne in gravidanza, soggetti più sensibili a ogni trattamento non solo fitoterapico.
Alcuni specialisti ricordano che è da evitare l’assunzione di medicamenti a base di sedano specialmente in caso di affezioni renali acute o croniche e in gravidanza (Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, 2017).