Un viaggio di conoscenza a partire dall’ambiente naturale della Valle Umbra, con una breve passeggiata nel paesaggio olivetato di Santa Maria in Valle (come piano bis, causa tempo decisamente incerto), a una bella escursione lungo il fiume Clitunno, dalla stazione di Borgo Trevi alle fonti del Clitunno, per concludere con un magnifico itinerario a piedi da Ponze a Rasiglia.
Questo ultimo, in particolare, una prima assoluta, si è rivelato una fantastica cavalcata che ha permesso di conoscere e apprezzare l’ambiente boschivo tra il comune di Trevi (Ponze) e quello di Foligno (Madonna delle Grazie e Rasiglia). Grazie al parroco che regge il santuario della Madonna delle Grazie, abbiamo potuto conoscere la storia di questo luogo; infine, ci siamo spostati, con un brevissimo percorso di 10′ circa a piedi, nella splendida Rasiglia, città delle acque, con una storia straordinaria e ricchissima legata alle principali sorgenti del fiume Menotre, storicamente ricordato come piccolo fiume per grandi servizi. Le sue acque, infatti, opportunamente conduttate con vari canali, sono servite come forza motrice per tanti opifici che sono sorti lungo la sua aspra e bellissima valle da Rasiglia a Pale, sino a Belfiore (gualchiere, cartiere, molini a grano, lanifici). A Rasiglia si ricorda anche una centralina idroelettrica alimentata, ancora una volta, da questo fiume e in particolare dalla sorgente ‘Capovena’, la più importante, da un punto di vista della portata, utilizzata anche per l’approvigionamento idropotabile di Rasiglia. Tra le altre sorgenti ricordiamo: ‘Alzabove, che offre le sue acque, tra le migliori dell’Umbria, per usi idropotabili a tanti abitati della Valle Umbra e non solo, la ‘Vena’ e la ‘Vena pidocchiosa’, nome che identifica una delle sorgenti di minor portata…
La Madonna delle Grazie di Rasiglia.
Il santuario sorge presso il fosso Terminara, a circa 1 km dal castello di Rasiglia. L’atto di fondazione, rinvenuto nell’archivio notarile di Foligno, fa risalire la costruzione della struttura al 1450. Secondo una tradizione che si tramanda tra gli abitanti di Rasiglia, il santuario fu costruito a seguito del ritrovamento miracoloso di una statua della Madonna in un anfratto roccioso, nelle vicinanze del corso d’acqua. La statua, riproducente la Vergine inginocchiata in adorazione del Bambino, era originariamente in terracotta e fu posta sopra l’altare maggiore. Il simulacro attuale, invece, è ligneo, ad eccezione di viso, petto e mani; narra, infatti, la tradizione locale che durante una processione votiva dal santuario alla chiesa parrocchiale di Rasiglia, nell’attraversare il fosso, l’immagine della Vergine cadde, rompendosi in più pezzi. Fu, quindi, sostituita con l’attuale statua di legno, conservando dell’immagine originaria solo gli elementi sopra citati.