Cosa lega il romanzo 'La Lettera Scarlatta' a Trevi?
Pochi sanno che l’autore di uno dei più famosi romanzi dell’intera letteratura anglosassone, Nathaniel Hawthorne (1804-1864), passò per Trevi durante il suo viaggio in Italia (1857-1859) e fu fortemente impressionato al cospetto dalla nostra cittadina, descrivendola quasi come un miraggio.
Scrive infatti Hawthorne nel suo diario (traduzione di Stefano Bordoni):
Sono così stanco e assonnato che non intendo menzionare alcunché stasera, eccetto la città di Trevi. Questa, avvicinandosi da Spoleto, sembra completamente avvolgere un colle acuminato dalla sua punta piramidale alla sua base. Era la più stravagante posizione dove edificare una città, laddove suppongo nessun cavallo possa risalire e dalla quale nessun abitante avrebbe l’ardore di discendere al mondo quando l’avanzare dell’età inizia a far rigide le sue articolazioni. Ripensando alla più pittoresca tra le città (ove nessuna strada ovviamente conduce, siccome nessuna evidentemente riuscirebbe a farlo!), ho visto la parte più alta della collina coperta da una discreta corona di edifici, terminanti col campanile di una chiesa. Mentre una parte del lato di settentrione era apparentemente troppo scoscesa per costruirvi, una cascata di case scorreva giù lungo il lato meridionale e occidentale del declivio. Lì sembrava ci fossero palazzi, chiese: ogni cosa che una città dovrebbe avere. Ma i miei occhi sono pesanti e non riesco più a scrivere a riguardo. Suppongo solo che la cima del colle debba essere stata artificialmente organizzata in modo che non collassi, consentendole di sorreggere le fondazioni delle strutture che la coronano.
Nathaniel Hawthorne (Salem, 4 luglio 1804 – Plymouth, 19 maggio 1864), immagine di Charles Osgood - httpwww.pem.orgcollections2-american_art, Pubblico dominio, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid=658174
Un post a cura di Stefano Bordoni, redattore del MOST e archeologo