Il trebbiano spoletino è un vino fresco e aromatico, corposo ed equilibrato…
«Il trebbiano, chiamato nelle altre plaghe dell’Umbria lo Spoletino (da non confondersi colle altre varietà di trebbiano ovunque diffuse), è il vitigno più coltivato nella nostra pianura; le sue buone qualità lo rendono preferito da tutti i nostri agricoltori.
È un vitigno robustissimo e resistentissimo alle malattie crittogamiche, in specie alla peronospora; ama terreni di piano, profondi, fertili, freschi, ma produce bene anche in collina.
I suoi tralci sono di mediocre grossezza ad internodi lunghi, le foglie piuttosto piccole.
I grappoli hanno una forma caratteristica, cilindrica, con ingrossamento alle due estremità; se maturati bene assumono un bellissimo color d’oro, ma la maturazione si compie tardivamente alla fine di settembre.
La pianta preferisce la potatura lunga e vuole molto sfogo nei tralci; si adatta bene alla formazione delle tese che sono quei tralci lunghi che collegano un albero con un altro.
Il grado gleucometrico del mosto (gleucometro Babo) oscilla dai 17½ ai 21; l’acidità 9-11; è ricchissimo di sostanze albuminoidi talché i vini fatti con solo trebbiano sono per lo più grassi e vanno soggetti a filare» [Francolini 1908, pp. 90-91].
Il famoso vin santo di Trevi…
Lo stesso Francolini conferma un altro importante impiego del vitigno che ci piace ricordare: «[…] con il Trebbiano appassito si fabbrica il famoso vin santo di Trevi che ha acquistato una certa e meritata celebrità nella categoria dei vini liquorosi […]» [Francolini 1908, pp. 90- 91].
Il ‘vinsanto di Trevi’ è un altro esempio di prodotto di nicchia del nostro territorio che sta scomparendo e che è ormai vinificato solo da pochissime cantine.
Ricordiamo che un tempo moltissime famiglie trevane producevano il vinsanto per il proprio consumo.
Nelle soffitte e nelle cantine di vecchie case della nostra campagna è ancora possibile trovare i ‘telarini’ per appendere l’uva, il torchietto e il prezioso ‘caratello’ che trasmetteva al vino l’aroma caratteristico che lo rendeva unico e inconfondibile (almeno per la nostra memoria!).
Queste caratteristiche lo rendono interessante per essere valorizzato come tale, ma anche per essere usato come base nella vinificazione degli spumanti.
Diverse istituzioni pubbliche, da alcuni anni, stanno lavorando perché tali pregevoli caratteristiche siano sempre più apprezzate dal mercato e per favorire una maggiore diffusione del vitigno tra i viticoltori.
Se l’omonimo vino bianco ottenuto dal trebbiano spoletino si presenta con ottime caratteristiche organolettiche, pure degno di considerazione è il vinsanto, un passito dall’aroma inconfondibile ottenuto dalla stessa uva.
Un tempo, nel territorio trevano, il vinsanto era prodotto e confezionato per la vendita da pochi grossi proprietari terrieri, ma moltissime famiglie lo preparavano nel fresco delle proprie cantine per il consumo diretto.
Nelle soffitte e nelle cantine si possono ancora trovare i ‘telarini’, dove l’uva era messa ad appassire, il torchietto e i preziosi ‘caratelli’, per l’invecchiamento del vino: ognuno di questi oggetti gli trasmetteva una parte importante del suo caratteristico aroma, per noi (ma siamo di parte…) unico e incomparabile!
Note bibliografiche
- Fiera di San Giovanni 28 giugno 2014 Pietrarossa di Trevi,T. Ravagli, A. Paggi, D. Rapastella, progetto Zon@Ambiente per Trevi (a cura di), stampato in proprio dalla Comunità montana dei Monti Martani, Serano e Subasio per il Comune di Trevi, 2014
- Francolini F. La Valle Spoletina e le sue condizioni Economiche – Agricole (Studio di Economia Rurale), Savona, Tipografia Elzeviriana 1908
- www.protrevi.com
- www.treviambiente.it